Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense
Mi sento sbagliato per la vita che conduco sin da piccolo, e così facendo la complico.
Buongiorno a tutti, sono Davide e ho 23 anni.
All età di 9 mesi mio padre fu arrestato per tentato omicidio, lasciando me e mia madre soli per 8 anni.
Sin da quando iniziai a frequentare l asilo all età di 3 anni per via di stupidi pettegolezzi e pregiudizi da parte della gente del paese i miei compagni mi bullizzavano mi prendevano in giro perché balbetto e mi lasciavano sempre e dico sempre isolato; nemmeno le maestre facevano qualcosa per me. (Racconto le cose che penso mi abbiano segnato)
Alle elementari la medesima cosa.
Quando dopo 8 anni di carcere mio padre tornò, alzava le mani a mia madre e anche a me, non c’era giorno in cui io e mia madre non subivamo violenze.
Fortunatamente mia madre un giorno si prese di coraggio e lo lasciò, creandosi una nuova vita con un altro uomo.
Mio padre divenne totalmente assente e io desideravo la sua presenza più di ogni altra cosa; anche se ogni volta che stavamo insieme in un modo o in un altro trovava la scusante per alzarmi le mani. Un giorno di giugno dell anno 2015 mio padre mi chiamò chiedendomi di vederci, io avevo già capito dal tono di voce che voleva farmi del male, ma, amandolo più di me stesso ci sono andato ugualmente. Fu il giorno più pesante della mia vita: salì in macchina, e lui si parcheggiò con il mio sportellò attaccato ad un muro (così da non farmi scappare) e senza dire una parole mi afferrò dalla testa e mi diede una testata sul naso frantumandomelo, fortunatamente sono riuscito a mantenere i nervi saldi e con una gomitata ( mentre lui mi assaliva nonostante io già fossi ricoperto di sangue per via del naso) riuscii ad uscire dal finestrino malgrado qualche taglietto causato dal vetro rotto. Scappai e lui mi rincorse con l auto tentando di investirmi; la strada era a mio favore ( doppio senso e una campagna dall altra parte della strada divisa da un muretto) quindi riuscì a scappare andando dritto all ospedale e svenendo una volta entrato. I fratelli di mio padre ( i miei zii) mi costrinsero a non esporre denuncia ma a chiarire. Quindi quando sono andato da lui dopo l’operazione al naso avvenuta una settimana dopo per avere delle spiegazioni riguardo l aggressione, lui mi rispose che lo aveva fatto perché qualcuno gli aveva detto che io facevo uso di cocaina. A quel punto io andai a fare il droga test in una clinica e portai il resoconto a lui, e incredulo nel vedermi “pulito” mi disse che la persona che gli aveva detto che io mi drogavo era in rianimazione a causa della bugia che aveva detto, e che una volta ripreso me lo avrebbe presentato per farmi riscattare. Non ho mai visto questa persona e dubito pure che esista, so che lui mi ruppe il naso solo ed esclusivamente per le problematiche mentali che lo affliggono da tutta una vita. Poi sono successe altre cose simili che non sto qui a dirvi ma vi dico che mi hanno portato ad allontanarmi definitivamente da quell uomo.
La sua presenza/assenza nella mia vita mi ha “formato” in malo modo, ho molti problemi sociali ed emotivi, faccio uso di marijuana per riuscire a staccarmi dal mondo, lo faccio ormai dal 2014 ( si ho iniziato presto perché ho sempre voluto “avvelenarmi”). Continuò ad avvelenarmi in ogni modo, tradisco la mia ragazza, mi chiudo in me stesso, non sto mai bene mentalmente e mi sento stretto Nella mia vita. Ho un contratto di lavoro Fino a novembre e ho paura di arrivare a novembre perché una volta finito il lavoro tornerò ad essere un fallito buono a nulla. La cosa che mi fa male è che so di essere intelligente e molto capace, ma NON RIESCO MAI ad applicarmi, ho sempre paura del confronto, mi sento nessuno ma nello stesso tempo so di essere migliore della gente che mi circonda. Scusate il mio discorso non ha senso.
Caro Davide, la sua lettera ha un senso, eccome! Vi è molto dolore perchè la propria storia sembra scritta dalla violenza e ingiustizia in cui è stato immerso sin da piccolo.
Violenza che non le appartiene, Davide, e dalla quale deve distaccarsi con ogni mezzo, perchè LEI E' TUTT'ALTRO.
Facile? Per niente, ma necessario; investa tutte le sue energie per imparare a pensarsi degno d'amore e costruirsi una vita che le assomigli.
I nodi da dipanare sono parecchi, me ne rendo conto, ma niente è ora più importante per lei che imparare ad amare se stesso. Poi il resto diventerà più facile, mi creda.
Si rivolga al CSM o al consultorio della sua zona e inizi questo percorso, lo faccia prima possibile, valutando pure di trasferirsi, se necessario.
Resto a disposizione privatamente, se crede. In bocca al lupo
Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense - Belluno - Padova