Mia moglie a casa di sua madre si da da fare come una matta, cucina lava stira ecc, mentre a casa nostra non c'è orario di sera, non si cucina non si
Gent.mi psicologi, espongo qui la mia situazione alla ricerca di un conforto o forse anche per il forte desiderio di sfogarmi. Ho 38 anni, libero professionista, spostato da 6 anni. Con il matrimonio ho spostato anche la mia residenza da una regione del Nord ad una del Sud e sono andato a vivere con mia moglie. Quando eravamo fidanzati, visto che io avevo un'attività professionale già avviata, e quella che poi sarebbe diventata mia moglie un lavoro statale, sembrava quasi logico che al momento del matrimonio a spostarsi fosse lei. All'inizio, così sembrava, poi col passare del tempo, mia moglie ha espresso varie scuse, che hanno portato la situazione a quella attuale; in ordine di tempo le scuse sono state, 1) ho delle proprietà da gestire come posso farlo da così lontano? 2) ormai mi sono ambientata con tanta difficoltà in questo ruolo (statale) 3) mia madre resterà sola come farà? (mia moglie è figlia unica dalla morte del fratello ed orfana di padre da oltre 10 anni) ; all'inizio ho molto tentennato in quanto per me professionalmente era un vero e proprio salto nel vuoto, ma l'amore per mia moglie mi ha fatto decidere di spostarmi (con non poche difficoltà, logistiche ed altro) . All'inizio il tutto sembrava una grande sfida, in realtà ha significato rimettermi in gioco e ritornare all'inizio della mia professione con moltissimi sacrifici economici e di tempo. Dall'altro lato sul piano personale ha in realtà amplificato una sensazione che si è rivelata fondata. Già ai tempi del fidanzamento avevo capito l'attaccamento tra mia moglie e la madre, ma mai pensavo fino a questo punto. Prima premessa, mia suocera da ormai anni (non saprei nemmeno dire quanti) ha sempre demandato alla figlia ogni cosa, non uscendo praticamente più di casa e relegandola in toto ad una sorta di badante, vedendola come una dipendente da comandare a bacchetta ed annullando la sua vita privata, di conseguenza per lei il fidanzamento e poi il matrimonio della figlia sono stati una sorta di tragedia e di lutto, al matrimonio non ci ha pensato due volte a non venire, accampando scuse di salute (pensando che c'è gente in fin di vita che va ai matrimoni dei figli); Comunque per non farla lunga, io nella mia ingenuità, pensavo “ok , ora ci siam sposati cambierà qualcosa“, in realtà non solo non è cambiato nulla, anzi è peggiorata la situazione ed i connessi. Fidanzamento e primo anno di matrimonio, sono per tutte le coppie momenti di organizzare il futuro di capire cosa si farà, dei sogni eccetera, per noi anche peccato che la sera stessa del matrimonio ho capito che quelli potevano restare solo dei sogni. La prima sera non si voleva staccare da casa della madre, accampando varie scuse per ritardare di andarsene ( sono stupido io oppure ho sempre pensato che la sera in cui ci si sposa non si vede l'ora di stare insieme al proprio partner?), passano uno due tre giorni, una settimana e lei è perennemente a casa dalla madre, si pranza si cena a casa delle madre, si torna a casa nostra verso le 11 di sera per dormire, stanchi come muli dopo una giornata di lavoro. Si va in viaggio di nozze dopo 10 giorni e lei passa ore a telefono con la madre, che in una delle tante dice, “ ma tornate quanto prima che è meglio“. Si torna a casa e ricomincia l'andazzo di prima, giornate intere a casa dalla madre, casa nostra è come un dormitorio. Un giorno la misura era colma, le faccio una scenata dicendo, ma cosa ti sei sposata a fare se la tua vita non è cambiata di una virgola?, e lei tra le lacrime mi dice ma non posso mica abbandonarla! Passano giorni, mesi senza che cambi nulla, con qualche mia sfuriata che non cambia nulla se non serata passate a discutere, intanto il lavoro arranca, con molte difficolta economiche riesco a tenere in piedi un'attività che non produce reddito. In tutto questo tempo decidiamo di ristrutturare casa (era ormai vecchia e davvero poco funzionale, sopratutto da ingenuo pensando all'arrivo