Mio figlio 5 anni e la gestione delle emozioni
Salve, sono preoccupata per mio figlio di 5 anni, un bambino dal carattere tendenzialmente allegro e vivace, molto dolce con la famiglia anche molto deciso e testardo. Nel giro di qualche mese in momenti di rabbia due volte e in circostanze diverse mi ha detto "voglio morire " e questa cosa mi ha ovviamente colpito molto e agitato, mi chiedo ...sa veramente il significato di quello che dice? E cosa lo porta a fare questa affermazione? Tante volte mi sembra non sicuro di se stesso e si paragona molto agli altri. Adesso sembrerebbe che ha una fidanzatina di cui si proclama innamorato, il suo miglior amico le ha dato un bacio e lui ha manifestato una gelosia che mi sembra strana per la sua età era molto arrabbiato con l'amico e la fidanzatina e diceva che voleva star da solo, altra circostanza, questa bambina ha regalato un colore ad un altro bambino e lui l'ha presa malissimo ...una gelosia possessiva. Mi rendo conto che stiamo parlando di un bambino di 5 anni e non di un adulto ma tante volte penso "se è così adesso, come sarà da adulto? e vorrei educarlo al meglio con tutto quello che si sente in giro sento il peso di educare un bambino che diventerà un uomo rispettoso delle donne e non geloso possessivo. In più si svaluta sempre e dopo questi avvenimento pensa che questa bambina non voglia più lui...vorrei aiutarlo a gestire queste emozioni , gli parlo tanto ma sembra restare fisso sulle sue idee e convinzioni È molto deciso e non cambia idea facilmente A scuola mi dicono che è un bambino molto rispettoso e che è ben voluto da tutti gli amici anche quando lo vado a prendere vedo che i bambini gli fanno una gran festa ... Come mi dovrei comportare? devo dare peso a queste cose? grazie in anticipo
Gentile Sara,
non è infrequente che bimbi di questa età facciano affermazioni come queste: infatti, in momenti di intensa frustrazione, rabbia e ansia, soprattutto quando sono esposti ad accadimenti relazionali e sociali nel gruppo dei pari che possono farli sperimentare un senso di accresciuta impotenza e/o vulnerabilità, a volte utilizzano un tipico meccanismo di difesa caratteriale (derivato dagli studi psicoanalitici sul carattere e la sua formazione) del "rivolgimento contro la propria persona". Tale meccanismo di funzionamento psichico è caratterizzato dal direzionamento, "rivolgimento" verso l'interno appunto, di intense emozioni e contenuti spiacevoli, in luogo di una più adeguata e adattiva espressione affettiva verso l'ambiente e gli altri. L'utilizzo di una tale modalità psichica, chiamiamola così, non deve destare eccessiva preoccupazione: infatti da un punto di vista psicoanalitico, modalità apparentemente disadattive come questa, vanno sempre considerate nel complesso dell'economia psichica del bambino, in altri termini, valutate nell'insieme e nella capacità complessiva del bambino di stare in relazione, adattarsi agli altri e all'ambiente, essere in linea con le consuete acquisizioni psico-sociali della sua età, nella capacità di regolazione emotiva e comportamentale e tanti altri fattori. Tenga anche conto che, fatta salva l'estrema complessità psicologica dei bambini di questa età, cosi come le peculiarità e l'unicità di cui è portatore suo figlio, così come di tutti gli altri individui, alcuni di questi fattori devono ancora trovare una più precisa e compiuta integrazione nel bambino in quel percorso di formazione dell'identità, del sè e dell'autostima che dura ben oltre i cinque anni. Con il passare del tempo, secondo un classico arco evolutivo, "modalità psicologiche" via via più mature prenderanno il posto e la funzione di alcune di quelle attuali, per permettere al suo bambino adattamenti via via più solidi e funzionali. Certo è che se modalità come quella descritta dovessero perdurare per periodi di tempo significativamente lunghi, potrebbero facilitare lo strutturarsi eventualmente, di tendenze nei bambini improntate ad alcune tra: eccessiva autocritica, sentimenti di cronica insicurezza, bassa autostima, rabbia duratura, senso di colpa, a volte ritiro sociale. E' il caso questo in cui sarebbe utile il supporto di un professionista.
Non si allarmi, continui a fornire supporto emotivo e ascolto al suo bambino, lo incoraggi a esprimere ciò che prova rispettandone al contempo, con pazienza, le sue difficoltà e i suoi tempi. Non proietti troppo in avanti questioni che attengono al qui e ora della vita di quello che sarà con tutta probabilità un uomo rispettoso degli altri e delle donne. Gli dia tempo e si ricordi che la questione principale non è far cambiare idea al suo bambino altrimenti il rischio è quello di diventare da genitori, testardi e cocciuti tanto quanto i nostri figli; la partita semmai si gioca sul piano dei sentimenti e degli affetti, cosi potenti e massivi a questa tenera età. Le sue parole raccontano di un bambino accolto, voluto bene e risorsa per gli altri compagnetti e questo mi pare al netto di tutto, tra le cose più significative.
Potrà contattarmi se lo ritiene necessario.
Saluti
Psicologo Clinico, Gruppoanalista in formazione - Palermo