Ho bisogno di una persona che mi prenda per mano e mi aiuti a vivere.
Ad intervalli di un paio di mesi mi ritrovo a scrivere su di me con la speranza che la situazione possa migliorare ma al contempo consapevole che nulla cambierà. Perché allora sto scrivendo? Forse per trovare sollievo, forse per la compassione di qualcuno. Da solo non riesco, ho bisogno di una persona che mi prenda per mano e mi aiuti a vivere. Non parlo di uno psicologo o psicoterapeuta ma di una persona che mi accetti per quello che sono e che voglia condividere la sua vita con me. Una velleità, me ne rendo conto. Senza una mia reazione tutto è inutile.in Non mi accetto per quello che sono, ho paura di stare tra altre persone, anche fare la spesa è difficile e richiede per me uno sforzo enorme. Forse è depressione mista al dep, non lo so, l'unica cosa certa è che sono esausto e spero di trovare sollievo mi sarò del tutto arreso a questa condizione.
Gentile Roberto,
la condizione che descrivi potrebbe appartenere ad un disturbo fobico relativo al contatto con le persone. Ovviamente la consapevolezza di ciò crea anche manifestazioni depressive, conseguenti all'isolamento e al non apprezzamento della tua persona.
Ma sappi che a ciò c'è una soluzione: è necessario però che sia tu a tendere a te stesso una mano, altrimenti difficilmente gli altri lo faranno per primi!
Non accettare passivamente questa condizione pensando che tutto sia inutile, al contrario, farsi aiutare da un professionista competente è il primo passo per un reale cambiamento, in cui ritroverai il piacere di vivere "nei tuoi panni" e conoscerai possibilità di realizzazione personale che prima magari non consideravi.
Coltivare la positività per se stessi significa anche proiettarsi verso nuove esperienze ed anche a nuove conoscenze, mentre abbandonarsi allo sconforto allontana inevitabilmente da ciò che si desidera, sempre e comunque.
psicologo, psicodiagnosta, mediatore familiare - Cremona