Soggezione, difficoltà nel confronto con gli altri, difficoltà di espressione dei propri pensieri

Salve,
vorrei porvi qui il mio problema, poiché è da ormai due anni che sto notando dei cambiamenti (in peggio) in me stessa e non riesco a trovarne una causa. Sono una studentessa ormai arrivata al primo anno di università, tuttavia dalle elementari fino al quarto liceo sono sempre stata una studentessa "modello", brava in italiano e in qualsiasi altra materia. Ho avuto molti problemi in famiglia dalle medie fino al quarto liceo, litigi in casa tutti i giorni, traslochi, litigi, traslochi...sono una persona emotiva, timida e molto "chiusa in se stessa", ho sofferto molto durante questo periodo, tuttavia proprio in questi momenti di difficoltà, ho sempre studiato "come volevo io", cioè in maniera completa e senza vincoli. C'è da dire che, durante tutti gli anni scolastici, non sono mai andata d'accordo con i miei compagni, sarà il mio carattere chiuso, la mia timidezza, sarà che non riuscivo a capire (ed ancora adesso) quale fosse il bisogno delle persone di parlare male delle altre, quale piacere provino queste persone a far star male gli altri, a prendere in giro me, davanti a tutti ...mi sono sentita sempre rifiutata, respinta, considerata "diversa", "strana"...quella che non si adeguava. Ho sempre cercato di rimediare, mi dicevo "magari sono io che mi pongo in maniera sbagliata, sono io che non vado bene", cercavo di interagire di iniziare un discorso...ma, puntualmente, questo non andava mai a termine, vuoi la loro indifferenza, vuoi la mancanza di "argomenti" in comune, di complicità.

Ma fino al quarto liceo studiavo sempre in maniera regolare. Fatto sta che questo problema si è esteso durante l'ultimo anno di liceo (in cui c'è un maggior carico di ansia per gli esami da parte della famiglia e dei professori) e questo primo anno di università, in cui in realtà sto attraversando una fase "familiare e non" molto tranquilla, pochi litigi, ma ho iniziato a non aver più voglia di studiare, oppure a ridurmi sempre all'ultimo momento. Nonostante questi cambiamenti, mi sento ancora e maggiormente inadeguata, incapace, stupida perché incapace nell'esprimermi, sia se sto parlando con una persona, sia se sto in un gruppo.

In questi ultimi mesi tendo a isolarmi, a non uscire più, poiché sono arrivata al punto di non riuscire a formulare un discorso di senso compiuto...e questo lo dico perché, noto che gli altri non mi capiscono, spesso devo ripetere per "spiegarmi meglio", ma comunque le persone non riescono a capirmi. Queste persone sono soprattutto quelle al di fuori della mia famiglia, amici e non. Il senso di inadeguatezza e la sensazione di "stupidità" aumentano in questi casi, proprio perché mi sto confrontando con persone che già conosco...e ho paura del loro giudizio, di quello che possono pensare guardandomi mentre parlo e mi esprimo (invece ho notato che con gli sconosciuti, mi esprimo in maniera fluida e sensata). Per questo, sto cercando di pensare di più a quello che dico...ma proprio per questo, molte volte perdo l'occasione di "dire la mia" ...e questo mi fa demoralizzare ancora di più, perché non mi fa sentire "presa in considerazione". Conseguenza ancora più grave è che, questo mio problema/ soggezione (non so più come chiamarlo), si ripercuote anche sugli studi: durante l'esame scritto o orale, ai quali arrivo ovviamente con tanta ansia, non riesco a farmi capire, ad esprimere ciò che voglio dire, il concetto che ho in mente è lì nitido...ma escono fuori dalla mia bocca frasi disconnesse, confuse, con parole messe a caso...che non riescono a farmi esprimere in maniera corretta. Spero che, almeno voi, abbiate capito quello che intendo. Quali potrebbero essere le cause di questo problema? Come posso rimediare? Leggendo di più? Parlando di più a voce alta? Fidandomi delle persone e del loro pensiero? Ci penso in continuazione, questo problema mi tormenta: ne ho parlato anche con persone a me più vicine, mi hanno dato degli ottimi consigli...ma io non riesco a venirne a capo. Spero che voi riusciate a darmi una mano.

Grazie in anticipo per qualsiasi consiglio.

Cara Margherita

tranquilla! Ti sei spiegata benissimo!

Mentre un bambino cresce si trova immerso in un mondo che può essere minaccioso, spaventoso o semplicemente difficile da capire e gestire per le sue piccole forze, ma poichè ogni bambino ha in sè molte risorse, trova degli stratagemmi, spesso molto ingegnosi, per sopravvivere a queste situazioni. Sembra che la piccola Margherita, anche lei molto intelligente e ingegnosa, abbia trovato il modo di sopravvivere a un ambiente caotico e burrascoso (traslochi e litigi) in modo molto adattivo, cioè diventando una studentessa modello: poichè il tuo mondo aveva poca struttura, ti sei data tu una struttura attraverso lo studio. Brava! Non solo questo ti ha permesso di sopravvivere, ma è anche molto utile socialmente perchè grazie alla tua decisione hai avuto una brillante carriera scolastica. Però, dal momento che è il tuo piano di emergenza per quando la situazione "si mette male", nei periodi tranquilli non si attiva. Forse questa poca voglia di studiare è soltanto la tua parte bambina, libera e desiderosa di divertirsi (e assolutamente sana), che reclama di essere presa in considerazionealmeno quando l'allarme è terminato. Ti invito pertanto ad ascoltarla e a prendertene cura: tutti noi abbiamo una parte che si impegna per raggiungere gli obiettivi, che lavora e si sforza e una parte più giocosa, spensierata e sono entrambe importanti per il nostro benessere.

Per quanto riguarda la tua insicurezza e difficoltà a interagire con gli altri, immagino che se sei convinta di essere diversa e, per di più, di non saperti esprimere, per te sia davvero difficile avere una vita relazionale serena e soddisfacente. Anche questo è quasi sicuramente un retaggio della tua infanzia burrascosa, in cui, molto probabilmente, sei stata poco vista e rispecchiata come una persona interessante e degna di interesse. Mi chiedo se i tuoi genitori fossero interessati a quello che avevi da dire da bambina!

E' un peccato che tu tenga solo per te tutto quello che di buono hai e che non riesca a condividerlo con gli altri. Ti invito a prendertene cura, chiedendo aiuto, anche a un consultorio oppure a uno psicologo privato. Potrà darti il giusto sostegno per buttarti nella vita e vivere meravigliose esperienze, senza paura di mostrare a chi ti sta intorno la persona meravigliosa e interessante che sei.

Buona vita

domande e risposte

Dott.ssaChiara Ostini

Psicologa, Psicoterapeuta - Milano

  • Psicologia dello sviluppo e psicoterapia dell'infanzia e dell'adolescenza
  • Terapia per Disturbi d'Ansia
  • Supporto Psicologico Online
  • Interventi psico-educativi e supporto alla genitorialità
  • Psicoterapia con indirizzo Analisi Transazionale
  • Terapeuta EMDR
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