Depressione e apatie per paura di fare le mie scelte
Buongiorno. Scrivo perché ormai da troppo tempo ho un nodo alla gola che non riesco più a sciogliere. Sono una ragazza di 27 anni. Timida, ben educata, sin da bambina ho sempre condotto una vita ordinaria e tranquilla. La depressione che soffro in modo altalenante da ormai 3 anni deriva da qualcosa che dovrebbe portare solamente felicità, ovvero l'amore. Quattro anni fa iniziai una relazione con un ragazzo che vive oltreoceano che mi ha salvato dalla solitudine in cui mi sono sempre sentita nella vita, io che avevo pochi amici e non avevo mai avuto un fidanzato. Il sentimento è stato subito molto forte e ci ha portato a fare progetti di vita insieme, Abbiamo lottato per molto tempo vedendoci pochi giorni all'anno finché la scorsa estate mi sono finalmente decisa a provare un'esperienza di lavoro all'estero, dove sono stata per un anno. Dico "mi sono finalmente decisa" ma in realtà sarebbe più opportuno dire "mi sono finalmente ribellata", perché la mia famiglia è sempre stata contraria. Eppure l'anno che ho passato là è stato bellissimo, non solo dal punto di vista affettivo ma anche dal punto di vista personale, perché mi ha permesso di crescere come persona e rafforzare giorno dopo giorno il mio carattere così chiuso e insicuro. Partire mi ha permesso di uscire dal tunnel in cui mi trovavo, ma ritornando sono caduta ancora in depressione, e questa volta più profonda. Doveva essere una vacanza per rivedere la mia famiglia e invece la disapprovazione con cui mi sono imbattuta nuovamente mi ha tolto le forze e ho perso la lucidità. Ora sto odiando me stessa perché mi sento infelice e così debole, una pallida ombra della ragazza intraprendente e socievole che ero diventata. Sono infelice perché da un lato so di non trovarmi a mio agio qui, dall'altro faccio fatica a immaginarmi una vita lontana da casa, soprattutto se mi proietto in un ipotetico futuro quando i miei genitori saranno già anziani. Mi sento sola e non parlo con nessuno perché quei pochi amici che avevo hanno la loro vita e io sento di essere rimasta un passo indietro. A casa non ho dialogo perché ora che non sono più con il mio fidanzato hanno ricominciato a tormentarmi vecchi episodi di scontri con la mia famiglia che ha sempre mostrato il suo disprezzo per questa relazione. A volte mi sento la testa scoppiare perché rivivo frecciatine, rimproveri e frasi pungenti che hanno lasciato il segno ed è un dolore che non riesco a sopportare. Sono troppo sensibile, questo è il mio problema. E ora che non sono partita non riesco a evitare di sentire rancore e tristezza. Ero piena di entusiasmo e vita e avrei voluto condividere tante cose del mio anno all'estero, ma non è stato impossibile perché sembra un tema tabù. Ora provo rabbia per la mia solitudine e debolezza. Vorrei leggermi dentro, capire cosa voglio e cosa può darmi la serenità ma non riesco a valutare oggettivamente la mia situazione, Il mio sogno è sempre stato che il mio ragazzo potesse trasferirsi qui in Italia un giorno e costruire qui il nostro futuro, ma il nostro paese per ora non offre molte garanzie. Io mi sento tra l'incudine e il martello e sono depressa perché le cose sono talmente degenerate che non capisco se sto sbagliando tutto o se sto facendo qualcosa di buono. Da un lato sento di aver addolorato e "distrutto" la mia famiglia, dall'altro sento che dopotutto il "problema" si chiama Amore e avrebbe dovuto portare felicità invece di screzi. Sono confusa e mi sembra di sprecare la vita nell'indecisione, nei dubbi e nelle paure. Penso spesso alla morte e so per certo che non avrei mai il coraggio di togliermi la vita, però non posso negare che spesso vorrei non essere mai nata per non trovarmi ora in questa situazione troppo dolorosa in cui non sono capace di fare una scelta, perché qualunque sia addolorerei qualcuno. Cerco di indagare a fondo in me stessa e per i sogni che faccio o le fantasticherie diurne mi piacerebbe il tipo di vita che ho sperimentato all'estero, ma siccome mi sembra che mi manchino le forze e che mi sentirei in colpa e non potrei condividere la mia felicità sprofondo nell'abisso e mi viene solo da piangere. Non so davvero dove sbattere la testa. Vi ringrazio per l'attenzione.
Bianca
Cara Bianca, dalle sue parole arriva una grande solitudine, mista ad un senso di impotenza e frustrazione per le scelte che ha fatto per non deludere la sua famiglia. Da come parla sembra di aver capito che l'esperienza all'estero ė stata, e potrebbe ancora essere, per lei fonte di soddisfazione, serenità e pienezza. Ma resta bloccata dall'affetto "condizionato" della sua famiglia, che non le da libertà nė accettazione....e lei in questo momento sente di non avere la forza nė per sopportarlo nė per ribellarsi. Ho l'immagine di un puzzle complesso fatto di tanti piccoli pezzi, che in questo momento lei fa fatica a ricomporre. Per questo, la invito a fermarsi e a prendersi davvero cura di sė in maniera autentica, per capire quali sono i suoi sentimenti, i suoi bisogni più profondi, le sue risorse. Un percorso psicologico con un professionista di cui si fida potrebbe essere un valido modo per guardarsi dentro, cosa di cui lei stessa dice di sentire l'esigenza. Faccio il tifo per la sua vita!