Da circa 8 anni soffro di disturbi alimentari
Mi chiamo Greta, ho 25 anni e da circa 8 anni soffro di disturbi alimentari. E' molto difficile riassumere la mia storia in poche righe, ma tutto è iniziato con una semplice dieta alle superiori per perdere qualche chilo. Da lì poi la ricaduta nelle abbuffate, che mi accompagnano da sempre, in un circolo vizioso senza fine. In questi ultimi anni pensavo di aver trovato il mio equilibrio, mi sono appassionata sempre più al fitness e all'alimentazione corretta, ma forse proprio tutto questo ha scatenato in me delle abbuffate sempre più violente. Ora mi capita anche di abbuffarmi per una settimana intera, mi sento male psicologicamente e fisicamente ma allo stesso tempo non riesco a fermarmi. Ancora mi chiedo da cosa dipenda tutto questo, sono una normalissima ragazza, sono laureata in lingue e sto proseguendo gli studi per conseguire la laurea magistrale, ma ho un senso di inadeguatezza che non mi abbandona mai, specialmente ora che sto riprendendo peso a causa di queste abbuffate. Vorrei chiedervi un aiuto per uscire da questo incubo, anche solo un consiglio, ne ho davvero bisogno. Grazie della disponibilità.
Gentile Greta, sono sicuro, come lei afferma, che si senta una ragazza normale come le sue amiche e le sue colleghe. Il particolare, rispetto al variegato mondo femminile, è che a partire dalla sua adolescenza ha cominciato a sentirsi inadeguata. Il senso di inadeguatezza può riguardare solo l'immagine del corpo oppure essere esteso ad altri aspetti importanti della sua persona e della sua vita di relazione. L'insicurezza a partire dall'immagine del corpo può riguardare e coinvolgere, infatti, negativamente il rapporto con gli altri. Come pensa di essere guardata e valutata dal prossimo, femminile e maschile. La sofferenza del disturbo alimentare la induce forse alla restrizione delle relazioni sociali. Dopo otto anni dacché è comparso questo vissuto di inadeguatezza e il comportamento di cui scrive, talvolta ha avuto l'impressione di aver raggiunto un equilibrio. Può darsi che si tratti di un falso equilibrio perchè ormai è diventato, il vomito, un'abitudine dipendenza. Per comprendere qualcosa di più profondo di sé, i vissuti e le relazioni familiari, sarà utile affidarsi con fiducia ad un terapeuta che l'aiuti a dare senso all'incertezza e al disorientamento affettivo ed emotivo da cui è stata investita al tempo dello sviluppo della sua femminilità. Vedrà che le sarà possibile, anche se con fatica, uscire da quello che lei descrive come un circolo vizioso che la tiene prigioniera. Un cordiale saluto.