Malati di droghe
L'uso di sostanze tra i giovani (legali e non) sembra essere un fenomeno sempre più dilagante, in qualche modo "normalizzato". Se a termine del secolo scorso l'uso di droghe era caratterizzato prevalentemente dall'eroina assunta per modalità endovenosa (il cosiddetto "buco"), a partire dai primi anni 2000 il diffondersi di nuove droghe e nuove modalità di consumo sembra aver allontanato molto l'idea collettiva, tra la popolazione, che si tratti ancora di un fenomeno drammatico come quello che aveva caratterizzato gli anni caldi dell'eroina. Il drastico calo delle morti da overdose che aveva caratterizzato quegli anni ha fatto calare l'attenzione sul fenomeno che oggi ha assunto una connotazione più "sociale", meno caratterizzante il soggetto tossicodipendente.
Il sostituirsi all'eroina di droghe sintetiche, semisintetiche, cocaina e crack ha sicuramente favorito un fenomeno assai diffuso ma meno impattante. Meno morti (dato statistico) ma sicuramente l'aumento di problemi di tipo psicologico e sociale, fino all'induzione o allo slatentizzarsi di patologie psichiche che vanno dai disturbi dell'ansia (con capostipite gli attacchi di panico), dell'umore (spesso in senso bipolare), disturbi della personalità più o meno gravi, fino a vere e proprie psicosi.
Ai molti giovani che giungono alla mia osservazione clinica (specialmente nella fascia 16-25 anni) con una problematica di consumo di sostanze non più "gestibile", chiedo se prima di sperimentare una qualsiasi droga qualcuno gli avesse mai parlato di cosa sono le sostanze e dei loro effetti. E' impressionante la frequenza con cui essi mi rispondono, pressochè costantemente, che pensavano che solo l'eroina fosse una droga pericolosa, essendo loro certi che tutte le altre (dalla cannabis alla cocaina, passando per le sintetiche) si chiamassero droghe perchè creano una sensazione di piacere ma senza indurre dipendenza.
Questa affermazione la dice lunga rispetto alla disinformazione rispetto a cosa sono le droghe e cosa esse provocano. Non solo effetti in acuto, "lo sballo", ma anche e soprattutto una molteplicità di ricadute e quindi problematiche sul fisico e sulla psiche, sulla propria vita sociale, familiare, affettiva e lavorativa.
Effetti che arrivano non dopo il primo uso, non dopo qualche settimana, a volte neppure dopo qualche mese dalla prima sperimentazione e che non vengono percepiti fin tanto che il consumo non è diventato dipendenza, fin tanto che l'abitudine non è diventata schiavitù.
Invito quanti sono genitori di bambini e ragazzi a parlare, dopo essersi loro stessi informati e formati, con i propri figli, a spiegare il grande inganno indotto dall'uso di sostanze, l'illusione iniziale e la disillusione che arriverà nel tempo, portando con sè mille problemi e togliendo, con interessi, tutto ciò che prima illusoriamente avevano pensato che la droga potesse dare: felicità e benessere.
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