Mia figlia di 9 anni non vuole tornare a scuola
Mia figlia di 9 anni ha avuto una otite e per ovvi motivi è rimasta a casa per circa una settimana. Adesso si rifiuta di tornare a scuola, dice che non vuole più studiare, da la colpa alla maestra dicendo che la sgrida sempre, poi agli amici dicendo che non le piacciono. La sera promette che ci andrà e poi la mattina inizia a piangere disperatamente per non andarci. Quando ci sono io riesco ad accompagnarla, ma quando sono a lavoro i miei genitori non riescono a convincerla e resta con loro. Ho un’altra bambina di 8 anni che va nella stessa scuola senza problemi. Non so più cosa fare, ho provato con promesse, premi ecc poi con punizioni e ramanzine ma niente. Ho pensato a qualche problema in classe ma quando riesco a farla andare poi all’uscita è tutta contenta. Ormai la cosa dura da quasi 15 giorni. Grazie
Buongiorno signora,
se capisco correttamente: sua figlia, dopo essere stata a casa una settimana con l'otite, accetta di andare a scuola solo se è lei ad accompagnarla. Quando lei non c'è, perchè è al lavoro, rimane a casa con i nonni.
Non sappiamo se c'è un problema a scuola (con la maestra o con i compagni) ma vediamo che quando è lei ad accompagnarla la bambina ci va e torna pure a casa contenta.
Quindi il problema non è che si rifiuta di andare a scuola, ma che si rifiuta di farsi accompagnare dai nonni.
Vista così, la soluzione sembra "semplice" (per modo di dire!), ovvero: è sufficiente che sia lei ad accompagnarla tutte le mattine.
Capisco, da quello che scrive, che nel quotidiano questo non è fattibile: lei a volte lavora di mattina e non ha la possibilità di accompagnarla personalmente.
Inoltre nel suo messaggio non menziona il padre e, quando parla dei nonni, dice che "non riescono a convincerla", il che dà l'impressione che non abbiano molta autorità su di lei.
La sensazione è che l'unica persona che riesce ad esercitare un po' di autorità sulla bambina sia lei.
Nel caso sia effettivamente così, le chiedo com'è questo per lei. Forse sente di avere bisogno di un aiuto ma nè i suoi genitori, nè, apparentemente, il padre, sono in grado di darglielo.
La mia opinione è che, se la situazione perdura, potrebbe esserle utile rivolgersi ad un terapeuta per affrontare tutta la questione in maniera più approfondita.
Un cordiale saluto.