Dott. Antonio Mallamo

Dott. Antonio Mallamo

Psicologo, Sophianalista Esistenziale

Perchè tradisco anche se ho un marito che mi ama?

Buongiorno, sono una donna di 38 anni, sposata da 15 con due bambine. Ho un matrimonio relativamente sereno, ho accanto un compagno che mi ama, con i suoi difetti e con i suoi pregi. Ho due bambine sane e, penso, serene. Mi ritengo una donna fortunata, positiva, solare e indipendente. Ma soprattutto amata. Eppure sono anni che tradisco mio marito. Ho avuto due storie, di quasi due anni ciascuna, parallele al mio matrimonio con uomini che io ammiravo e stimavo, conosciuti in ambito lavorativo. Due storie che mi hanno lasciato ricordi di passione e di amore adolescenziale. E che sono finite male, nel senso che forzatamente ho chiuso per il mio matrimonio, per il senso di colpa verso la mia famiglia. Dopo la prima volta mi ero ripromessa che non avrei più dovuto cadere in tentazione, eppure c'è stato il secondo tradimento. Dopo quest'ultima rottura mi sono ripromessa di non cascarci più. Eppure so già che potrebbe riaccadere. Perchè, mi chiedo, tradisco anche se ho un marito che mi ama? Premetto che ho avuto un'infanzia difficile, un padre che soffriva di disturbo bipolare e che maltrattava me, mia mamma e le mie sorelle. Mia madre è stata alcolizzata per un periodo, pertanto, noi figlie, ci siamo arrangiate alla meno peggio. A 17 anni ho trovato il mio attuale compagno e a 22 mi sono sposata. Non ho avuto altri uomini prima di lui, e quando l'ho scelto, l'ho scelto per amore, un amore ribelle e in cui ho riposto tutte le mie aspettative per un futuro felice. Immagino che tutto ciò influisca su questi miei tradimenti, ma io, che ora sono adulta, vorrei poter rimuovere 'quella bambina' che ancora vive dentro di me e che va in cerca di relazioni difficili, impossibili, pericolose, complicate e che per forza, dovranno chiudersi, soffrendo tanto e tanto... e che mi fanno piangere di disperazione. E che mi creano problemi, non solo con la mia famiglia, ma anche con me stessa. Con la visione che ho di me stessa. Ho già pensato di iniziare una terapia con uno psicologo, ma nel frattempo (ho appena chiuso la 2a relazione extra coniugale con un uomo manipolatore che mi rincorre, mi prende, mi rifiuta, mi cerca, mi abbandona nuovamente...), chiedo se c'è un modo per non impazzire di dolore. Grazie infinite, in anticipo.

Cara Elena,

anzitutto mi permetta di esprimere sincera ammirazione per quanto ha costruito nella vita, a dispetto di quelle condizioni terrificanti in cui è cresciuta. Credo che lei ha fatto il massimo, se non di più. Una certa instabilità affettiva, con relativa voglia di evadere, è un prezzo che lei paga al suo complicato percorso di vita , che, ritengo, più che comprensibile.  Ecco , certamente , per completare la sua ricerca della serenità, senza farsi ingannare dal mito della "felicità" ,  occorrerebbe che lei desse una risposta a questi turbamenti che gia di per sè rivelano un animo maturo, forse non ancora completamente adulto, ma nemmeno bambino, diciamo in tensione tra i due stati. Per colmare questo divario è opportuno arrivare a una decisione, con cui decida di "cadere" nel suo matrimonio fino in fondo, sapendo che l'amore non è un frutto di passione senza limiti come prefigura la nostra parte bambina, ma, appunto, è una  "decisione" . E' la decisione che  ci permette  di realizzare un rapporto costante , che , possiamo e dobbiamo non svilirlo in routine, con un esercizio cognitivo che porti a sacralizzare ogni momento di convivenza. Creare una coppia e poi una famiglia che regge, oggi come oggi, non e' una cosa semplice. Se questa realizzazione  la si vede come un fatto  straordinario , se, insomma, la si sacralizza , vedendo il positivo nei passati e presenti momenti bui, , esaltandone i momenti felici,  rendendo "epico anche l'ordinario", pian piano, credo, lei riuscirebbe a tenere a bada e sublimare le sue pulsioni di fuga, che certamente si ripresenteranno,   e creare un rapporto con suo marito più funzionale per la vostra coppia e per i figli che ne hanno estrema necessità , in quanto i figli modulano la loro affettività e costruiscono la loro coppia interna maschile-femminile sul modello della  coppia genitoriale.

Cordialità.