Sono ossessionata dalla ricerca della mia identità
Buongiorno, mi piacerebbe capirne di più sul tema dell’identità personale. Sono ossessionata dalla ricerca della mia identità. Mi sembra sempre più difficile vivere senza sapere chi sono e a cosa servo. Opposizione, resistenza, impedimento: per me è sempre stato impossibile arrivare alle cose senza contrasto, senza resistenza, senza opposizione. Mi riesce come naturale. Mi sembra connaturato alla mia persona. Sono la sede in cui avviene questa battaglia. Un po’ mi piace pensare di essere il campo di un'eterna battaglia. Salvo i giorni in cui prevale una o l’altra parte e allora perdo il controllo e soffro enormemente per uno sbilanciamento. Mantenere viva la lotta costa però moltissima fatica:sono angelo e guerriero, delicata e forte, esile e resistente, bianca e nera. Arrivo al limite dello sfinimento. Eppure mi sembra che attraverso la battaglia si sprigioni una forza ancora più grande, intensa e viva. Io voglio essere forte, intensa, viva. Un po’ forse è la ricerca della perfezione oppure di una “specialità” che sulla Terra non esiste. Sarebbe come dire:“Guardatemi! Brillo nell’ombra”. Proprio per questa “lotta” con me stessa, mi riesce difficile fare anche le cose più semplici come vestirmi (che immagine quindi posso dare di me agli altri?) e mangiare (digiuno ascetico e abbuffata). Rispetto agli anni precedenti adesso capitano momenti in cui realizzo di essere “bella“ per il solo fatto di essere unica. La cosa difficile però è non poterlo affermare con forza. Come se trovassi un diamante che era rimasto sepolto per anni e anni soffocato da strati di terra ingorda e crudele. Ora questo diamante lo giro e lo rigiro tra le mie mani: sono orgogliosa della mia scoperta perché so che è un tesoro portato alla luce dopo anni di sofferenza e fatica. Ma nelle mie mani questo diamante è solo un sasso. E’ inutile questo diamante. Mi sembra di credere moltissimo nello “stay hungry“ : voglia di fare, di conoscere, di migliorare; eppure contrasta enormemente con i miei frequenti “digiuni“. C’è un nome per descrivere questa cosa? Stavo per scrivere “rimedio” ma già mi spaventava l’idea di un qualcosa di definitivo. Grazie per l’attenzione. Cecilia
Buongiorno. Gentile Cecilia, nella sua mail cerco quali sono gli elementi estremi entro cui si muovono i suoi pensieri e le sue emozioni che, talvolta o spesso, bloccano la sua creatività e la sicurezza di star agendo per realizzare qualcosa di soddisfacente. Non so se si tratta di instabilità emotiva e affettiva. Come se non fosse sicura di potersi autorizzare a realizzare progetti, ad amare, a dare senso ai suoi vissuti e alla sue azioni. Ripercorro con lei alcuni punti salienti della sua comunicazione. Parto dalla sua scoperta di avere o essere un diamante, un bene molto prezioso e di grande valore, che si trasforma nelle sue mani in un sasso di nessun valore, perchè il mondo abbonda di sassi. In precedenza lei afferma che le è difficile scegliere come vestirsi prima di apparire in pubblico, timorosa o dilaniata dal dubbio di non apparire perfetta come lei desidererebbe. Nel timore che gli altri non l'approvino o peggio sino lì a criticarla. Di qui probabilmente l'ansia indicibile che sfocia non solo in una lotta a sangue con se stessa, ma anche nell'angoscia incontrollabile. L'altro dato delle sue incertezze interiori è quello di doversi muovere tra la completa astensione dal cibo e le abbuffate. Quest'ultima informazione, senza doversi richiamare obbligatoriamente a una delle dinamiche più frequenti che compaiono nella sindrome dell'anoressia bulimia, mi induce a chiederle che tipo di rapporto ha con il suo corpo. Non si comprende se lei si piace fisicamente, se accetta le sue imperfezioni non dando loro eccessiva importanza, se pensa femminilmente di possibilmente migliorarsi per essere più piacente. Il richiamo alla "perfezione" potrebbe indicare una eterna e infinita ricerca di perfezionismo, il che la riporta al senso di battaglia e di lotta che è caratteristica che peraltro ama della sua personalità. La domanda che lei si rivolge sulla sua identità io l'arricchirei con la riflessione su quali difficoltà relazionali, affettive ed emozionali, lei ha dovuto affrontare nel corso della sua formazione.
Cordiali saluti.