Rapporto genitoriale alienante
Salve, chiedo un parere a voi esperti perchè nonostante ci siano alti e bassi, vivo davvero male il rapporto con i miei genitori.
Sono la terza figlia di 3, la più piccola e l'ultima rimasta in casa con i miei genitori. Il divario di età tra me e i miei, è molto grande (23-60) e a parte idee e concezioni completamente diverse, il gap generazionale non ci permette di stare sulla stessa lunghezza di pensiero. Siamo come il buio e la luce, o due rette parallele qualunque metafora vi aggradi di più. (es: la concezione che hanno loro dei soldi, frutto per loro di lavoro sfrenato, fatiche e sofferenze, risparmi e NESSUN vizio materiale, sottolineandone continuamente la supefluità.
L'estrema pudicità nei confronti dell'argomento sesso, l'inesistenza da parte di entrambi di "coccole" sia fisiche che verbali nei confronti dei figli ma anzi continue "umiliazioni", non sono una cima, ma sicuramente il fatto che mi sia stato ripetuto in modo continuo dalla giovane età non mi ha aiutato a migliorare). Mi trovo a 23 anni a capire la maggior parte delle mie lacune affettive nei confronti di chi mi sta accanto, la mia difficoltà nel contatto fisico ma anche di espressività emotiva nei confronti delle amiche. Solo che io non sono così, sento di essere una fiamma ardente, non mi voglio abbassare al loro standard di vita. Amo viaggiare, amo la mia indipendenza. L'unica dei 3 che vivrebbe dall'altra parte del mondo. Cosa posso fare? Vorrei andarmene perchè i miei non mi fanno bene, mi limitano, mi svalutano. D'altra parte provo un senso di colpa perchè in fondo mi hanno cresciuta con tutti i mezzi a loro disponibili, e lasciarli dimostrerebbe menefreghismo da parte mia. Chiedo un parere, anche per viverla un pò meglio finchè non ho i mezzi per andarmene da casa.
Cara Elena,
la mia attenzione è stata catturata dal titolo che ha dato alla sua richiesta e la sensazione di non potersi muovere mi ha accompagnata per tutta la lettura del suo racconto. Effettivamente, quando un rapporto in famiglia viene vissuto come alienante, la sensazione di non avere a disposizione delle risorse per “fare qualcosa PER sé” è un grande rischio e l’impossibilità di essere “davvero se stessi” potrebbe spingere a non svincolarsi dai propri genitori.
Mi sembra di capire che non è questo ciò che lei vuole.
Si potrebbe riflettere su ciò che invece vorrebbe fare nella sua vita, dove vorrebbe vivere e perché, quali sono i suoi progetti e obbiettivi e pensare lo svincolo come qualcosa in più di un mero taglio netto. Esso, se pensato in funzione del suo vissuto (di colpa verso i suoi genitori), può essere una buona occasione di reciproco riconoscimento.
I figli non sono copie dei genitori ed hanno tutto il diritto di esprimere se stessi nel mondo. Non possiamo convincere nessuno di questo, ma potremmo iniziare a pensarlo insieme per aiutarla a ri-narrare le sue relazioni.
Cordialmente,
Dott.ssa Chiara Matera