Acufene: Comprendere e Gestire l’Influenza Psicologica del Suono Interiore

Acufene: Comprendere e Gestire l’Influenza Psicologica del Suono Interiore

L’acufene è una percezione sonora soggettiva, spesso descritta come un fischio, un ronzio o un sibilo persistente nelle orecchie, che può essere debilitante per chi ne soffre. A differenza di molti altri disturbi, l’acufene non ha una sorgente esterna, ma è legato alla percezione sensoriale del cervello, che continua a registrare una sensazione di suono anche in assenza di stimoli. Questo fenomeno coinvolge non solo l'apparato uditivo, ma anche il sistema nervoso e le funzioni psicologiche, con effetti che si riflettono sul benessere mentale e sulla qualità della vita.

Questo articolo esplora l'interazione tra acufene, mente e psicologia, soffermandosi su come le risposte cognitive ed emotive possano influenzare la percezione del sintomo e offrendo alcune strategie psicologiche per gestirne l’impatto.

Il Ruolo della Mente nella Percezione dell’Acufene

La percezione dell’acufene è influenzata da come il cervello processa e interpreta i segnali sensoriali. Gli studi di neurofisiologia hanno dimostrato che l'acufene si attiva e si mantiene nel sistema nervoso centrale, coinvolgendo aree cerebrali legate all'attenzione e alle emozioni, come l'amigdala e la corteccia prefrontale. Quando una persona si concentra sul suono interno dell'acufene, attiva inconsapevolmente meccanismi di allerta e di stress che peggiorano la percezione del sintomo. È come se la mente "amplificasse" il suono, rendendolo più presente e difficile da ignorare.

Inoltre, la reazione emotiva all'acufene ha un ruolo cruciale: quando il suono viene percepito come fastidioso o angosciante, si innescano risposte di stress che aumentano la tensione muscolare e il livello di ansia, creando un circolo vizioso. Questo schema è simile a quanto si verifica nei disturbi d'ansia, dove la mente tende a focalizzarsi sui sintomi, alimentandone la percezione.

Acufene e Psicologia: La Percezione Come Costrutto Mentale

La psicologia ci insegna che il modo in cui percepiamo un sintomo non è solo una questione di “intensità fisica”, ma anche di interpretazione mentale. Le ricerche in questo campo rivelano che le persone con acufene cronico sviluppano spesso credenze disfunzionali sul disturbo, ad esempio credendo di non avere alcun controllo o temendo che il sintomo possa peggiorare con il tempo. Questi pensieri negativi non solo aumentano il disagio emotivo, ma possono anche esacerbare il sintomo stesso.

L’acufene può anche avere un impatto profondo sull’umore, poiché molti pazienti sperimentano frustrazione, irritabilità e talvolta anche depressione a causa della persistenza del suono. È stato osservato che quanto più una persona si lascia sopraffare da pensieri catastrofici, tanto più la percezione dell’acufene risulta intrusiva e difficile da sopportare.

Strategie Psicologiche per Gestire l’Acufene

La psicologia ha sviluppato alcune strategie efficaci per aiutare le persone a convivere con l’acufene e ridurne l’impatto emotivo. Sebbene non si possa “spegnere” il suono, è possibile cambiare il modo in cui la mente lo percepisce e lo interpreta, allentando così il circolo vizioso che ne amplifica la percezione.

  1. Ristrutturazione Cognitiva
    La ristrutturazione cognitiva è una tecnica utilizzata nella terapia cognitivo-comportamentale (CBT) che mira a modificare i pensieri disfunzionali legati all'acufene. Identificando e sostituendo i pensieri catastrofici con interpretazioni più realistiche, è possibile ridurre il carico emotivo e diminuire l'intensità del sintomo. Ad esempio, pensieri come "L'acufene mi rovinerà la vita" possono essere sostituiti con affermazioni del tipo "Posso imparare a convivere con l'acufene e a ridurne l'impatto".

  2. Mindfulness e Accettazione
    Le pratiche di mindfulness, che si concentrano sull'accettazione non giudicante delle proprie sensazioni, possono aiutare le persone a prendere una distanza emotiva dal sintomo. Invece di cercare di eliminare il suono o di evitarlo, l’approccio mindfulness insegna a "osservare" l’acufene senza reattività, riducendo l’ansia e il fastidio ad esso associati. Questa tecnica favorisce una sorta di "abitudine mentale" in cui l'acufene viene percepito meno intensamente con il tempo.

  3. Desensibilizzazione Sistemica e Tecniche di Distrazione
    L'acufene può essere attenuato anche mediante tecniche di distrazione, come l’ascolto di suoni rilassanti o di rumori bianchi, che aiutano a spostare l'attenzione e a ridurre la percezione del suono. Inoltre, la desensibilizzazione sistemica, che prevede una progressiva esposizione controllata all'acufene, può favorire l’abitudine al sintomo, aiutando a ridurre la risposta di allarme.

  4. Gestione dello Stress e Rilassamento Muscolare
    L'acufene può essere aggravato dallo stress, quindi le tecniche di rilassamento, come il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson, possono contribuire a migliorare la percezione del sintomo. Quando il corpo è più rilassato, anche la mente diventa più capace di gestire il suono interno con maggiore resilienza.

  5. Psicoterapia di Supporto
    Il sostegno psicologico individuale o di gruppo può aiutare chi soffre di acufene a sentirsi compreso e a sviluppare strategie di gestione personalizzate. La condivisione di esperienze può contribuire a ridurre il senso di isolamento, aumentando la fiducia nella capacità di convivere con il disturbo.

Considerazioni Finali: Un Approccio Integrato per l’Acufene

L’acufene è un disturbo complesso, e un approccio psicologico integrato può rivelarsi efficace per aiutare le persone a gestire l’impatto del sintomo. Cambiando il modo in cui si interpreta e si affronta l'acufene, si può ridurre significativamente la sofferenza che esso comporta, trasformandolo da “nemico invisibile” a suono che, pur presente, non domina la mente e la vita.

Riferimenti Bibliografici

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Dott.ssaElena De Franceschi

Psicologa - Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste

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