Come mi sono ridotta
È un po di tempo che mi pongo delle domande sulle trasformazioni che ho subito a livello caratteriale e psicologico.
Com'ero: eccessivamente empatica, sensibile fino a essere capace di piangere per la qualunque, innamorata da due cuori e una capanna.
Come sono diventata: concentrata sul quotidiano, una scheggia nel lavoro, disinteressata al mio partner che stimo tuttora ma al quale riconosco delle gravi colpe circa il mio cambiamento. Machiavellica! Cosa mi ha fatto? Cosa mi hanno fatto altre persone? Togliermi ogni briciola di spensieratezza, quella sensazione che anche in minima parte dovrebbe rimanere fino all'ultimo giorno di vita. Mi ha trascinato e io glielo ho permesso perché ero buona, in problemi enormi. Ho dovuto e devo tuttora lavorare come una pazza per mantenere la famiglia, mio figlio, l'unico essere che mi fa sciogliere. Rinunce, lavoro, assenza di sogni, numeri, conti, rate, debiti! Ed ora come farò a riscoprire il piacere di una passeggiata, la serenità di vivere un momento di banalità o di frivolezza? Come farò a distruggere la macchina da guerra che sono diventata?
Salve Francesca, mi è dispiaciuto molto leggere dei suo cambiamenti, soprattutto per le dure parole che usa contro se stessa. Già da sola ha iniziato a porsi le domande giuste per poter ragionare con se stessa e di questo ne deve essere sicuramente contenta; si vede come era prima, come è diventata adesso e non sa chi vuole essere nel futuro. Per prima cosa mi verrebbe da chiederle come mai ha permesso a qualcuno di cambiarla, cosa stava succedendo in quel periodo per lasciarsi così tanto trasportare? Forse partendo da questo momento può cercare di ricostruire la sua storia e capire quali cambiamenti vuole mantenere e quali vuole nuovamente cambiare. Sicuramente la presenza di suo figlio è un punto fermo, la parte migliore del suo cambiamento, a volte anche dalle situazioni negative nasce qualcosa di buono e già questo potrebbe essere un freno per la "macchina da guerra". Si dia la possibilità di fermarsi, di capire chi vuole diventare e anche di chi si vuole circondare, sono sicura che riuscirà a comprendersi meglio e a non giudicarsi troppo negativamente.