Dott.ssa Daniela Benvenuti

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Dott.ssa Daniela Benvenuti

Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense

Marito, Amante o nessuno dei due?

Buonasera e grazie per l'attenzione. Proverò ad essere molto lucida e riassuntiva in quanto la situazione è veramente tanto complicata. Ho sposato mio marito circa 6 anni fa e stiamo insieme da 10 anni. Quando lo conobbi fu un vero colpo di fulmine sia fisico che emotivo. Credo sia stato così per entrambi. Ho sempre pensato che la sessualità per me fosse molto importante, sono stata sempre una donna molto affettuosa, carnale, epidermica. All'inizio lui sembrava come me. Notai tuttavia che già dopo i primi mesi di relazione Eugenio, sebbene vivessimo ancora nelle rispettive case delle famiglie di origine, non cercava molta intimità con me, quando per dire una delle due case era libera. Mentalità molto artistica ha sempre preferito suonare, scrivere, leggere. La sessualità era al limite della normalità, come se per lui non avesse tutta questa importanza e lo so, potrebbe già finire qui, si potrebbe già parlare di una certa incompatibilità, ma io ero comunque felice, perchè c'era molto altro. Comunque mi bastava quella sessualità, dato che mi riempiva di attenzioni emotive. Il brutto è venuto dopo, col matrimonio. Anni addietro aveva perso suo padre (uomo molto autoritario) e rimasto solo con sua madre, donna molto apprensiva e premurosa, era stato riempito da ella di protezione, premure, paure, attenzioni.. non gli è mai stato chiesto di alzare un dito in casa, anche se questo voleva dire buttare all'aria pile di giornali vecchi e impolverati lasciati in camera sua. D'altronde, anche la madre, donna molto buona ma ansiosa, era una grande accumulatrice. Penso che il matrimonio gli sia sempre pesato. Tanti doveri. Io lo sposai felice, ma la nostra vita sessuale era già abbastanza insoddisfacente. Condividevamo pareri su film, musica, concerti, teatro e tante cose intellettuali interessanti... ma non vedevo la voglia di un marito nei miei confronti, spesso mi sentivo trasparente. Non c'era desiderio. Dopo qualche anno di sesso puramente a letto, dove lo percepivo assente, senza mai troppa fantasia, sempre solo quando non era stanco, vivendolo io quasi come un contentino, ho sollevato il problema. Parlando, piangendo, facendogli capire che volevo di più, più gioco, più complicità... che la sessualità era un universo meraviglioso dove potersi lasciare andare, che potevamo andare insieme in un sexy shop o quello che lo aggradava. Mi sono sentita rispondere tante volte che le coppie "non fanno questo". Non si toccano sotto un tavolo. Non si toccano in una vasca idromassaggio. Non vanno al sexy shop. C'è da aggiungere una grande matrice cattolica, poichè lui ha fatto parte di un gruppo cattolico, che era più una setta che un gruppo cattolico, a detta non solo mia. Tralascio su questo sennò non finisco più. Prima di me aveva avuto sempre solo storielle da emozione da prima volta, si divertiva un po' e poi, una volta conquistata la preda, trovava una scusa per liberarsene. Di me si era innamorato ed era rimasto. C'è per l'appunto da aggiungere che io sono sono una donna piuttosto attiva, non mi è mai pesato darmi da fare, lavorare, adoro viaggiare... lui è sempre stato molto molto pigro. Basta dire che i viaggi li ho organizzati sempre io. Dopo anni di lamentele andammo da una psicologa di coppia... E lì è iniziato un circuito di verità dolorose che mi hanno fatto passare la voglia di lottare, o meglio di andare con lui in terapia. Dalla seduta venne fuori che lui mi vedeva come una sorella, come una madre, che non sapeva dove ritrovare la passione che aveva per me. Che se anche io fossi