Non riesco più a vivere
Buonasera, sono un ragazzo di 23 anni. Non riesco più vivere, tutto mi è difficile: svegliarmi la mattina, affrontare la giornata in solitudine e persino mangiare. Ero uno studente universitario particolarmente brillante. Amavo quello che facevo e mi rendeva orgoglioso. Sono ormai 3/4 anni che ho progressivamente interrotto le mie relazioni sociali. Non vedo più nessuno, eccezion fatta per i miei genitori (verso i quali talvolta provo sentimenti di rabbia sopraggiunta solo da qualche anno, prima quasi mai). Ho più volte pensato al gesto estremo e l'idea della negazione di me stesso e di tutti questi pensieri che mi opprimono mi appaga. A dire il vero, una volta tentai già di suicidarmi ma desistetti non appena sentii il citofono suonare. Ripenso ancora a quel giorno e mi pento di non essere stato più tempestivo e più risoluto nella scelta. Quanto scritto è solo la punta dell'iceberg.
Buonasera, ti invito a riflettere sulla tua richiesta di aiuto che mette in discussione quel sentimento di pentimento che credi di nutrire rispetto alla scelta che hai saggiamente evitato. Spesso le nostre false credenze vengono confutate dai nostri comportamenti inconsci, che tendiamo ad attribuire al “caso”. Credi di esserti pentito da una parte mentre dall’altra stai provando a chiedere aiuto per mantenere la scelta che hai fatto ovvero quella di provare a metterti in salvo. Ti invito pertanto a riflettere sulla tua richiesta di aiuto e di portarla avanti, chiedendo aiuto a un esperto professionista, che possa aiutarti a fare un lavoro pragmatico e allo stesso tempo profondo, che non si fermi alla punta del tuo iceberg, affinché sia per te risolutivo ed evolutivo. Ti invito a focalizzarti sulle tue risorse e a recuperarle saggiamente dalla tua storia. Ad esempio è interessante quanto scrivi rispetto al tuo percorso universitario. Deduco che potrebbe essere accaduto qualcosa che può averti in qualche modo condizionato e predisposto a subire la tua condizione attuale. Quali altre risorse puoi riscoprire rileggendo la tua storia? Cosa potresti provare a recuperare e a utilizzare, anche in modo diverso, per provare a uscire da questo stato? Quali sono le credenze che alimentano i tuoi pensieri negativi? Sarebbe utile esplorare e approfondire la tua condizione di solitudine e di isolamento dal mondo relazionale. Innanzitutto sarebbe necessario un intervento che ti stabilizzi sul piano alimentare e molto probabilmente anche sul ciclo sonno veglia. Rispetto alla rabbia che provi nei confronti del tuoi genitori potrebbe essere un punto di partenza per provare a reagire e sono certa che con una valido percorso potresti utilizzarla in modo funzionale per esplorarti e come risorsa per iniziare a spostarti dalla condizione in cui ti trovi, elaborando e risolvendo le questioni profonde relazionali famigliari che possono radicarti nella condizione di blocco in cui ti trovi. Come hai ben scritto, questa è solo la punta dell’iceberg. Utilizza questa tua saggia consapevolezza per farti guidare efficacemente per esplorare il fondo, smettendo di fare il morto a galla. Spero che la mia risposta ti motivi ad affidare la tua vita non al caso, come il suono di un citofono, ma a una scelta consapevolmente tua.
CM
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psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta - Roma