di un bambino) si va a casa da sua madre ( a vivere in 12 mq praticamente) con la madre che continua la vita di sempre senza tener conto che ci sono altre due persone per casa con loro esigenze, naturalmente eravamo noi a doverci adeguare, comunque passano due anni, la casa è completa e mia moglie invece di non veder l'ora di andarcene a casa nostra accampa ogni giorno scuse rimandando lo spostamento, ora no, oggi ho da fare, fine settimana vediamo ecc ecc.... passa la bellezza di un anno e 2 mesi, quando ormai non ci parlavamo più ed io ero in procinto di andarmene via, quando una sera ho minacciato di andarmene io, lei mi ha finalmente seguito. In breve è reiniziato l'andazzo del primo anno, a casa solo la sera tardi ... a casa di sua madre si da da fare come una matta, cucina lava stira ecc ... a casa nostra non c'è orario di sera, non si cucina non si fa nulla... ormai è come se vivessi solo. Siamo ormai a 6 anni di matrimonio, tutti i progetti fatti di figli ecc, sono ormai un lontano ricordo.... una sera ho detto , “ ma se avessi dei figli potresti fare una vita del genere?“ .... lei non mi ha risposto... forse semplicemente perchè lei consciamente o inconsciamente ha scelto di non averne perchè la scelta era o accudire la madre o avere una vera e propria famiglia, lei ha scelto la prima, infischiandosene di me e dei sacrifici che ho fatto e che tutt'ora faccio per stare qui. Ormai a 6 anni di distanza, la madre ha vari acciacchi, ogni tanto, quando succede qualcosa, lei si ferma a dormire dalla madre per non farla star sola, ( salvo poi lasciarla sola durante il giorno quando va a lavoro), di figli non voglio nemmeno più parlarne con lei e nemmeno ho più voglia io ( che futuro avrebbe una famiglia così?). Io dal mio punto di vista sono ormai esausto, stanco, svuotato della mia vita che non esiste più e che sento di aver sacrificato per nulla, non riesco a staccare del tutto perchè sento che mi vuol bene e nella situazione in cui è lei sarebbe solo un'altra mazzata dalla vita... e forse anche perchè è un bene dettato dal fatto che mi fa pena per come ha buttato via vita e sogni anche lei.... dall'altro lato però sento dentro tanto odio, che sento salire ogni volta che siamo da sua madre... mi da fastidio persino sentirne la voce... forse questo trascinarsi non fa altro che peggiorare la situazione creando in me uno stato catatonico verso la vita... che sento non aver più alcun senso in questo momento! Vorrei tanto capire, cosa devo fare, se trovare il coraggio di tagliare definitivamente, questa assurdità che sto vivendo!
Caro Roberto,
la lunghezza della tua lettera già testimonia un elemento importante: sei un vaso la cui acqua in esso contenuta sta ormai traboccando!!!! Il vaso (che sei tu) non sta più contenendo il suo contenuto (vari eventi e vissuti emotivi ingombranti), scusa il "voluto" bisticcio di parole.
E' comprensibile il tuo disagio, ma credo che anche la tua consorte sia in trappola... sembra ci sia uno svincolo mal riuscito o non del tutto compiuto!
E' ora che tu faccia qualcosa non solo per l'amore verso tua moglie che, come dichiari tra le righe, è ancora vivo, ma in primis per te e PER VOI.
La situazione non ha una prognosi favorevole se rimane in stallo, così com'è, anzi come già tu anticipi potrebbe avere un'evoluzione nefasta per il vostro legame che, a mio modesto avviso, sopravvive per qualche ragione utile evidentemente, ma che è attualmente spodestata da una presenza troppo ingombrante e che prende lo spazio della coppia diventando una triade.
Potresti provare a proporre a tua moglie una terapia di coppia motivandola con i sentimenti di vuoto e al contempo di rabbia che attualmente provi e su cui vorresti riflettere con lei grazie all'aiuto di un "esperto" che non è di parte.
Se lei non dovesse accettare almeno potresti chiedere aiuto per te in un percorso individuale che ti sostenga nella elaborazione di quelle emozioni così a lungo "ammutolite" e per quei bocconi amari buttati giù: attento, se non provvedi i rischi di un'intossicazione sono alti!
Spero di esserti stata di aiuto.