Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense
Sono depresso oppure si tratta di qualcos'altro?
Salve a tutti, mi chiamo Tommaso ed ho 25 anni, è la prima volta che propongo un quesito in questa piattaforma. Provo a spiegare ciò che almeno credo mi stia succedendo.
Da un po' di tempo ormai, credo un paio d'anni mi sento come se fossi sulle montagne russe. Un giorno sto su, un giorno sto giù. Faccio molta fatica a trovare un equilibrio interiore. Sono una persona che ama migliorare sè stesso in molti aspetti, quindi difficilmente mi lascio andare al 100%, cerco sempre di tirarmi su, di trovare le cose belle della vita, di consigliare sempre la cosa migliore alle persone.
Premessa: sono un ragazzo introverso, penso decisamente troppo. Penso alla mia persona, come appaio agli altri, cerco di avere tutto sotto controllo. Non ho mai avuto una vita sociale ampia, ho sempre avuto pochi amici ma diciamo buoni. La mia vita lavorativa è particolare, cerco di viaggiare il più possibile, quindi faccio lavori saltuari lasciando in secondo piano la carriera. Il viaggio mi fa sentire libero, mi dà sensazioni positive, La mia famiglia è molto stretta, genitori separati, siamo in tre, io mamma e fratello. Situazione familiare un po' piatta, non dico tragica, triste o difficile, semplicemente non mi sento di farne parte appieno, ho sempre cercato di crearmi una vita mia al di fuori.
Ultimamente, da un anno circa, mi sento come se fossi sprofondato. Tornato da un viaggio di tre mesi mi sono ritrovato a casa, di nuovo in famiglia, in una situazione scomoda, che non mi piace e mi sono sentito costretto a vivere una realtà che non mi fa stare bene. È stato un momento difficile, non sapevo che fare della mia vita, non avevo prospettive. Mi sono iscritto ad un corso, e l'ho concluso questo ottobre. Quest'anno pensavo solamente a ripartire per un viaggio, cosa che farò ora, a novembre.
La cosa che mi rende confuso è questa instabilità fisica ed identitaria.
Non avendo una strada lavorativa sicura spesso mi sento, o mi fanno sentire, diverso, come sbagliato. Vivendo un vita "fuori" e poi tornando a casa sento come se vivessi vite diverse, e questo mi destabilizza, come se regredissi tornando adolescente. Avendo una vita sociale molto scarsa passo molto tempo da solo, e la cosa mi è sempre piaciuta, però mi ha portato anche ad avere pensieri distorti forse, ad allontanarmi un po' dalla realtà. A vivere la vita spesso come spettatore che come partecipante vero e proprio.
Ultimamente mi sento come ossessionato da me stesso, mi perdo nei miei pensieri, cosa fare, cosa non fare, chi sono, chi non sono. Questa cosa mi rende difficile la socialità, quando ascolto le persone spesso mi perdo e penso alle cose mie, non prestando attenzione e dimenticando cosa mi dicono. Vado via con la testa. Parlo poco ed ho una voce bassa, come se se avessi un blocco a livello addominale, ansiogeno, che mi fa provare uno sforzo non da poco nel parlare e nello esprimermi. Non riesco a concentrarmi nelle cose, non rispondo ai messaggi, mi dimentico gli impegni.
Mi sento semplicemente bloccato e confuso. Come se mi mancassero delle certezze, e come se non riuscissi ad esprimermi appieno trovando il mio spazio, il mio luogo, la mia vita dove nelle quale poterlo fare.
Ho provato ad andare da uno psicoterapeuta. Sinceramente è stato benefico ma o fatto poche sedute. Secondo lui non c'è nulla di grave, semplicemente l'ambiente familiare forse non mi fa troppo bene e in me c'è una parte che vuole stabilizzarsi e una parte che vuole ancora sperimentare.
La cosa che mi piace di me è che ho tanta voglia di fare, di provare. Ho aperto un blog di viaggi, sto provando a fare della scrittura un lavoro, ma purtroppo non riesco a concentrarmi ora, mi manca la motivazione e la fiducia in me stesso, non riesco a capire chi sono e questi sintomi che ho descritto sopra mi spaventano.
Caro Tommaso, personalmente concordo col suo terapeuta. Essere giovani non è mai stato facile, molto di più in questo periodo storico che dà incertezza invece di dare riferimenti, soprattutto a livello progettuale. Ho molti pazienti giovani come lei e riscontro in quasi tutti questa incapacità di vedersi dentro uno specifico progetto esistenziale. In effetti questa società dà molti input e molte alternative, ma non garantisce soluzioni stabili. Costruire una identità propria è assai più difficile che in altri periodi storici, però, se riflette, molto più creativo e affascinante; bisogna lavorare sull'autostima e costruirsi con pazienza, che in ultima analisi è accettazione di sè, e imparare ad ascoltarsi possibilmente senza farsi condizionare dal giudizio altrui, percorso tutt'altro che agevole, ma ripagante. Impari a non farsi dominare dagli stati d'animo e a padroneggiarli, senza averne timore, e ad apprezzare tutta la ricchezza interiore che traspare dal suo scritto. IO LA INTRAVVEDO!
Le consiglio di implementare le abilità sociali, tipo comunicazione assertiva, autostima, gestione emozionale, possibilmente in gruppo, dove avrà modo di scoprire che vi sono molte altre persone che condividono le sue incertezze.
Mi contatti, se crede, anche solo per fare una chiacchierata
Un caro saluto
Dr.ssa Daniela Benvenuti
www.danielabenvenutipsicologa.it
Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense - Belluno - Padova