Dott.ssa Daniela Guzzi

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Dott.ssa Daniela Guzzi

Psicologo Clinico

Delusioni lavorative

Buongiorno, fino a un anno fa mi trovavo in una situazione lavorativa difficile, economicamente molto positiva ma in un ambiente castrante. Nella mia vita sono sempre stata sfortunata con il lavoro, ho incontrato gente malvagia e arida ) so che sembra lamentoso dirlo ma purtroppo è andata così), e alla fine dopo alcune delusioni (nonostante la mia laurea raggiunta in giovane eta', con sacrificio mio e dei miei genitori) ero approdata in questo posto dove per molti anni sono stata abbastanza bene, nonostante mi sia sentita spesso sottostimata, considerate da un lato le mie buone competenze e dall'altro l'arroganza delle persone per le quali dovevo lavorare, che pur essendo ignoranti sulle tematiche che riguardavano il mio lavoro, e con un livello culturale generale molto basso, spesso mettevano in dubbio ciò che facevo, la mia persona, come mi vestivo e si consideravano superiori a chiunque solo perché molto ricchi. Ho tollerato questa situazione per molti anni, a volte anche con umiliazioni, sentivo che "mi stavano rubando la vita" e che, dopo tutto quello che ho studiato, mi meritavo qualcosa di più, ma non avevo il coraggio di cambiare per paura di trovarmi a piedi. Ma si sa, a volte la vita decide per noi. Quindi, ultimamente le cose sono andate via via peggiorando esponenzialmente, ci sono stati dei cambiamenti che hanno reso per me impossibile continuare a lavorare per loro , anche a livello di rapporti personali soprattutto con un dirigente nuovo arrivato, una persona davvero viscida, ansiogena e manipolatrice con il quale non c'è stato feeling fin da subito. Per questo ho chiuso ogni rapporto con loro, sperando di poter ricominciare nonostante io non sia più giovane (sono donna, mamma e ho più di 40 anni), ma mi era intollerabile rimanere, in sostanza mi hanno obbligata a fare questa scelta, ho dovuto perché altrimenti sarei uscita di senno probabilmente. Ovviamente da parte loro finché tirano la corda niente di male, quando poi uno non ce la fa più non si fanno domande sul perché della reazione ma ti incolpano di come hai reagito. Ora però, nonostante i miei titoli il mondo del lavoro mi considera vecchia, non riesco a trovare altro perche' per alcune cose sono troppo qualificata e per altre non ho le competenze avendo acquisito competenze molto specialistiche, e mi sento come una pallina in un biliardino, ho mandato cv a chiunque senza risposte, sto valutando di fare concorsi, ho fatto domande per insegnare nelle scuole, niente di niente. Inizio a deprimermi nonostante la forza che cerco di trovare tutti i giorni per mio figlio e mio marito e mia mamma vedova, non so davvero cosa fare e continuo a pensare con rabbia a queste persone ..non riesco a liberarmi dalla rabbia che ho verso di loro perché dopo tutti quegli anni passati non si sono fatti nessuno scrupolo a gettarmi via come un fazzoletto usato. Gli amici i parenti e gli ex colleghi (che se ne sono andati via tutti da li perche' l'ambiente è diventato tossico) mi dicono che ho fatto bene a rompere la collaborazione. Per fortuna economicamente ho chi mi aiuta, anche se questa situazione di dipendenza non mi piace, non è da me. Spesso sogno queste persone e ci penso continuamente durante il giorno, vorrei solo che non fossero mai esistite nella mia vita, ma sono stati tanti anni della mia vita e quando ci penso mi sembra di averli buttati tutti ...mi pento di aver fatto anni fa questa scelta. Vorrei tanto eliminarli dalla mia memoria.

Gentilissima

La situazione che descrive è davvero complessa e comprensibilmente dolorosa. Le esperienze che ha vissuto sul lavoro, insieme alla frustrazione e alla rabbia per il modo in cui è stata trattata, sembrano aver lasciato un segno profondo. Quando una persona si sente svalutata o manipolata per lungo tempo, è naturale che i sentimenti di rabbia, risentimento e rimpianto emergano, soprattutto quando si percepisce di non aver ricevuto il riconoscimento che si meritava. Mi colpisce molto come parla della rabbia e del risentimento che prova verso queste persone e della difficoltà nel liberarsene. È comune, in situazioni come la sua, sentirsi bloccati nel passato, soprattutto quando quel passato ci sembra un ingiusto spreco di tempo e di energie. Si è mai chiesta come questi pensieri influenzino la sua capacità di proiettarsi verso il futuro? Spesso, infatti, la rabbia può diventare una sorta di "catena invisibile" che ci tiene legati a quelle persone e a quelle esperienze, impedendoci di andare avanti. Quello che descrive riguardo alla difficoltà di trovare un nuovo lavoro, nonostante i suoi titoli, è una realtà purtroppo comune a molte persone. È facile sentirsi scoraggiati, soprattutto quando si affrontano una serie di rifiuti. Mi chiedo: cosa potrebbe fare, a questo punto, per riconnettersi con ciò che le piace fare? Potrebbe esserci uno spazio in cui valorizzare le sue competenze in un modo nuovo o creativo? Infine, le vorrei chiedere: come pensa che la rabbia verso queste persone influisca sulla sua vita quotidiana e sul rapporto con i suoi cari? Spesso, liberarsi da sentimenti così forti non significa dimenticare o perdonare del tutto, ma trovare modi per non lasciare che queste emozioni definiscano il nostro presente. Ha mai pensato a qualche strategia o pratica che potrebbe aiutarla a gestire e trasformare queste emozioni in modo più costruttivo per se stessa? Forse affrontare tutto questo con qualcuno che possa ascoltarla e accompagnarla potrebbe essere di grande aiuto, specialmente per riconnettersi con le sue risorse interiori e ritrovare quella forza che ha già dimostrato di avere.

Un caro saluto.

Dott.ssa Daniela Guzzi

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