Dott. Dario Terenzi

Dott. Dario Terenzi

Psicologo Clinico, Gruppoanalista in formazione

Mia figlia dopo aver cambiato scuola non si sente accettata

Buonasera, scrivo perché mia figlia ha appena cambiato scuola, causa trasferimento di casa, è in seconda media, ci siamo trasferite io e lei in un'altra provincia e dopo il primo mese di scuola, si sente esclusa dalla classe. Lei ogni giorno si inserisce nei discorsi e prova a farsi accettare dalle nuove compagne di classe ma senza successo. Premetto che è sempre stata molto socievole, sia alle elementari sia in prima media, si è sempre integrata alla grande e non ha mai avuto problemi. Ora piange tutti i giorni, non vuole andare a scuola e soffre per questa esclusione. Come posso fare per aiutarla? Le ho già detto di avere pazienza e che la situazione migliorerà e le ho raccontato la mia esperienza e quella del fratello maggiore alle medie.... parlerò con i professori a dicembre in vista del primo colloquio con loro, ce qualcos'altro che posso fare per aiutarla?

Buonasera, 

trasferimenti che implicano cambio di casa, scuola e spesso anche contesto amicale rappresentano potenzialmente importanti fattori di stress per gli adolescenti cosi come a volte anche per gli adulti. Fronteggiare a livello familiare tali situazioni richiede tanta energia e pazienza. Alcuni spunti su cui riflettere e lavorare potrebbero esserle d'aiuto per gestire la questione che pone: innanzitutto un ascolto attivo, paziente e non giudicante può essere funzionale a sua figlia, favorendo in lei la sensazione di essere capita, rispettata e convalidata nella sua dimenzione affettiva, connotata al momento da sofferenza. Riconoscere le sue emozioni, supportarla nel pensarle come sane e possibili nel corso della  sua crescita e condividere storie, amicali o familiari, come lei sta gia facendo, potrebbe sicuramente alleviare anche un probabile senso di solitudine o isolamento conseguente al distacco da quella dimensione e spazio di vita che era per sua figlia, familiare e confortevole. Sarebbe utile al momento, aprire un canale di confronto e dialogo frequente con i professori, al fine di avviare percorsi e modalità che eventualmente facilitino l' integrazione con i compagni al fine di cogliere dinamiche e intravedere possibili risorse all'interno della classe potenzialmente utili. Altra direzione di supporto potrebbe essere quella verso l'investimento in nuove spazi e contesti sociali: attività sportive, ricreative o di gruppo in generale possono favorire il nascere di nuovi legami e ripristinare un migliore tono dell'umore oltre che essere fonte di autostima e gratificazione affettiva. Fatta salva la specificità di ciascuno nel rispondere a eventi stressanti, generalmente situazioni come quella che lei ci racconta necessitano di periodi di qualche mese affinchè il senso di estraneità possa sciosciersi e il cambiamento possa essere assimilato. Se nel corso dei mesi la situazione dovesse rimanere immutata e le modalità di risposta emotiva e comportamentale di sua figlia dovessere apparirle invarianti, rigide o immutate consideri la possibilità di chiedere e valutare il supporto professionale di un professionista con esperienza sul lavoro clinico con gli adolescenti. Intanto non rinunci a mantenere una comunicazione aperta e rassicurante insieme a una presenza continua e supportiva. 

Se lo ritiene necessario potrà contattarmi.  

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