Iniziò a soffrire di ipocondria
Salve, sono una ragazza di 27.
Da qualche mese a questa parte vivo un disagio di non poco conto che non mi permette di vivere serenamente nulla.
Premetto che durante gli anni passati ho passato diverse sventure e non mi sono mai scomposta, a 14 anni ho riportato una frattura scomposta di tibia e persone alla gamba sinistra (ha richiesto l'operazione Ovviamente) e in quella occasione ero io a fare forza ai miei genitori senza avere mai cedimenti.... Anzi.
Due anni fa c'è stato un fatto più grave, durante un allenamento sono scivolata rompendo mi il polso destro.
La frattura è stata terribile e si temeva il peggio essendo scoppiato l'osso. Anche in quella occasione, avevo paura dell'intervento ma non ho mai mostrato a nessuno le mie remore, cercavo di dare forza agli altri senza mostrarmi in difficoltà. Nemmeno al mio ragazzo ho mai detto nulla ma mi ha confessato poco tempo fa di aver capito che in fondo stavo male ma cercavo di fare l'indifferente per non far preoccupare nessuno.
Mi sono rimessa, ho messo il Turbo con lo studio e adesso devo laurearmi (penso addirittura che senza quell'episodio non sarei a questo punto forse), ho abbandonato il tennis agonistico e non, la mia passione e la mia maledizione. Temevo solo di Non poter guidare più e di restare con la mano offesa, ma sono riuscita con tanto dolore e impegno a superarlo, e la mia mano è tornata perfettamente funzionante.
I mesi sono passati tranquilli, ho lavorato, studiato, e poi arriviamo al fatidico Lockdown dello scorso anno.
Fino a giugno 2020 è andato tutto liscio, ma di punto in bianco ho iniziato ad avere fisse su fisse ipocondriache che non mi sono mai appartenute.
Inizio a giugno dal polso, lo sentivo strano, temevo qualche vite spostata pur sapendo che non avrei assolutamente mosso la mano, ma non riuscivo a farmene una ragione quindi mi hanno permesso di fare una lastra di controllo ed era tutto perfetto.
Successivamente, avendo diversi nei, ho iniziato a tenere che stessero cambiando colore e dimensione, e così mi hanno fatto fare una visita sperando di risolvere il problema: I nei erano perfetti e tutto era in ordine.
Ad agosto conosco la compagna di mio zio, purtroppo ha avuto a che fare con il rumore al seno e le hanno asportato tutto. È una persona piacevole ma per tutto il tempo che abbiamo parlato mi ha bombardata di notizie sulla sua malattia, non aiutando la mia ipocondria. Da li è iniziato il mio incubo. Ho iniziato ogni giorno a controllarmi il seno, a preoccuparmi di noduli, dimensioni, ecc. Finché non noto una secrezione bianco-giallastra indotta ovviamente.
La mia ginecologa già aveva detto che non era nulla, ma vista la mia reazione di pianto, attacchi di ansia ecc per tranquillizzarmi, mi ha fatto lo striscio del secreto e un'ecografia da cui nulla è risultato.
Da novembre ancora non riesco a tranquillizzarmi ho avuto incontri su incontri con la mia ginecologa che più di una volta mi ha spiegato che non ho nulla e di lasciar stare internet perché mi da solo informazioni catastrofiche.
Vi chiedo aiuto dopo tutta questa spiegazione perché questo atteggiamento non mi appartiene, non sono mai stata così ipocondriaca, ho sempre affrontato tutto coraggiosamente e soprattutto senza panico, quasi in modo glaciale e adesso invece mi scompongo dinanzi a tutto andando in frantumi.
Potrebbe essere un effetto collaterale di questo lockdown o degli incidenti di cui sopra? So che ho bisogno di una terapia con un professionista ma più volte parlando con i miei genitori mi hanno fatto capire che non risolverei nulla perché deve partire da me. Cosa devo fare? Ormai non vivo serenamente nulla, nemmeno l'idea della laurea. Sto bene solo quando ho il mio ragazzo accanto che mi distrae e mi tranquillizza, durante la notte ho avuto spesso attacchi di ansia che lui ha sedato ma che non ho voluto mai riferire ai miei genitori. Potrebbe essere anche un effetto dello stress per lo studio?
Grazie infinite e scusate la lunghezza del messaggio.
Gentile Martina,
Il lungo periodo del lockdown può essere stata una occasione, una opportunità che il suo corpo e la sua psiche hanno colto per perdere un controllo a lungo tenuto. Mi ha colpito nel suo racconto il ruolo significativo che attribuisce alle sue “sventure”, quasi come se occorressero degli “incidenti” nella sua vita per autorizzarsi a “scomporsi”.
Le chiedo: cosa non le piace dello scomporsi e dell’andare in frantumi? E cosa le piace dell’affrontare tutto coraggiosamente e soprattutto senza panico?
Una terapia “dovrebbe partire da lei” (come suggeriscono i suoi genitori) ossia dalla sua motivazione e dal suo impegno, dalla sua volontà di mettersi in gioco - in uno spazio e tempo protetto - durante un percorso che viene condiviso con il/la psicoterapeuta che diviene il suo compagno di viaggio, alla ricerca di un nuovo equilibrio e benessere. Il primo passo è autorizzarsi a partire per questo viaggio!
Cordiali saluti.
Dottoressa Daria Carli Giori
Psicologa Psicoterapeuta a Sesto Calende (VA) e online.
psicologa, psicoterapeuta, terapeuta E.M.D.R. - Varese