Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense
Problemi relazionali con mia madre
Sono una ragazza di 24 anni che da poco ha conseguito la laurea triennale. In questi anni di studio mi sono traferita in un'altra città, condividendo la casa con altri studenti. Da febbraio però, dopo il diploma, sono dovuta tornare a vivere con la mia famiglia facendo ritorno nella mia città d'origine.
Questi mesi mi hanno portato ad una regressione immensa. Il rapporto con mia madre mi logora ogni giorno causandomi disturbi alimentari, dolori psicosomatici e paranoie di malattie incurabili.
Mi sono resa conto di non aver mai effettivamente superato i problemi relazionale con mia madre, finendo per nascondere sotto il tappeto tutte le ansie e i dolori che le dinamiche del nostro rapporto mi causavano.
A volte sento che il mio unico ruolo da figlia sia stato quello di "non crearle problemi", di non "crearle disturbo".
Fatico a sopportare la sua voce, le sue parole, Mi sento imbrogliata, mi sento farcita di bugie e inganni da anni.
Allo stesso tempo non voglio credere che mia madre non mi ami, che non gli interessa nulla di me, che sono solo un "dovere".
Ovviamente questi pensieri mi fanno sentire un peso, una persona ingrata e inutile.
Sono giunta alla conclusione , anche se presto me ne tornerò a vivere fuori casa, che sia necessario trovare le origini di questo rapporto malato e tossico. Non voglio provare sentimenti negativi nei confronti di un mio genitore, che mi ha comunque cresciuto e accudito. Voglio poter vivere con serenità e voglio superare tutte le paure che mi sono state inculcate e che ho assorbito durante la mia crescita.
Vorrei liberarmi da questi dubbi e da questa rabbia.
Buongiorno, Sara, proprio come esprime lei nel suo scritto, un rapporto conflittuale e difficile con chi ci ha dato la vita non può essere in alcun modo rescisso psicologicamente, perchè fa parte di lei in ogni caso. Semmai va analizzato ed elaborato per poter venir compreso, nel bene e nel male. Arrivare al punto che possa venire osservato dal di fuori, altrimenti la farà sempre soffrire, nel corpo e nell'anima, e bloccherà o perlomeno la sua crescita personale. Un paziente e adeguato lavoro terapeutico può fare molto per aiutarla in questo senso. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o informazioni, un abbraccio
Dr.ssa Daniela Benvenuti
Ricevo a Padova, a Feltre e in modalità online
Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense - Belluno - Padova