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Intervista a Patrizia Moselli - Presidente della SIAB - Società Italiana di Analisi Bioenergetica
L’importanza del corpo in psicoterapia
Intervista a Patrizia Moselli - Presidente SIAB Nazionale - a cura di Diana Scubla
Quando si vive una forma di disagio psicologico che ruolo gioca il corpo? Può farci un esempio?
Il corpo parla sempre quando sono presenti grandi disagi psicologici. Il disagio del corpo è un indicatore fondamentale sia per l’individuo che per il terapeuta, perché ciò che la psiche segnala viene anche espresso dal corpo e se la psiche è molto disturbata i segnali del corpo sono molto evidenti. Partendo dal concetto, fondamentale per l’analisi bioenergetica, di identità psichica e corporea, possiamo dire che il disagio si manifesta in forme diverse e queste possono essere silenti, come nella depressione, o esplicite come nelle forme di fobie o di disturbi alimentari. Molto spesso, nella società occidentale, si evidenzia negli individui “sani” la presenza di una scissione: crediamo qualcosa attraverso la mente e il corpo invece sta vivendo qualcosa di diverso. La nostra mente può avere l’illusione di non avere alcun disagio, ma il corpo lo esprime. In questa condizione l’individuo non ha la consapevolezza del disagio e lo vive attraverso il sintomo corporeo, in termini di dolore nel corpo o di sintomi psicosomatici, come la gastrite, la colite, o cefalea, per esempio. Il corpo ha un ruolo fondamentale perché esprime il disagio non descrivibile a parole. Inoltre è attraverso il corpo che noi, come esseri umani, ci rendiamo conto che il disagio è diventato insopportabile. Se pensiamo alle fobie, alla depressione, ai disturbi alimentari, c’è sempre un corpo che rivela il disagio ed è proprio quando il corpo inizia ad esprimere in modo così evidente il disagio che la persona non può più fare a meno di rendersi conto di averlo.
Che ruolo ha il corpo nelle relazioni?
Noi viviamo di relazioni attraverso il corpo, a meno che si vivano relazioni virtuali di cui non c’è la presenza del corpo, ma ciò già esprime qualcosa: che vi è un’assenza. Comunque, anche nella relazione virtuale siamo presenti, in un certo senso, anche col corpo, perché il nostro cervello è parte del corpo. Tendiamo sempre a scindere la mente dal corpo, mentre in realtà compongono un’identità unica. Facciamo esperienza nella vita attraverso il corpo; possiamo esserne consapevoli o meno, ma attraverso esso registriamo sempre il nostro livello di benessere o di malessere, di comodità o di scomodità nella relazione. La relazione non esiste se non c’è il corpo che vive e che può vivere quindi l’esperienza della relazione. Un’unica unità, noi partiamo dal concetto che la mente è anche il corpo, il cervello è nel corpo e non c’è scissione tra mente e corpo.
E nella relazione terapeutica?
Il corpo è sempre attivo nella relazione terapeutica perché, come in tutti i tipi di relazione, noi non possiamo fare esperienza se non attraverso il nostro corpo. E’ nel corpo che sentiamo ciò che sta avvenendo nella relazione terapeutica. Inoltre il corpo è il luogo dell’implicito1, dell’inconscio e del non-intenzionale, che si manifesta anche attraverso i messaggi paraverbali2 ovvero quegli aspetti comunicativi che “colorano” il nostro linguaggio. E’ anche attraverso tali aspetti che passa la comunicazione tra cliente e terapeuta e viceversa. La comunicazione è un atto implicito della natura dell’uomo. L’uomo non decide di essere comunicante, lo è fin dall’inizio della sua esistenza quindi, al di là di quanto viene detto con le parole, ciò che viene detto attraverso il corpo è di significativa importanza. Ad esempio, il tono della voce del cliente suggerisce qualcosa al terapeuta su come il cliente sta vivendo l’esperienza, allo stesso modo gli occhi del terapeuta -che guardano il paziente- forse lo influenzano un po’ più delle parole dette durante l’incontro. Molto spesso quello che i clienti riportano alla fine della seduta non è tanto quello che è stato riferito, ma come è stato condiviso, come è stata vissuta l’esperienza, come è stato lo sguardo, com’era il tono della voce del terapeuta, etc… Questi sono tutti segnali che sono espressi dal corpo. Con l’analisi bioenergetica, oltre a considerare l’aspetto cognitivo di ciò che viene trasmesso nella relazione terapeutica, guardiamo e consideriamo anche ciò che viene trasmesso attraverso i corpi, sia del paziente che del terapeuta. Per noi il corpo è lo strumento: è attraverso il corpo che si raggiunge anche l’emozione del paziente e da qui si risale alla sua storia. Perché noi crediamo che il corpo parli della storia evolutiva del paziente (linguaggio del corpo).
[1] Implicito del corpo: sguardi, espressioni facciali, pianto, riso, gesti, posture, movimenti, suoni, qualità della respirazione; segnali che esprimono la gamma delle emozioni possibili: il dolore, il disagio, il piacere, la stanchezza, la paura, etc.….
[2] Paraverbale: area della comunicazione che si riferisce al linguaggio, non riguarda ciò che si dice, ma il modo in cui lo si dice (ad es. Il tono, la velocità della voce e il ritmo con cui si parla, le pause...).
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