andata con un altro uomo lui non poteva dirmi nulla. Fu dolorosissimo perchè la psicologa gli chiese "com'è tua moglie? Com'è la sua scollatura?" e lui.. guardandomi... disse "carina...". Ho pianto per due giorni. Nonostante tutto ciò lui si dichiara INNAMORATO e vede solo me nella sua vita, l'unica donna con cui invecchiare, quella che vede anche nell'altra vita. Ma la vita che abbiamo è questa! Ho scoperto poi, tra le mille cose che vorrei raccontare, la sua dipendenza dai porno. Vedevo periodi di inattività scoprendo che lui preferiva masturbarsi. Ho scoperto poi anche la sua indole voujerista... mi ha confidato in più occasioni che magari gli veniva una fantasia se una cliente nel suo negozio aveva un bel sedere, o le si scopriva un fianco, ma magari finiva lì. Bastava la fantasia, non arrivava a masturbarsi. Non mi ha mai tradita. Dice. Ma ci credo... lo eccita il vedo non vedo, ma delle altre donne. Lo so, si percepisce una punta di sarcasmo... ma le ho provate tutte. Tutte. Dalla dolcezza, alla mascherina sexy, all'autoreggente, allo sportivo. Lui porta la sessualità fuori dalla coppia... e ora so ancora di più che lo ha sempre fatto... io sono sempre la sorellina da tenere protetta, la madonnina sotto la campana. Il suo sesso è autoreferenziale, lo attrae la mutandina usata di un'altra donna, ma non la mia. Preferisce la signora anziana e brutta vista in negozio (cose dette da lui in certi momenti in cui discutevamo) che una donna come me, dolce, piacente e in forma (me lo voglio dire da sola accidenti). Anche se io gioco a fare l'altra donna sarò sempre quella che conosce. L'unica relazione affettiva che ha avuto è stata con la madre e ogni volta che si affeziona ad una donna automaticamente trasferisce la sua figura su di lei. Dopo che la madre è venuta a mancare, la cosa si è accentuata. Vi lascio solo immaginare la gioia di sentire queste cose dal proprio marito. Nonostante ciò, sono restata. Dormo con lui, se vuole essere abbracciato lo abbraccio, cucino, lavo, stiro, usciamo a mangiare ma siamo come due fratelli che si adorano. Quindi sono restata, ma male. Ho accettato le avances di un amico con cui ad oggi, dopo un anno e mezzo ho una bella relazione. Relazione anch'essa problematica, perchè lui è sposato infelicemente, ma ha in casa la madre anziana, una figlia grande che non lo perdonerebbe mai se lasciasse la madre e una moglie totalmente incapace di cavarsela da sola (lo so sembrano clichè, ma non lo sono in questo caso, conosco bene la persona). Lui si dichiara innamorato, per la prima volta così (sta con la moglie da sempre e si è sposato ragazzino) e a tratti sembra seriamente deciso a fare una scelta. Dice che non è mai stato geloso ed di me lo è molto. Mi dimostra presenza e aiuto (ha dato una mano a mia nipote e ha aiutato me a montare una cucina per mia madre, è molto presente). Io sto temporeggiando, sento che devo ancora capire delle cose, devo ancora capire perchè sto così bene fra le braccia di mio marito, senza ahimè, ma credo sia anche lecito, desiderarlo più. Perchè ora è questo il problema, inizio a viverlo anche io come un familiare, ma vuoi perchè c'è Giacomo, vuoi perchè mi sento ferita, non vedendo il suo desiderio. Mi sembra di avere sulle spalle tutta la situazione, come se dovessi decidere tutto io. Ovviamente la passione con Giacomo è perfetta. E' bellissimo. Mi ha salvata, mi ha fatta sentire donna, mi è stato vicino, mi ha portata a mangiare, a sorridere, ci vogliamo bene e ci sosteniamo. Caratterialmente andiamo d'accordo, ma riconosco che viversi solo il bello, il proibito, non fa vedere lucidamente le cose quindi resto con i piedi per terra e mi guardo dentro ogni giorno, capendo comunque la situazione problematica. Essendo io