Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense
La scelta fra tranquillità famigliare e amore
Ho incontrato una persona, un collega molto intelligente, con modi seducenti, uno che si è fatto da solo per arrivare dove e arrivato, diventando primario a 40 anni, con innumerevoli pubblicazioni sulle riviste scientifiche internazionali, tanti incarichi. Poi, due anni fa, durante un convegno (io sono dirigente medico della sua stessa specializzazione), ci incontrammo e ci innamorammo. Io avevo (e ho tutt’ora) un marito molto premuroso, una brava persona, di cui forse non ero mai innamorata follemente ma che ho sempre stimato e voluto bene, tre figlie, ora 20,15 e 10 anni. Un ménage ben collaudato, tanti interessi in comune, vita sessuale per me poco appagante ma pazienza. C’erano tante altre cose che ritenevo più importanti, la serenità delle ragazze la mettevo al primo posto. Poi però non ero più felice. Molto prima ancora di incontrare il mio “amante”. Le ragazze non avevano più tanto bisogno di me, il lavoro mi dava sempre più soddisfazioni e il matrimonio sempre di meno. Con il mio amante il grosso problema era la distanza che ci separava ma io andavo da lui ogni weekend libero passando dei momenti bellissimi a scapito di mie figlie che, sapendolo, ne soffrivano. Ma credevo che amore potesse con il tempo appianare tutto, quella persona aveva dei progetti per avvicinarci, mi aveva promesso la vita insieme, mi aveva detto di poter amare mie figlie e non farmi separare mai da loro. Facendo lo stesso lavoro avevamo molte affinità, lo stimavo professionalmente e umanamente, la nostra intesa era perfetta e nostri interessi in comune tanti. Ero pronta a sacrificare tutto ciò che mi ero costruita negli anni, convinta che se non avessi mai abbandonato mie figlie, con il tempo mi avrebbero capita.
Poi un giorno, qualche mese fa, in modo casuale, cercando un libro a casa sua, scopri uno scontrino dimenticato sulla libreria. Portava la dicitura dell’articolo comperato, un baby doll nero di pizzo estremamente sexy della Lovable. (Che poi mi ero cercata su internet ricavandolo dal codice sullo scontrino). Peccato non fosse stato acquistato per me. Lui negava dicendo che era per sua cugina, poi, vedendomi poco convinta dalle spiegazioni balbettate, aveva detto che era una cazzata, che era deluso che gliene avessi parlato, che con quella persona non c’è stato nulla tranne qualche bacio e che non sarebbe successo mai più. Piuttosto di farmi soffrire si sarebbe ammazzato (personalità con tratti isterici, direbbe uno psichiatra).
Quindi la storia continuò a distanza, con migliaia di messaggi e telefonate giornaliere, con me che ogni volta che potevo prendevo treni per raggiungerlo con sei ore di andata e sei di ritorno, per stare con lui anche per poche ore. Una bellissima mini vacanza insieme, congressi insieme, mi innamoravo sempre di più. Lui non è mai venuto da me.
L’ultimo weekend prima di lockdown ero andata da lui e l’ho trovato un po’ distante, anche se dopo poche ore tutto era come prima, passione, tenerezza, il cucinare insieme. Al mattino, mentre lui stava in bagno, il suo cellulare, abbandonato sul comodino, si è illuminato ed e comparso un messaggio banner che diceva “buongiorno amore mio”seguito da una miriade di cuori. Quando e uscito dal bagno e mi ha trovata li, smarrita, con il suo cellulare in mano, ha accampato le scuse, la sua infermiera che di era presa cotta di lui e che lo stalkerava. I conti non mi tornavano, mi ero accorta che da quel momento si portava il cellulare in bagno. Il giorno seguente partimmo per due giorni per le terme di Merano dove eravamo già stati e dove ero stata molto felice. Solo che non riuscivo a stare tranquilla, ero si innamorata ma L’intuito mi diceva che c’era qualcosa. Durante la cena gli chiedi nuovamente spiegazioni di quel messaggio, gli dissi che non mi ero bevuta la storia dello stalking e che se non aveva nulla da nascondere, di farmi vedere i messaggi whatsap. Si era rifiutato dandomi della isterica, patologicamente gelosa e ossessiva con manie di persecuzione. Anzi, se era così era meglio se la finivamo li. Sarebbe stato lui a lasciarmi. Bello e buono, durante la cena. Io gli dissi che lui se ne poteva anche andare, avrei ordinato la bottiglia di vino più costosa e avrei dormito nella stanza già pagata per poi prendere il treno il giorno dopo. Che lui se ne poteva andare al diavolo.
