Dopo 21 anni di convivenza ho deciso di separarmi dal mio compagno. Ho un tremendo caos in testa e nel cuore..
Buongiorno, sono una donna di 38 anni, con due figli e una separazione imminente. Ho deciso io di separarmi dal mio compagno dopo 21 anni di convivenza. Una vita. Non ci sono motivazioni violente o drastiche alla base di questa scelta, semplicemente ho realizzato che non amo più la persona che ho affianco. Ho provato a sforzarmi di amarlo, ho provato ad apprezzare le qualità, i pregi, ho provato a vederlo bello, a volerlo. Ma non ci riesco. Ho avuto due storie “d'amore“ parallele in questi anni che ho chiuso in quanto non ero in grado di gestire e non era la soluzione al mio problema. Inoltre è doloroso ammettere che la seconda figlia è stata procreata per tentare di ricucire questo rapporto. Ebbene, ora a distanza di anni ho deciso che così non posso più continuare, è una recita che mi risulta faticosa, fastidiosa, dolorosa. Basta. Abbiamo fatto vari tentativi con un consulente di coppia, provando a dedicarci a noi stessi, provando a dedicarci come coppia.. il risultato è che ho capito che io non lo amo più. Gli voglio bene come amico, come un fratello ma non come compagno. Sto malissimo, alterno momenti di sconforto, rabbia, dolore a momenti di ebrezza e decisione. Questi momenti durano 2 minuti.... mi sento psicopatica. Immagino ci voglia tempo, ci voglia pazienza, ci voglia determinazione... in questo momento vorrei sparire, scappare lontano da tutto e da tutti. E poi penso: ma a 38 anni si può ricominciare a vivere come donna? con due bambine di 10 e 6 anni? che futuro mi aspetta? cosa sto cercando? cosa pretendo dalla vita? Mi sento in colpa ma non riesco a continuare a fingere che vada tutto bene, di essere felice con quest'uomo. Non ci riesco più. Ma non riesco nemmeno ad immaginarmi felice lontana da questa situazione. Ho un tremendo caos in testa e nel cuore..
Una separazione è anche un lutto, ed il lutto va elaborato. Ma è assolutamente necessaria una elaborazione che non sia semplicemente supportiva o consolante, ma catalizzzata da professionisti adeguati, capaci di addentrarsi nella psicologia del profondo, da cui trarre le origini e le cause di un rapporto di coppia così conflittuale, tra l'altro senza gravi motivi apparenti . La scoperta essenziale che dovrà fare è se questo conflitto è , in lei, interiorizzato, indipendentemente da suo marito, o meno. Perchè se fosse indipendente la separazione può essere inefficace , se non dannosa. Intanto le sue ansie non le demonizzi, perchè sono un segnale importante e, a mio parere, richiamano ad un bisogno di chiarimento interiore. Non credo molto ai trattamenti di coppia, perchè solo nel trattamento singolo ( individuale o di gruppo) si può autenticamente responsabilizzarsi in prima persona e senza alibi. L'altro poi, la seguirà o meno, e sarà più semplice , nel secondo caso separarsi.. Mi faccia sapere se i miei suggerimenti li trova pertinenti o meno. Grazie