Yoga Strategico
In questo momento storico a volte ci sentiamo impotenti e confusi a causa dell’incertezza del futuro. Incertezza che non colpisce solo i giovani ma anche gli adulti, uomini e donne indistintamente.
Può capitare che la sensazione di spavento prenda il sopravvento e l’ansia diventi il nostro ospite indesiderato, la nostra compagna durante le giornate, dentro e fuori casa, da soli o in compagnia, lei è sempre lì a farci da “padrona di casa”.
Quando questo accade cerchiamo strategie per non lasciarci travolgere, cerchiamo informazioni ovunque per sapere come si scatena, come placarla, ne parliamo, condividiamo le nostre paure nella speranza di alleviare, anche solo per un attimo, quella morsa che prende il petto, il cuore, la gola.
Meccanismo psicofisiologico dell’ansia
Il meccanismo dell’ansia è definito “meccanismo fisiologico adattivo” ovvero attiva l’organismo di fronte ad uno “ stressor”, situazione di allarme. Fino a una certa soglia ci rende più reattivi, in grado di mantenere il focus attentivo, aumenta capacità di concentrazione e reazione ma, oltre un certo limite, manda l’organismo in totale stress psicofisiologico e provoca l’incapacità di reagire in modo adeguato.
Se il disagio psicofisico è così intenso da creare somatizzazioni o limitare la vita personale, professionale e sociale è giunto il momento di chiedere aiuto a un professionista che ci offra le strategie adatte a ritrovare l’equilibrio mentale ed emozionale e mobilitare tutte quelle risorse interiori volte a fronteggiare efficacemente il momento di difficoltà. Associare al percorso psicologico delle strategie pratiche e concrete, volte ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza delle nostre reazioni emotive, è una leva vantaggiosa volta al miglioramento costruttivo. Ed è qui che lo yoga e la meditazione possono offrire strategie pronte all’uso.
Yoga e meditazione come terapie complementari
Il nostro rapporto con la corporeità, con la capacità di percepire consapevolmente il nostro corpo, i nostri organi e le loro funzioni, l’ascolto del respiro, accogliere e lasciare spazio alle sensazioni che emergono nella percezione, siano esse piacevoli o scatenate da qualche tensione fisico/emotiva, ci permettono di instaurare una relazione profonda. É proprio in questa relazione profonda con noi stessi che cominciamo ad accogliere anziché scacciare ciò che ci crea disagio e ci spaventa. A differenza delle credenze comuni yoga non è una ricerca forzata di una sensazione di pace e benessere “ad ogni costo” ma la disponibilità all’ascolto del piacere, della tristezza, collera, gioia, equilibrio, caos, paura……..e quando sentiamo la paura non la scacciamo, altrimenti lei intrude più di prima, siamo disponibili alla paura, cominciamo a guardare in faccia i nostri fantasmi anziché lasciarci sopraffare da essi, consapevoli che la lotta sarebbe una battaglia ad armi impari.
Non ci rimane che……..provare
Nel movimento corporeo consapevole dello yoga lo scopo è:
Il potere delle visualizzazioni nella meditazione
Durante la pratica dello yoga, associata alla meditazione:
“la concentrazione si rafforza, i pensieri vaganti, anziché trascinarci giù in qualche meandro della mente, perdono progressivamente intensità: il loro flusso diventa più lento, come un fiume, per placarsi, infine, nella quiete di un lago”. J. K. Zinn
Gli studi dello psichiatra Milton Erickson (1980) hanno evidenziato che il nostro sistema nervoso non riesce a stabilire la differenza tra un’esperienza vissuta oggettivamente e una solo immaginata nei suoi dettagli, quindi, una delle tecniche più potenti che possiamo usare nella meditazione è la visualizzazione.
Immagini e scene visualizzate vengono impresse nella traccia della nostra memoria come se fossero eventi di vita reale, diventando parte della mente conscia e subconscia.
Quando creiamo una visione nella mente, la rendiamo vitale.
Immaginare, visualizzare, ascoltare le sensazioni che emergono, essere disponibili ad accogliere il flusso di emozioni che si presenta a noi, deponendo le armi, non significa abbandonare il campo di battaglia ma vincere attraverso il coraggio di guardare in faccia le nostre fragilità, i nostri limiti, trasformandoli in risorse perché quando la mente vede i suoi limiti, diventa funzione, diventa uno strumento a nostro vantaggio in grado di percepire la realtà differentemente. Non è un approccio filosofico, è un approccio pragmatico, concreto che può essere di complemento alla terapia psicologica, in fase di consolidamento. Ci ricorda Marco Aurelio “se sei fiaccato da qualcosa di esterno, il dolore non è dovuto alla cosa in se stessa, ma al giudizio di quella, e perciò hai il potere di cambiarlo, in qualsiasi momento”
Dott.ssa Cristina De Magistra
“Ovunque tu vada ci sei già. Un cammino verso la consapevolezza” J. K. Zinn-Corbaccio Ed., 2011
“Guarire con l’ipnosi” M.H. Erickson ,Astrolabio,1984
“ Guardarsi dentro rende ciechi” Paul Watzlawick, Tea, 2015
commenta questa pubblicazione
Sii il primo a commentare questo articolo...
Clicca qui per inserire un commento