NON VOGLIO VIVERE
Mi chiamo Valeria e ho 28 anni.
Sono italiana ma vivo all'estero (non mi sono integrata nonostante siano passati 3 anni).
Sono mamma di un bambino di 3 anni e qualche mese fa ho deciso di separarmi da mio marito. Non ho un lavoro, non ho un soldo e non ho voglia di vivere. Continuo a desiderare che mio figlio venga affidato a qualcuno che possa dargli il meglio (magari i miei genitori) e che mi rinchiudano in qualche centro dove poter restare immobile finché non morirò.
Non penso più al suicidio perché sono vigliacca e le volte che ho provato sono stati tentativi squallidi.
Buongiorno Valeria, dalle sue parole si intuisce dolore e rassegnazione, nonchè una visione delle cose oscurata dal malessere che in questo periodo certamente sta provando. Le racconto qualcosa di cui ci ha parlato Jung, augurandomi che possa esserle utile: gli antichi alchimisti i cui scritti Jung ha studiato a lungo, avrebbero utilizzato il termine nigredo per indicare il suo attuale modo di vedere. Nigredo è la fase del nero che più nero non si può, quella situazione in cui si trova la psiche quando sente di non avere speranze e vie d'uscita. Al tempo stesso il nero è però anche il colore che tutto annulla, che decostruisce, preparando il terreno per qualcosa di nuovo. Il nero era considerato il colore dell'inizio del percorso per trovare la pietra filosofale, e applicando questa metafora alla psiche, la visione nera delle cose può essere l'inizio di una discesa dentro noi stessi che ci porterà verso qualcosa di nuovo.
Prima di prendere importanti decisioni sulla sua vita pensi alla possibilità di contattare un professionista serio e preparato a cui parlare approfonditamente di quello che sente, che ha accennato qui.
Cari saluti.