Non riesco a prendere una scelta, sono paralizzata dall'ansia e divisa a metà...
Buongiorno,
vi racconto la mia storia...
Sono una ragazza prossima ai 27 anni, all'età di 22 ho conosciuto il mio attuale compagno e dopo circa 1 anno e mezzo sono andata a convivere, in casa sua. Il distacco da casa mia è stato traumatico, i miei litigavano sempre, perchè mio padre col tempo è sempre stato assente ed infine alcolizzato, mia madre succube della situazione.. ed infine c'era mia sorella piú piccola di 5 anni.
Dopo poco tempo è arrivata a ciel sereno la notizia che mia madre voleva separarsi. E cosí fu. Con conseguente vendita della casa (altro trauma) e con il trasloco da parte di mio padre da 1 parte e mia madre e sorella da 1 altra, in 1 altro paese piú lontano (affitto).
In tutto ció è mancata la mia presenza a sostenere mamma e sorella, ma in quei frangenti abitavo altrove e senza macchina, soffrivo la loro mancanza... mi ero buttata a capofitto nella mia attuale storia anche se stavo malissimo e non riuscivo a stare di la. Ora il mio compagno è tornato in terra d'origine x lavoro a 1200km da qui e mi aspetta x andare avanti con la nostra vita.
Attualmente mi sono appoggiata x abitare da mia madre, ma i rapporti si sono incrinati e mia sorella non mi parla piú. Fra poco dovrei raggiungere lui, devo prendere 1 decisione, ma sono straziata perchè stare qui mi ha fatto sentire la loro mancanza. Con mia madre riesco a dialogare, ma non c'è modo di parlare con mia sorella o riallacciare i rapporti.
Sono in ansia totale, vado avanti a gocce perchè mi alzo e mi addormento con tachicardia e soffro di forti attacchi di panico. Durante il giorno piango spesso e non voglio uscire di casa.
Il mio desiderio di crearmi 1 futuro con lui rimane e quanto prima dovrei prendere una scelta, pormi 1 obiettivo. Non riesco a vivere qui, cosí. Mi sento inutile, ho pensieri brutti e sempre piú negativi.
Ah, durante i 3 anni di convivenza i rapporti tra me e i miei son diventati nulli e conflittuali, mia sorella mi accusa di abbandono e ora non mi accetta. Il mio compagno non comprende i miei genitori che in questi anni non mi sono comunque stati vicini solo, perchè me ne sono andata, e non li accetta nemmeno.
Mi sento morire ogni giorno.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Gentile Mara, ciò che turba il legittimo desiderio si separarsi dai suoi genitori, parlo di separazione mentale e non solo fisica, è un pervasivo senso di colpa che la rende incerta sul seguire o meno la sua scelta amorosa e che le crea infelicità. Non so se lei si è allontanata dalla casa familiare in fuga da una insostenibile situazione conflittuale genitoriale. Ammettiamo che questa ipotesi corrisponda a quanto interiormente le sia accaduto, sia sua madre e in maggiore misura sua sorella si sono sentite abbandonate o è quello che soggettivamente lei ha avvertito, creandole quello stato d'animo per cui lei si sente colpevole. Il panico può essere inteso come un arresto della capacità di muoversi e di scegliere o meglio di poter riflettere. Manca chiarezza sul perchè i suoi genitori non hanno apprezzato e favorito il rapporto con il suo compagno, da cui è scaturita la sua antipatia verso di loro, aggiungendo conflitto a conflitto. La sua scelta passa attraverso il superamento della colpa o responsabilità che lei attribuisce ai suoi genitori e del senso di paralisi che lei stessa ha interiorizzato e di quel senso di colpa che le attribuisce sua sorella. Se non ha uno specialista a sua disposizione ne parli con sua madre, depositaria della sua storia evolutiva. Con cordialità.