Mia madre mi parla, si sfoga e mi coinvolge sui tradimenti di mio padre verso lei.
Dall’età di 15 anni (ora 21), mia madre mi parla sempre dei tradimenti di mio padre, si sfoga con me, viene a piangere da me.
La cosa, per ciò che mi disse lei, ebbe inizio quando erano solo fidanzati.. mio padre tradiva mia madre con mia zia (moglie del fratello di mamma).
Ora da anni la situazione è degenerata:
Siamo 3 figli, io 21, i miei fratelli più piccoli, uno adolescente e l’altro alle scuole medie, e di questa situazione se ne parla a gran voce, mia madre coinvolge tutti.. anche se a me molto di più.
Negli anni mi ha fatto spiare mio padre, veniva da me per far spiare il suo telefono, controllare se era vicino casa di mia zia..
andai da una psicologa per delle sedute gratuite che mi spettavano vista una patologia.. tra le tante cose le parlai soprattutto di questo problema, perché con la mia malattia stavo mentalmente bene, ed il mio problema da anni era solo questo.. lei mi disse di non farmi più coinvolgere da mia madre, di dirle sempre no e di spiegarle che mi faceva del male.
Ora riesco a dirle no, la mando via ma lei viene da me piangendo.. Mia madre mi dice che visto che la tratto così ho bisogno di uno psicologo, perché sono pazza e non sto bene.. che io della mia vita non le racconto niente, racconto le mie cose alle mie amiche di cui non dovrei fidarmi, invece che a lei che è mia madre.
Io ci sto mettendo anni ad accettare questa situazione.. a settembre ho iniziato un percorso di studi in un’accademia ad un’ora dalla mia città, e volevo vivere lì.. non me l’hanno permesso perché soffro di diabete t1, soprattutto mia madre perché mi viene a controllare di notte per paura, paure infondate e stupide visto che ho un buon controllo del mio diabete e lei vuole tenermi nel guscio..
Io purtroppo qui in casa non studio più.. non so cosa fare della mia vita perché sono continuamente buttata giù da una madre che vuole che le dia totale attenzione.. non faccio lezione in dad in accademia da prima delle feste perchè sto male, ho preso peso perché non riesco più a far niente.
Ho una madre che vuole essere la mia migliore amica, che vuole che le faccia capelli ed unghie invece di studiare, che vuole controllarmi il diabete continuamente, dice di volermi bene solo quando faccio ciò che le piace.. appena ci troviamo in disaccordo sono una pazza isterica per lei. Vuole che le racconti le cose intime della mia vita, cosa che non voglio fare. Sono arrivata all’odio nei suoi confronti. Credo che l’unica cosa sia andare via da questa casa. non ce la faccio più...
Carissima,
lei sicuramente non è pazza, mentre sua madre credo presenti grossi problemi psicologici , che la costringono a trovare la mamma , di cui probabilmente è stata deprivata da bambina, nella figlia. Il suo bisogno è così estremo da non riuscire a restare nei limiti di in un principio di realtà . Cosa fare in queste situazioni? Vedere quale è la responsabilità sua (di Noemi intendo) nel rimanere in questa situazione così frustrante e separasi dalla parte divorante di sua madre, salvandone le parti buone, però. Quindi deve iniziare un percorso di profonda consapevolezza centrato esclusivamente su se stessa. Occorre individuare quali risorse personali ed esterne lei può attivare e utilizzare. Io non posso esserle più utile di così senza far danni, in quanto non conosco i suoi vissuti , ma mi viene di citare suo padre che sembra escluso dalle sue relazioni più intime , da quanto scrive. Ecco, suo padre è una risorsa che potrebbe aiutarla e a cui aggrapparsi, non so se lo sta facendo, di sicuro, demonizzato come è dai racconti della mamma non nè facile. Tenga però conto che poi il diavolo non è in genere così brutto come lo si descrive. Non so se i tradimenti sono veri, ma suo papà sicuramente ha fatto la sua parte nella costruzione della famiglia e certamente non è stato facile . E' evidente che lei funge da capro espiatorio di un sistema familiare alterato, anche ad arte, e in questi casi è indispensabile utilizzare l' astuzia e qualsiasi mezzo lecito per non essere travolti. Se ne uscirà, la prima persona a beneficiarne sarà sua mamma, quindi niente sensi di colpa. Arrivederci, e se crede, possiamo risentirci.
Antonio Mallamo, Psicologo , Psicoanalista esistenziale