Ho sempre avuto problemi di fiducia
Buongiorno, Vi scrivo perchè non so come uscire da questa situazione. Sono una ragazza di 29 anni che ha sempre avuto problemi di fiducia. Nel corso degli anni ho preso decisioni in autonomia che mi hanno permesso di raggiungere un certo grado di sicurezza interiore. Sono sempre stata bene da sola e non ho mai avuto bisogno di un ragazzo, vivevo la mia vita con i miei spazi con le mie amicizie (divenute tali dopo lungo tempo, sempre per problemi di fiducia). Purtroppo molte esperienze passate mi hanno condizionato sul rapportarmi con le altre persone, e a fidarmi di conseguenza di tutto il resto del mondo. Da quasi un anno però una persona speciale è entrata nella mia vita. Sin da subito sono stata sincera con lui: non mi fido delle persone e ho paura a lasciarmi andare. Dopo mesi di uscite mi sono lasciata andare, complici le sue continue attenzioni, la sua vicinanza, le sue parole di incoraggiamento. Da quel momento è cambiato qualcosa in me, ho capito cosa voleva dire amare una persona. In moltissimi casi ho fatto sacrifici nei suoi confronti perchè era lui stesso a chiedermeli, come ad esempio rinunciare a delle serate perchè lui voleva stare con me. All'inizio ero titubante ma con il passare del tempo ho pensato che amare significa anche scendere a compromessi, e quindi vedevo questi sacrifici da parte mia come gesti di amore nei suoi confronti. Purtroppo dopo mesi iniziali sì difficili, ma bellissimi sono iniziati i primi problemi. Ho sempre dato fiducia a lui ma con delle riserve...quando mi diceva che usciva passavo tutta la sera a vedere gli ultimi accessi dei suoi amici per capire se fosse davvero fuori con loro o altre persone. Anche parlandone i giorni successivi mi confermava sempre che si trattavano di uscite normali e mi pregava di non metterlo in dubbio sempre. Dopo due mesi in cui ero sempre più insospettita di certi suoi comportamenti l'ho pedinato. Ho scoperto che spesso i suoi amici chiedevano a lui durante le cene di fare da spalla alle loro future conquiste e che ha cambiato posizione lavorativa. Quando è arrivato il momento del confronto mi ha risposto che vedeva il suo nuovo lavoro denigrante rispetto a quello precedente, pensando che mi sarei vergognata di lui e lo avrei lasciato (cosa non assolutamente vera) e che usciva con gli amici solo per stare in loro compagnia, di nuove ragazze non ne voleva conoscere e non me ne ha mai parlato per paura che potessi fraintendere le cose, perchè non mi fidavo di lui e pensava di potermi perdere. Il nostro rapporto è sempre stato schietto e sincero, parlavamo di tutto come se fossimo fidanzati e amici allo stesso tempo. Lui ha ammesso sempre le sue colpe, scusandosi infinite volte e dicendomi che era terrorizzato dalla paura di perdermi. Da quel momento la mia fiducia è divenuta sempre meno. Ogni minimo litigio era un pretesto per dare meno fiducia a lui. Nonostante i dubbi iniziali e il mio stargli vicino nonostante tutto (non comprendevo tali comportamenti, ma capivo la sua paura nel potermi perdere) ha continuato con gli stessi errori. Mi diceva che vedeva i suoi amici per aperitivi e improvvisamente si presentavano ragazze. Ho detto di far presente questa cosa ai suoi amici ma non ha mai avuto il coraggio di dire le cose a loro. Io credo nel suo amore, nei suoi sentimenti nei miei confronti perchè altrimenti molti suoi gesti sarebbero inspiegabili. Capisco anche le sue paure e la sua immaturità, sono la prima ad essermi messa in gioco in questa storia, a lasciarmi andare ma non capisco il motivo di questi suoi continui sbagli. Lui mi accusa di dubitare sempre di lui per qualsiasi cosa, che non riesco a dargli fiducia e lui di conseguenza si trova in situazioni che non sa cosa fare: se parlarmi ed arrivare ad un confronto (sono un tipo molto molto istintivo, spesso è capitato che gli mettessi le mani addosso) o non dirmi niente per evitare litigi. Dal canto mio gli rispondo che non posso dargli fiducia se continuamente non perde l'occasione per mentirmi, ma che gli ho sempre dato le possibilità di dimostrarmi il contrario standogli accanto. Ho chiesto del tempo per pensare alla nostra storia. Vedevo in lui la persona con cui passare tutto il resto della mia vita ma ora mi domando se cambierà mai. Dove sbaglio? io ho sempre fatto tantissimi sacrifici per lui, ma penso che amare sia anche questo. Ho anche chiesto a lui di non frequentare più i suoi amici, dal momento che ogni uscita con loro sfocia in una litigata senza fine. Aiutatemi a capire dove sbaglio. Grazie.
Cara Mara,
da quanto leggo della tua storia subito mi pare evidente quella che tu stessa descrivi come una mancanza di fiducia nei confronti degli altri che ti vincola nelle relazioni e ti mantiene guardinga con gli altri. Tu scrivi che sono state delle esperienze passate ad averti portata a utilizzare questa modalità ("Purtroppo molte esperienze passate mi hanno condizionato sul rapportarmi con le altre persone, e a fidarmi di conseguenza di tutto il resto del mondo.") ma che essa non ha comunque impedito a delle persone, a te care, di avvicinarsi a te e di restarti vicino. Sembra, però, da quanto scrivi, che tu resti sempre in uno stato di affanno, inchiodata nel pensiero che ti verrà fatto del male e cercando, nel caso del tuo compagno, prove che confermino la tua ipotesi ("quando mi diceva che usciva passavo tutta la sera a vedere gli ultimi accessi dei suoi amici per capire se fosse davvero fuori con loro", " Dopo due mesi in cui ero sempre più insospettita di certi suoi comportamenti l'ho pedinato"). Voglio rassicurarti sul fatto che il tuo non è uno "sbaglio" ma un apprendimento, un lascito di quegli eventi che ti hanno con ogni probabilità enormemente ferita. Tuttavia, ti ferisce altrettanto non fidarti e cercare riprove a conferma della tua ipotesi. Io credo, Mara, che innanzitutto dobbiamo fidarci di noi nel senso che dobbiamo credere nelle nostre forze, nella nostra autonomia e avere una salda stima di noi stessi prima di poterci fidare degli altri. Perchè la verità è che potremmo davvero essere feriti dalle persone che amiamo, in vari modi, più o meno drammatici, e che altrettanto noi potremo ferire gli altri. Quello che ci permette di fidarci è la consapevolezza che se verremo feriti potremo continuare a essere noi stessi, sapendo che se una persona ci ferisce ciò non fa il mondo un insieme di persone che ci feriranno. Potremmo iniziare dal considerare questa mancanza di fiducia negli altri come un apprendimento (che come tutti gli apprendimenti può essere alterato) fino ad arrivare poi a svincolarci da un loop relazionale di ricerche di conferma ad esempio provando a disconfermare la nostra idea trovando prove a supporto del fatto che l'altro non ci sta facendo del male/tradendo/ferendo ed arrivare ad essere positivamente sicuri di poterci fidare accettando comunque la possibilità di venire feriti. Cosa ne pensi?
Un abbraccio