I miei genitori non approvano mai
Buongiorno a tutti,
Sono una ragazza di quasi 25 anni. Mi sto laureando in magistrale nei tempi e ultimamente sento sempre di più la pressione dei miei genitori.
Tutto comincia, penso, in quarta elementare quando il mio percorso scolastico ha subito una discesa enorme: sono sempre andata malissimo a scuola, specialmente alle medie anche per colpa del bullismo fisico e psicologico che ho dovuto subire, e mi sono ripresa come andamento verso la quarta superiore. Tutto questo mi ha portata a scegliere un istituto tecnico anziché un liceo perché mi sono sempre, sempre, sentita dire che non sarei stata in grado, che il liceo è difficile, che con un diploma tecnico almeno dopo avrei potuto lavorare anziché fare l’università per cui ovviamente a dire di tutti (famiglia e insegnanti) non se ne parlava nemmeno.
Finisco le superiori senza bocciature, per tre anni sono stata rimandata ma sono sempre riuscita a recuperare. Tant’è che tutti si sono stupiti del mio 70 come voto.
Decido di iscrivermi ad una università in linea con gli studi, una triennale, perché “non puoi neanche permetterti di pensare di prendere un corso di studi di 5 anni sono troppi per te non ce la farai mai”.
Durante il primo anno il mio rendimento era pessimo, così a gennaio decisi di mollare per cercare lavoro. Non trovando niente (doppia delusione per i miei) ritornai a studiare nella stessa facoltà e in breve tempo non solo diedi gli esami del semestre, ma recuperai anche quelli indietro, iniziando il secondo anno in pari.
Finisco la triennale piuttosto bene e in tempo, così ho cominciato subito dopo la magistrale per non perdere anni. A metà del percorso ho avuto una grande crisi pensando che non fosse il mio indirizzo e che tutta la svalutazione della mia vita mi avesse condotto su un percorso lontano dai miei desideri perché quelli erano troppo in alto per la mia portata. Stringo i denti e ritrovo un po’ di passione per le materie; arriviamo ad oggi dove tra meno di un mese prendo la magistrale a 24 anni partendo da 104 come voto.
Nel mentre, sono andata a vivere da sola perché ho capito che vivere con loro mi uccideva la salute mentale: le urla di mio padre, il non poter esprimere un’opinione, la rigidità dell’educazione ecc. Ho cercato lavoro nel mentre e ho trovato un impiego estivo come cameriera, sperando poi con l’autunno di iniziare a insegnare (mio sogno lavorativo).
Anche questo non va bene: è troppo poco perché ho studiato, ma aspetta che ti chiamino per qualcosa di più affine, ma cosa vuoi fare non reggerai neanche un giorno. “Le tue solite trovate”.
E anche questa volta, nessuno mi appoggia nonostante abbia dimostrato quanto si sbagliassero sul mio conto.
Non ne posso più: la loro sfiducia nei miei confronti mi demolisce e vorrei semplicemente sentirmi dire che sono brava.
Cara Laura, dopo tutto ciò che ho letto le posso dire che lei non è brava, ma bravissima. Nonostante la scarsa fiducia ricevuta lei ha avuto delle enormi risorse. Forse è arrivato il momento di iniziare a sganciarsi dal vivere la vita per dimostrare ai suoi di essere una persona valida e realizzarsi per ciò che è e vuole essere.
Noi entriamo in relazione con gli altri così come le varie parti di noi comunicano tra loro e i modelli relazionali li impariamo nel rapporto con le figure genitoriali: spesso diano priorità ai pensieri negativi e ci dimentichiamo che le emozioni sono lì pronte a proteggerci.
Il taglio del cordone emotivo richiede tempo ed è per questo che le indicherei di rivolgersi a un professionista per approfondire le Sue difficoltà e le Sue risorse.
Buona vita.
Dr. Cisternino MDPAC (ricevo a Torino e online).