Dott.ssa Caterina Marano

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Dott.ssa Caterina Marano

psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta

Lo vedo turbato e non so come comportarmi e cosa fare

Buonasera dovete aiutarmi, sono disperata e non so come comportarmi. Mio figlio prossimo ai 12 , frequente dall’asilo un amichetto di 13 anni appena compiuti, pertanto non stanno in classe insieme, ma nella stessa scuola. Sono molto amici. Anche se a tratti questo inverno non si sono sentiti proprio tantissimo, anche perché lui ha assunto un atteggiamento di superiorità facendolo sentire sempre il piccolo della situazione. Durante il periodo estivo, da sempre lui va spesso a casa sua, in quanto loro avendo casa con giardino e piscina, hanno più possibilità di gioco e di stare all’aria aperta. L’altro giorno mentre era da lui, mi ha scritto su wz, confidandomi che aveva fatto un gioco non di suo gradimento ed aveva paura. L’amico gli ha chiesto di baciarlo, di toccargli le parti intime e di volersi poggiarse su di lui nella parte posteriore. Mio figlio dice poiché insisteva, ha ceduto per farlo smettere, giusto un minuto, che poi ad un certo punto gli ha detto basta in quanto si era rotto. ( tutto con il costume, mi scrive) Mi ha scritto di avere paura del suo comportamento, e che voleva che lo andassi a prendere ma nello stesso tempo non voleva fare una figuraccia in quanto doveva cenare lì. Mi ha detto che lui mi dice tutto, che aveva tanto paura, ma voleva dirmi questa cosa, affinché lo aiutassi chiedendomi dapprima di non arrabbiarmi verso di lui e comunque gli stessi vicino ma al ritorno a casa di non volerne parlare più, in quanto mi aveva scritto tutto sul messaggio. Cosa devo fare adesso? A tratto lo vedo turbato e non so come comportarmi e cosa fare. Aiutatemi

Buongiorno Anna, innanzitutto ci tengo a restituirle quanto sia preziosa la relazione di sicurezza e di fiducia che sembra esserci tra lei e suo figlio. È difficile instaurare e mantenere una relazione di fiducia con un figlio preadolescente; ancor  di più quando si tratta di questioni intime e relative alla sessualità e a dinamiche tra pari, che possono suscitare emozioni di imbarazzo, vergogna e paura. Condivido il rispetto che ha avuto per la richiesta di suo figlio ed è importante che continui, utilizzando al meglio la vostra relazione di fiducia, a motivarlo ad assumere un atteggiamento più sicuro e alla pari nei confronti del suo amico. Mi fa riflettere quando lei scrive che “questo inverno non si sono sentiti proprio tantissimo, anche perché lui ha assunto un atteggiamento di superiorità facendolo sentire sempre il piccolo della situazione”. Mi fa dedurre che possono essersi verificati altri episodi di altro tipo e di tentata prevaricazione da parte del suo amico nei confronti di suo figlio. Mi corregga, se sbaglio. È necessario che per una sana evoluzione suo figlio impari gradualmente a difendersi autonomamente e a proteggersi, riuscendo a mettersi in una condizione di sicurezza, senza sottomettersi a fare cose che non sono di suo gradimento e di cui può aver paura. Questo atteggiamento può iniziare ad assumerlo a prescindere dalla relazione con il suo amico, allenandosi a dire “no” quando non vuole, soprattutto in ambito relazionale. È importante che i “no” continuino ad essere rispettati reciprocamente anche nelle relazioni familiari per potersi sentire più sicuro di far valere il suo pensiero e le sue emozioni anche al di fuori del contesto famigliare. Continui a stargli vicino, mantenendo una sufficiente distanza, quella giusta distanza utile a soddisfare adeguatamente il bisogno di autonomia di suo figlio, affinché riesca a cavarsela da solo e avere allo stesso tempo la sicurezza di poter chieder aiuto qualora ne avesse bisogno. Questo lo aiuterà ad acquisire maggior fiducia, non solo in lei ma anche in sé stesso, soddisfacendo il suo bisogno di autonomia, rispettando il suo senso di autoefficacia e rafforzando la sua autostima. Spero di esserle stata d’aiuto. Se dovesse notare che suo figlio continua ad essere turbato da questa esperienza e che inizia a manifestare dei comportamenti disadattativi e disfunzionali, non sottovalutiamo l’eventuale esperienza di disagio con cui potrebbe aver vissuto questa dinamica. In questo caso le consiglio di chiedere l’intervento di un professionista esperto in trauma in età evolutiva. Disponibile online per ulteriori feedback o chiarimenti, cordiali saluti. CM

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