incapace di dire bugie a mio marito ho confessato tutto, all'inizio solo per cercare una gelosia che non c'è stata, poi perchè mi sentivo sporca. Niente. Se vi dicessi che lo accetta perchè gli basta quello che gli do? Se vi dicessi che gli è quasi grato? E continua a dire che soffre molto di più per il male che lui stesso si sta facendo e mi ha fatto, piuttosto che per un tradimento? Quindi ad oggi vivo un tradimento legalizzato e un marito amico in casa con cui tutto sommato sto bene e che non vuole lasciarmi andare. Eugenio, mio marito, sta andando in terapia da solo da un sessuologo, io non sono più voluta andare... è stato riconosciuto dal sessuologo stesso che il "problema" se così vogliamo chiamarlo (la causa è sempre da cercare in entrambi e torto e ragione non servono a molto) è certamente legato alle sfere passate di mio marito e quindi sta cercando di risolvere, ma non garantisce si risolverà. Una domenica ho detto a mio marito che se mi avesse garantito un po' di passione io sarei potuta tornare ad essere tutta sua (non ne sono tuttavia convinta ora) ma lui mi ha risposto che non può garantirmi la passione che voglio e che gli va si tocca. Probabilmente si è sentito provocato. Lo so, sembra brutale, molte donne avrebbero già mollato tutta la situazione... ma è l'uomo più buono del mondo per tutto il resto, emotivamente mi sostiene tantissimo e fa il tifo per me, pure troppo forse! Non capisco più l'Amore dove sia. Prima di tutto il casino ero rimasta incinta, ero tanto felice, e ho perso il bambino. Non ho mai pensato che mio marito desiderasse smodatamente un figlio, è tanto figlio lui forse ancora, però mi è stato vicino. Li amo entrambi in maniera totalmente diversa. Sono una donna spaccata. Martoriata. Ho pensato di separarmi per un periodo da entrambi per capire. Ma tanto, qualunque cosa io scelga potrei non risolvere nè da una parte, nè dall'altra. Dov'è il mio bene? Non lo vedo più. Andai anche io per conto mio a fare una seduta da una psicoterapeuta che capì perfettamente il mio bisogno di evasione. Mi sono sempre sentita dire che ho bisogno di poche sedute, che sono equilibrata. Che se non avessi trovato questa valvola di sfogo sarei impazzita. Dovrei tornare in terapia, forse solo per trovare il coraggio di volermi bene. Lo so è un gran calderone... e ci sarebbe da dire tanto altro, tipo che a 20 anni ho perso mio padre, che il nostro legame era speciale, e che il mio amante ha 13 anni più di me. Grazie ancora e spero di aver fatto un discorso abbastanza chiaro!

Un discorso più che chiaro, Sara, un'analisi accurata del vissuto psicologico di suo marito e anche del suo, talmente accurata che come terapeuta non ho nulla da chiederle in merito alla situazione che descrive: i conflitti interni sono chiari, entrambi ne siete consapevoli e cercate di risolverli, anche se è tutt'altro che facile. Perchè lei, Sara, è innamorata di suo marito, che le vuole molto bene, a suo modo ovviamente, ben conscio di questo dualismo mentale che gli impedisce una sana vita di coppia. 

"Dovrei tornare in terapia, forse solo per trovare il coraggio di volermi bene"

VOLERSI BENE è proprio quello che NON sta facendo, non ascolta le sue istanze più profonde. Come vede, nella sua lettera non manca nulla, nemmeno una possibile e legittima soluzione al suo arrovellarsi stritolata in una situazione per il momento senza via d'uscita e alla sua infelicità. Proviamo a partire da lì e poi vediamo in quale direzione il colmare questa importante lacuna la porterà?

Un abbraccio

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Dott.ssaDaniela Benvenuti

Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense - Belluno - Padova

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