Dott.ssa Cinzia Cefalo

Dott.ssa Cinzia Cefalo

psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta, consulente tecnico di parte

Paura di parlare in pubblico

La paura di parlare in pubblico

Detta anche glossofobia, dal greco glossa che significa lingua e phobos cioè paura, la paura di parlare in pubblico è inserita nel DSM 5 tra i disturbi di ansia sociale, all’interno della categoria dei disturbi di ansia.

Si tratta di un problema molto comune e frequente nella popolazione generale. Nelle forme non patologiche, è tra le prime 10 paure dell’uomo.

Il parlare in pubblico, infatti, provoca spesso un po’ in tutti, a chi più, a chi meno, sensazioni di disagio, imbarazzo e vergogna, agitazione ed ansia.

In alcuni casi, tuttavia, finisce per diventare un vero e proprio disturbo: la persona lo teme così tanto da evitarlo ad ogni costo condizionando e limitando le sue attività ed influenzando le relazioni con gli altri o, quando costretta a farlo, ha reazioni forti ed intense quali angoscia, panico, tensione muscolare, tachicardia, balbettio o voce tremante, rossori, sudorazione, capogiri, tremori, disturbi gastrointestinali con nausea e crampi allo stomaco, annebbiamento mentale con vuoto, perdita di memoria e concentrazione fino al blocco totale.

Si tratta di un’ansia da prestazione basata dalla paura di sbagliare, di fare una brutta figura o di deludere a causa di un’eccessiva sensibilità al giudizio altrui per caratteristiche personali (di introversione e timidezza), bassa autostima (che rende il soggetto insicuro ed incerto) e/o esperienze traumatiche in infanzia e/o adolescenza (come eccessivi e troppo duri rimproveri di genitori e/o insegnanti, gravi umiliazioni, prese in giro e bullismo da coetanei, ecc…) che hanno sviluppato, nell’individuo, convinzioni negative su di sé (di non farcela, di non essere in grado o all’altezza, di non essere adeguato, di essere, all’opposto, un disastro, ecc..).

La paura di parlare in pubblico può essere affrontata e risolta attraverso il ricorso ad alcune strategie. Le tecniche di rilassamento, respirazione e visualizzazione mirano, ad esempio, ad insegnare alla persona a gestire meglio le proprie emozioni nella situazione temuta. Utile, invece, specie in un contesto professionale, a migliorare la propria prestazione è l’adozione di alcuni accorgimenti come da suggerimenti sotto elencati:

  • affrontare il compito con la necessaria preparazione e la giusta competenza,
  • prepararsi il discorso a casa ed allenarsi a ripeterlo ad alta voce davanti allo specchio,
  • fare una scaletta evidenziando i punti chiave,
  • non imparare a memoria,
  • parlare lentamente senza alcuna fretta, prendendosi pause per riflettere e facendo dei bei respiri lunghi e profondi per riprendere fiato, e ad alta voce al fine di fornire un’immagine di sé sicura e competente,
  • cercare il contatto visivo con l’altro, cioè guardare l’interlocutore diritto negli occhi,
  • curare la postura in modo che risulti il più possibile rilassata, aperta e sicura,
  • tenere a portata di mano una bottiglietta d’acqua per bere in caso di bisogno.

Nelle situazioni informali, quando si è con amici, parenti, ecc…, può rivelarsi efficace, al contrario, non considerare il parlare con/davanti agli altri come una prestazione, piuttosto rilassarsi e concedersi di essere autentici e spontanei, caratteristiche importanti anche per poter ispirare fiducia ed apparire interessanti ed autorevoli agli altri.

In ogni modo, è sempre bene tenere a mente quanto segue:

  • evitare ciò che ci mette paura è il modo più sicuro per continuare a temerlo sempre di più (meglio affrontare i propri fantasmi, anche se per gradi!),
  • il perfezionismo è il nostro nemico numero uno: accettare, piuttosto, l’idea di poter sbagliare, di non ricordare e di non sapere tutto perfettamente, ammettere e giocare con i propri errori, difetti e limiti (è fondamentale, in ogni occasione, non prendersi troppo sul serio!),
  • non si può piacere a tutti: i giudizi negativi vanno sfruttati per mettersi in discussione, migliorarsi e crescere piuttosto che per affliggersi e scoraggiarsi (un atteggiamento di sana e corretta competizione/sfida è quello giusto per riuscire veramente),
  • la paura può essere trasformata in eccitazione e divenire motore ed energia delle nostre azioni (dipende solo da come leggiamo ed interpretiamo le nostre sensazioni!),
  • è sconsigliato voler essere, anche perché impossibile, chi non si è: ognuno ha il proprio stile comunicativo e relazionale da accettare e valorizzare,
  • e infine, allenarsi e provare continuamente, invece di scansare quel di cui si ha paura.

In alcuni casi, tuttavia, tutti questi accorgimenti possono non bastare e può rendersi necessario il ricorso a un professionista che aiuti la persona, partendo dalla conoscenza di sé e della situazione specifica, ad affrontare e risolvere il problema con un adeguato percorso di psicoterapia.

Dott.ssa Cinzia Cefalo

commenta questa pubblicazione

Sii il primo a commentare questo articolo...

Clicca qui per inserire un commento