Ma lui, spaventato dalla mia reazione, mi ha chiesto scusa, rassicurandomi sul suo eterno amore e la cena prosegui e poi pure dopocena e il resto. Quando ero sicura che stesse dormendo perbene, ero riuscita ad entrargli nel telefono ricordando il codice che una volta mesi prima aveva digitato con me presente e io avevo fatto mentalmente un appunto che ora era riemerso dalla mia memoria. E quando ho aperto whatsap mi è caduto il mondo addosso. C’erano messaggi sempre più insistenti, avevo scoperto che nello stesso momento che scriveva a me scriveva a volte le stesse cose anche a lei, lei una povera donna con due figli e vita difficile alle spalle, non molto intelligente e totalmente sgrammaticata essendo una rumena anche se viveva in Italia da vent’anni. Lei si era fidata, si era innamorata sognando la vita insieme includendo i figli...poi seguivano incontri in centro per un aperitivo sfociato in effusioni, una cena a casa di lui (che ama cucinare ma mi aveva giurato lo facesse solo per me e suo figlio). Addirittura, mentre stavo con lui dopo ore di sesso sfrenato le scriveva “mi manchi” dal bagno mandandole i baci virtuali mentre io ero lì a un metro ad aspettarlo nel letto. Si accordava per la settimana dopo per un’altra cena, cioè dopo che io sarei ripartita. E, il colmo, una foto di un bouquet che le aveva regalato, identico a quello che aveva regalato a me due mesi prima. Anche il menù della loro cena romantica era identico a quello preparato per me la prima volta che ero andata da lui. Mi era caduto il mondo addosso, ho scattato con il mio telefono screenshot di tutte le pagine di loro conversazioni per poi leggermele ed ero andata a passeggiare per Merano nella notte fonda per riprendermi.
Ritornai, lui dormiva profondamente, presi il suo cellulare e scrissi alla povera tipa ignara di tutto fingendomi di essere lui. Scrissi (in prima persona come se fosse lui a scrivere), che ero una brutta persona perché non le avevo detto di avere una relazione seria da un anno e che ora questa donna meravigliosa (che sarei stata io) dormiva serena e felice tra le mie braccia e non potevo più continuare ad ingannarla, perciò era finita.
Ho rimesso a posto il suo cellulare ma non riuscivo a smettere di piangere, lui si era risvegliato chiedendomi cosa stesse succedendo. Gli ho risposto di essere convinta che avesse una storia parallela e che aveva l’ultima occasione per parlarmi in modo sincero. L’avevo pregato di farlo dandogli la possibilità di chiedere scusa e, soprattutto, di spiegare. Ma lui ha reagito incazzandosi tantissimo, ha cominciato a fare i bagagli alle tre di notte dicendo “ora andiamo a casa, mi sono rotto le palle, sei pazza completa, sei malata di mente”. Io piangevo in silenzio. Poi lui si era calmato ed e tornato a letto. Il giorno dopo, era andato in bagno con il cellulare ed e uscito da lì in stato catatonico, probabilmente la tipa gli aveva risposto al messaggio in realtà scritto da me. Non essendo cretino, ha capito che io avevo scoperto tutto e letto tutta la loro corrispondenza. Abbiamo fatto il viaggio in macchina per raggiungere la sua città in assoluto silenzio, lui non ha detto una parola ma gli scendevano le lacrime e mi teneva la mano tutto il tempo guidando con una mano sola. Arrivati a casa sua mi ha preparato un ottimo cocktail, il mio preferito, ci eravamo seduti sul divano e lui mi baciava e accarezzava piangendo. Ho interrotto il silenzio chiedendo se aveva da dirmi qualcosa ma non disse nulla. Mi accompagnò al binario e mi baciò a lungo.
