Uscire da un incubo
Buongiorno
Da quando sono morti i miei genitori e sopra ogni cosa da quando davanti a me è mancato il mio migliore amico non sono più me stesso. Mi sono buttato nei farmaci oppiacei ( regolarmente prescritti dopo un intervento chirurgico) e mi sono chiuso in me stesso dopo una vita brillante ( 20 anni di lavoro). Ho solo mia moglie che non voglio vedere soffrire e so che dovrei vedere un terapeuta ma mi vergogno vicino a casa. Ogni tanto ho brutte idee. Grazie davvero.
Gentile Paolo Enrico,
Spesso la sofferenza, non trovando parola per esprimersi, si manifesta con modalità di difesa e protezione di Sé attraverso comportamenti di evitamento e fuga (nel suo caso le “brutte idee”, l’uso di oppiacei, la chiusura in se stessi): sarebbe utile indagare il significato di tale sintomatologia e la funzione che essa assolve alla luce della sua storia di vita, attuale e passata.
All’interno di un percorso di consapevolezza di Sé - sotto la guida di un professionista del benessere psicologico che possa accoglierla in una dimensione di ascolto protetto e privo di giudizio – potrebbe trovare lo spazio a ciò che di inascoltato nel suo corpo e nella sua mente si manifesta, soprattutto a seguito di esperienze traumatiche vissute quali la perdita di persone a lei significative (i genitori ed il suo migliore amico).
Tali eventi probabilmente ancora provocano sofferenza a causa di una incompleta elaborazione del lutto che potrebbe essere efficacemente affrontata attraverso l’utilizzo dell’approccio EMDR (Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) che permette di affrontare le sfide quotidiane con un rinnovato senso di sicurezza e serenità.
Cordiali saluti.
Dottoressa Daria Carli Giori
Psicologa Psicoterapeuta a Sesto Calende (VA) e online.
psicologa, psicoterapeuta, terapeuta E.M.D.R. - Varese