Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense
Voglia di convivere a tutti i costi
Salve a tutti!
Ho ventidue anni, sono fidanzata da quattro e mezzo con un ragazzo di ventotto. Lo amo e ci sto davvero bene insieme. Tuttavia a volte mi sento come un tarlo nella testa che mi sussurra cose del tipo "perchè non ti chiede di fare un passo in più?" "perchè non vuole di più da me dopo quattro anni?". Premetto che io ho una situazione pesante in casa, dovuta a vari problemi ben più gravi di questo che sto descrivendo, ma che non voglio affrontare qui. Lui ne è al corrente in tempo reale, sa bene come sono fatta e come vivo il tutto, spesso mi ci sfogo. Siamo entrambi attaccati alle nostre libertà, sin da quando ci siamo fidanzati abbiamo fatto le cose passo dopo passo, senza bruciare tappe (questo lo devo più a lui e alla sua formamentis in generale che è un po' meno impulsiva della mia), tuttavia i primi tempi ci sta, conoscersi bene e a fondo agli inizi è alla base di ogni relazione che si rispetti. Sono proprio contro quelle coppie che si conoscono e tac, subito casa e famiglia.
Fatte queste premesse, giusto per descrivere a chi giustamente non mi conosce come la penso, ora passo al nocciolo del "problema": la convivenza.
Lui lavora da dieci anni ormai, da buon ragazzo con la testa sulle spalle ha messo da parte un gruzzoletto che gli permetterebbe tranquillamente di comprarsi una casetta e iniziare a viverci, creandosi gradualmente i propri spazi (a lui molto cari). Io dal mio canto ancora studio, ho ancora davanti due anni di università avendo scelto ahimè una magistrale. Tuttavia mi do da fare anche nel mio piccolo, faccio la babysitter qui e là, dò ripetizioni quando posso, e obiettivamente posso vantare un minimo di risparmi anche io. Questi risparmi sono esigui rispetto ai suoi ovviamente, non potrei andare lontano senza un appoggio da parte sua, forse potrei permettermi un affitto, ma non avrebbe molto senso da sola. Quindi eccomi qui, aspettando con ansia questi due lunghi anni rimanenti, tra crisi familiari, personali e ansie varie, con l'ulteriore paura che prima o poi scoppierò in un pianto isterico e vomiterò addosso tutto quello che sogno, nel peggiore dei modi. Gli ho già parlato in passato dei miei progetti, ho cercato di capire se fossero simili ai suoi, ho sperato che anche solo parlandone tirassi fuori da lui una qualche consolazione, del tipo "si sai, anche io sogno di vivere con te ogni giorno prima o poi, di poter fare come fanno tutti i nostri amici, di invitarli a cena, di cucinare insieme e poi di pulire, per poi ricominciare, giorno dopo giorno crescendo e mettendoci alla prova insieme". Invece eccomi qua, a sperare di sentirmi dire queste parole prima o poi, rifugiandomi in queste scenette melense che avvengono solo nella mia testa. Parlando con lui non sono riuscita a tirare fuori un ragno dal buco, anzi, mi sono sentita troppo una piagnucolona e credulona, che a ventun'anni (all'epoca) sperava in chissà cosa. Da allora abbiamo anche avuto una crisi, non dovuta all'aver affrontato l'argomento ovviamente, ma più che altro alla situazione dovuta al lockdown che ci ha separato molto per forza di cose. Come se non bastasse, infatti, la pandemia ha peggiorato ulteriormente la situazione (per me), potendoci vedere molto meno, talvolta in macchina davanti casa, da un anno a questa parte ormai, mi ha letteralmente mandato fuori di testa. La voglia di stare insieme a lui si è moltiplicata e questi pensieri stanno diventando ossessivi. Non ce la faccio più, non mi sopporto più. Più cerco di placarmi e di procrastinare, più sento di non farcela. Il tutto come dicevo è anche esasperato dalla mia situazione familiare che non è delle migliori, ma più io capisco che la soluzione migliore per me sarebbe allontanarmene, più provo quella sensazione orrenda che ho sperimentato la prima volta che gliene ho parlato. Una sensazione di vergogna, di paura di sentirmi dire "no, è ancora troppo presto". Ho proprio paura di aprirmi ancora una volta, non sopporterei un altro rifiuto silenzioso. Ma io voglio di più, voglio dormire con lui più di una/due volte al mese, voglio condividere qualcosa di più della macchina in cui passiamo l'ottanta per cento del nostro tempo (il resto a casa di amici che hanno una casa, appunto).
Non lo so, qualcuno mi aiuti. Ho bisogno di qualcuno che: o mi sbatta in faccia la realtà, che mi dica che non è davvero il momento questo, che sono una egoista a volere una cosa del genere ora, con i suoi soldi, quando lui peraltro non vuole; o mi rassicuri dicendomi che è normale (?) pensare a certe cose (anche se non così ossessivamente, cioè guardo i cataloghi ikea trasognando la mia casa ideale.. rendiamoci conto) e che prima o poi arriverà il nostro momento.
Sono così stufa... vorrei prendermi a testate da sola in alcuni momenti in cui sembra che voglia farmi dell'autolesionismo. Vorrei essere più forte di così. Vorrei essere più risoluta e con i piedi per terra almeno quanto lui.
Spero di aver organizzato abbastanza bene le mie mille idee, in caso contrario scusatemi in anticipo.
Grazie a chiunque avrà il coraggio di leggere fin qui!
Buonasera, in lei avverto una gran confusione emozionale e questo spaventa probabilmente il suo ragazzo, che si sente pressato dalle molteplici motivazioni che entrano in gioco nel suo desiderio di convivenza, non ultimo il desiderio di sottrarsi ad una situazione familiare difficile. I tempi di una coppia possono non essere in sintonia, l'importante è parlare e confrontarsi sulle rispettive aspettative. Voi avete instaurato una comunicazione efficace e aperta? Altrimenti si rischia di dare per scontato che le nostre aspettative siano per forza simili nell'altra persona. Fossi in lei, cercherei di andare avanti per obiettivi chiari, contando sulle sue risorse personali piuttosto che sull'appoggio di un'altra persona. Le scelte di coppia devono nascere dal desiderio e non dal bisogno, così come i rapporti interpersonali. Resto a disposizione, cordiali saluti
Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense - Belluno - Padova