Dal treno avevo chiamato la povera infermiera presentandomi e raccontandole tutto. Non voleva crederci, le ho detto che se lo poteva tenere che non sarei stata più un problema ammesso lo sia mai stata. Lei mi piangeva al telefono, era affranta ma il suo sogno duro poche settimane, il mio più di un anno. Lei mi disse di perdonarlo, che non avevano mai fatto l’amore, che durante la cena a casa sua lei si senti male e che non si è arrivati a fare il sesso vero e proprio. Non poteva capire che per me una scopata occasionale poteva essere perdonata, proprio per la lontananza ecc...ma non un costruito con una promessa del futuro, non una storia parallela segreta.
Poi guardai whatsapp e trovai messaggi in cui lui chiedeva scusa e perdono, perché non ci sarebbero mai più stati gli inganni....poi tant’è telefonate non risposte...
Poi e arrivato lockdown, ho cercato ancora una volta a perdonare, ci scrivevamo e ci telefonavamo, lui ancora una volta chiedeva perdono e giurava amore immenso, voleva gli dessi la possibilità di dimostrarmelo, poi nelle altre telefonate sminuiva l’accaduto dicendo che era solo una cazzata, una fesseria da nulla, che io ingigantivo episodi senza importanza perché lui amava solo me...ma io mi allontanavo sempre di più notando che meno stavo a messaggiare più mi interessavo delle ragazze, più tempo mi rimaneva per parlare e giocare con loro. L’atmosfera a casa cominciava a cambiare, riuscivo persino a ridere e si, c’era qualche momento che non pensavo più a lui...
Poi arrivò la proposta che lui si sarebbe trasferito qui, in questo ospedale periferico, rinunciando al primariato, al posto di direttore di dipartimento, che non gliene fregava nulla di carriera. Che io ero la persona più importante della sua vita. Che mi avrebbe comprato una casa bellissima da viverci assieme, pure con mie figlie.
Il problema è che non ho vent’anni e la serenità che sto cercando di ricostruire con mie figlie e con mio marito e che mi costa molto perché sono ancora profondamente innamorata dell’altro anche se disillusa, potrebbe non essere più riconquistano le se vedo ancora al richiamo di mio amante. Che viene qui fra 5 giorni per parlarmi del nostro futuro insieme. Mi riprometterà eterno amore, mi richiederà come ha fatto più volte, di sposarlo appena avrò ottenuto il divorzio, mi parlerà dei posti meravigliosi dove viaggiare insieme, cose eccitanti da fare insieme. E io non so proprio cosa fare.
Gent. sig.ra, comprendo la sua delusione e la difficoltà oggettiva di lasciar andare il sogno e la vitalità di un rapporto molto eccitante dove ha agito senza ombra di dubbio un innamoramento e un coinvolgimento rari. Di fronte al quale tornare alla tiepida sicurezza di un rapporto coniugale non eclatante ma costellato di rispetto, stima e tre figlie dopo questo uragano emozionale sembra penalizzante.
Ma non ci sono dubbi per chi legge che il suo amante alla vita professionale inappuntabile contrappone una disinvoltura nei rapporti interpersonali tale da lasciare basiti, ai limiti del patologico e dell'anaffettività, condita da menzogne necessarie a tenere in piedi situazioni paradossali che nutrono in maniera malata il suo narcisismo evidente. Gli elementi ci sono tutti, spero che anche lei se ne renda conto, prima o poi. Un aiuto psicologico forse le aprirà gli occhi. Mi scusi la franchezza, cordiali saluti
Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense - Belluno - Padova