Dott.ssa Claudia Urbani

Dott.ssa Claudia Urbani

Psicologo, Psicoterapeuta

Uomo-Donna: superiorità o complementarietà


Capita spesso, nel lavoro e non solo, di trovarsi a parlare di relazioni tra uomini e donne, non necessariamente di relazioni amorose, ma più semplicemente di scambi relazionali. Quasi inevitabilmente si arriva al momento in cui entrano in gioco una serie di stereotipi e di credenze. Ed allora, ecco che da parte degli uomini spuntano frasi come “Mamma mia quanto siete complicate voi donne”oppure “Certo che è proprio femmina” (sottintendendo permalosa, lunatica o , forse semplicemente difficile da capire con le “categorie” di cui dispone?), in qualche caso addiruttura emergono affermazioni come “E' che le donne sono superiori !”. Da parte delle donne, invece, è la volta di espressioni come “Ma sono proprio tutti uguali, eh!” oppure “ Va beh , ma è un maschio non ce la fa !” (sottintendendo che a certe sfumature non ci può arrivare, o forse che ci arriva attraverso canali comunicativi diversi dai suoi?).
Davanti ad espressioni di questo tipo viene da chiedersi “Ma davvero è tutto così determinato ed immutabile?”, “ Davvero c'è un nesso causa effetto, tra l'appartenenza ad un sesso biologico ed una certa modalità relazionale?”
Gli studi di genere sembrano dirci, ogni giorno di più, che la questione è ben più complessa di così anche a livello biologico, figuriamoci a livello sociale, culturale, psicologico e comunicativo-relazionale. Insomma è abbastanza evidente ormai che la situazione sia decisamente più sfumata . Eppure ci viene istintivo usare certe classificazioni, perché siamo abituati, quasi addestrati ad una dicotomia di genere a tutti i livelli. La cosa non stupisce se pensiamo che si impara a guardare il mondo ed a rapportarsi ad esso un po' attraverso quello che vediamo in famiglia e nei vari contesti formativi, che frequentiamo fin da piccoli, un po' attraverso qualcosa di più sottile, come la cultura che caratterizza il posto in cui viviamo.

Proviamo però a chiederci quali possano essere le conseguenze concrete di queste retoriche. Che succede se sono un uomo e penso che la mia compagna sia complicata in quanto femmina, o che in quanto donna sia superiore o inferiore a me ? E se sono una donna e penso che il mio compagno sia incapace di cogliere alcune cose, in quanto maschio? Beh, probabilmente mi creerò delle aspettative che allineeranno ben poco il mio comportamento e la mia comunicazione ad un'apertura e ad un ascolto dell'altro che mi permetta di comprendere il suo mondo. E l'altro cosa percepirà? Probabilmente la mia aspettativa si adeguerà ad essa, confermandola.
Bene, abbiamo appena messo in atto una profezia che sia auto-avvera!!!
Che significa? Che se noi abbiamo un certo tipo di credenze e di aspettative rispetto a qualcosa o a qualcuno, probabilmente metteremo in atto una serie di comportamenti, che porteranno l'altro a confermarci la nostra opinione.
Ok ma le differenze di genere non esistono allora? Naturalmente si, il genere è costruito soprattutto culturalmente ed impariamo, quasi senza accorgerci, a comportarci in maniera coerente con esso; è importante essere consapevoli del fatto che la differenza di genere entra in gioco anche nella modalità comunicativa e di conseguenza di ragionamento. Proviamo però a sostituire le espressioni citate sopra con espressioni del tipo:

“Spesso si innervosisce ed io non capisco bene perchè, vorrei trovare il modo migliore per capirlo con lei ” oppure “Vorrei trovare il modo per far capire al meglio le mie esigenze a lui”, la realtà che si genera è un po' diversa no?
Forse con premesse di questo tipo, possiamo pensare di conoscere il modo migliore di comunicare, con l'altro, non attribuendogli limiti o meriti, solo per il fatto di avere una certa anatomia, ma conoscendo il modo in cui si relaziona al mondo, in quanto persona altra da noi e necessariamente diversa da noi.

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