Cara signora, immagino che sia un momento molto difficile sia per lei che per suo figlio. Consideri che di fronte a queste situazioni spesso genitori e figli sono nella stessa situazione: è difficile per entrambi comprendere quello che sta succedendo e questo può portare con sè disorientamento, senso di solitudine, paura di sentirsi sbagliati o di sbagliare, e così via. Ciò non fa che amplificare la difficoltà di affrontare una situazione già difficile di partenza. Mi sembra che suo figlio attraverso le sue difficoltà di rapporto con i coetanei stia esprimendo, nell'unico modo che gli è possibile, una richiesta di aiuto rivolta agli adulti che lo circondano, che va accolta con serietà e che necessita di essere decodificata. Credo anche che la sua difficoltà a mettere in atto qualcosa di diverso, nonostante i tentativi di aiuto e di comprensione di compagni e insegnanti, non sia un segnale del fatto che "non abbia voglia di cambiare", piuttosto una dichiarazione di quanto "da solo non ce la faccia a cambiare". Pertanto ritengo che sia opportuno che vi rivolgiate ad uno psicologo esperto dell'età evolutiva per essere aiutati innanzitutto a capire e a decodificare la richiesta d'aiuto del bambino (già solo comprendere cosa sta succedendo alleggerirà il bambino e tutta la famiglia) e, sulla base di questo, valutare di cosa eventualmente abbia bisogno. Tanti auguri!