Ho passato un'infanzia complicata, i miei genitori litigavano continuamente, anche pesantemente, e penso questa cosa mi abbia segnato nei rapporti con
Salve scrivo perchè ho bisogno di capire cosa mi sta succedendo, e come devo reagire. Sono una ragazza alle prese con le relazioni con 'l'altro'. L'altro inteso come un qualcosa diverso e lontano da me. Perché è così che inizio a definire chiunque si aggiri e cerchi di penetrare nella mia sfera personale e intima. Ho passato un'infanzia complicata, i miei genitori litigavano continuamente, anche pesantemente, e penso questa cosa mi abbia segnato nei rapporti con gli altri. Amo stare in compagnia, ho degli amici fantastici, pochi e giusti sono quelli che mi conoscono a fondo. Ma mai ho permesso a nessun ragazzo di stare insieme a me per più di quattro mesi. Li ho sempre allontanati appena cercavano di avvicinarsi troppo a me, e per avvicinarsi intendo ogni forma di vicinanza fisica. Non ho mai capito cosa provasi per un ragazzo, e ho sempre preferito starmene da sola, con i miei amici, senza soffrire di questa cosa. Ora però, da qualche mese sto con un ragazzo. Fantastico, mi riempie di attenzioni. Ma io? Io che ruolo ho? Sono sempre distante, e da quando lo abbiamo fatto, la situazione è peggiorata. Tutto ciò che dice e che fa mi irrita, sono arrabbiata con lui, aggiungendo il fatto che da allora sto male fisicamente tra cistiti e malori vari. Ma so perfettamente che non è colpa mia. Ho come la sensazione che mai riuscirò ad abbandonarmi totalmente a qualcuno,che mai vedrò il sesso come qualcosa di bello da condividere, ma qualcosa che mi viola; ma soprattutto che mai riuscirò a dissolvere la confusione che alberga in me per quanto riguarda queste relazioni. E' veramente frustrante, per me, ma anche per chi cerca di starmi vicino. Grazie dell'aiuto!
gentile signora,
ho letto attentemente quanto ha scritto e sono rimasta molto colpita dalla franchezza e dal coraggio con cui ha raccontato il delicato e doloroso momento che stra affrontando.
è probabile che quanto sta vivendo ora con questo suo ragazzo non sia completamente staccato dalle esperienze della sua infanzia, è la prima lei a fare l'associazione. gli amici nella sua vita sono una risorsa importante e preziosa ma sembrerebbe essere arrivato il momento in cui lei deisdererebbe poter avere una relazione diversa, più profonda e significativa ma che è difficile potersi lasciare andare e fidarsi dell'altro.
no, non è colpa sua tutto questo credo anzi che lei si possa considerare un po' vittima delle circostanze, della sua storia familiare e relazionale. credo che lei abbia un profondo bisogno di condivere con l'altro e di amore, di ricevere dolcezza ma che ci sia anche in lei una paura profonda e radicata di potersi fidare dell'altro, come dice giustamente all'inizio.
a tutto questo si può mettere mano e fare ordine perchè lei possa riuscire a rendere questo momento di crisi un momento importante di crescita personale.
mi permetto di suggerirle di considerare un percorso di psicoterapia individuale, ciò le garantirebbe uno spazio di ascolto e di dialogo con parti sofferenti di Sè stessa e di poter rinarrare la sua storia familiare per un percorso di crescita e di autonomia.
se deisedera mi può contattare per un appuntamento.