Buonasera Claudia, dalle sue parole si capisce che deve avere fatto un'accurata ricerca a riguardo, quindi non mi dilungherò su che cosa sia l'eritrofobia o ereutofobia, quanto sui disagi che lei riporta. come ogni fobia il problema nasce nel momento in cui la patologia va ad inficiare il normale sviluppo della vita quotidiana: lei riporta un disagio che va oltre la "semplice" paura e che si estende ai vari ambiti della sua vita (lavorativa, relazionale, sociale). ha perso il gusto ed il piacere di fare ciò che una volta le risultava "normale" e che le dava soddisfazione (come prendere gli appuntamenti, andare a mangiare fuori...) ed è proprio questo il problema delle fobie. si inizia con una "semplice paura" che poi, se trascurata, diventa invasiva e debilitante. si estende a macchia d'olio in ogni situazione...è questa una delle caratteristiche delle fobie! la persona è portata ad evitare ciò che può scaturire la situazione temuta, ma proprio questo evitamento (come spiegato bene nei libri di Giorgio Nardone) porta ad un peggioramento della situazione, oltre al fatto che manda a noi stessi il messaggio "non sono in grado di fare nulla". la prima cosa da fare quindi è quella di non cedere alla paura ma di usarla a nostro vantaggio, riprendendo il potere ed il controllo! "evitare di evitare", ma so che può non essere facile se non adeguatamente indirizzati e supportati. posso consigliarle di leggere qualche libro a riguardo ma, soprattutto, di farsi aiutare da una persone esperta e specializzata proprio perchè, come ha detto lei, ha 22 anni e a 22 anni (come ad ogni età d'altronde)non ci si può privare di ciò che ci fa stare bene! con le "nuove" psicoterapie, definite "brevi" e centrate sull'obiettivo (strategica, cognitivo-comportamentale...), sono sicura che potrà trovare il sostegno e l'aiuto di cui necessita. Un saluto,