Non riesco ad accettare la fine della nostra storia
Innanzitutto vorrei ringraziare chiunque dedichi il proprio tempo alla lettura di questa domanda, ho bisogno sinceramente di avere un parere oggettivo che mi aiuti a capire come affrontare questa situazione. Sono un ragazzo di 35 anni sposato con una ragazza di 30 e stiamo insieme da 15 anni, abbiamo una bellissima bambina di 5 anni e fra alti e bassi abbiamo affrontato la nostra vita arrivando a realizzare il nostro sogno di avere una famiglia, una casa di proprietà e una certa stabilità economica. Sono da sempre stato una persona insicura ma grazie all'amore per mia moglie e poi successivamente per mia figlia sono riuscito a trovare la determinazione di raggiungere i nostri obiettivi. ho sempre avuto un difetto però, per mia indole cerco sempre di essere quello accomodante, quello che fa tutto il possibile per evitare il conflitto, quello che tiene tutto dentro, però questo a lungo andare mi portava inevitabilmente ad accumulare rabbia che poi.. prima o poi sarebbe esplosa. Ci sono stati nell'arco di questi 15 anni sporadici episodi di rabbia, li potreste contare sulla punta delle dita di una mano.. però l'ultimo episodio ha segnato per sempre il nostro matrimonio e io non riesco ad accettarlo. Per mesi prima dell'incidente ho subito un "vuoto" affettivo da parte di mia moglie e questo continuava a logorarmi dentro.. sono arrivato a chiedere un giorno addirittura un abbraccio perchè ne avevo bisogno, lei mi dice che è normale.. sapevi che ero una persona fredda quando ci siamo sposati, ma lei non è sempre stata cosi e soprattutto è capace di dare amore e affetto a nostra figlia e ai nostri 3 animali domestici, anche a degli estranei volendo, perchè a me no? A modo suo lei mi amava, me lo faceva capire in altri modi ma questa cosa.. era straziante per me, dovevo fare qualcosa. Dopo diverso tempo cosi ho deciso che per 10 giorni non avrei nemmeno io dato attenzioni o affetto a mia moglie, per vedere se anche a lei sarebbero mancati.. ma invece no! lei non se ne è accorta nemmeno, ha continuato a vivere la sua vita, il suo lavoro, le attenzioni di nostra figlia e dei nostri animali e a me niente. Tutto questo mi ha fatto esplodere di rabbia in un episodio che io stesso mi vergogno a scrivere qui.. ma cercherò di farlo perchè è proprio questo che non riesco ad accettare, non riesco ad accettare come questo possa essere stata la fine del nostro rapporto. Ho inveito contro di lei urlando chiedendogli se fosse giusto adottare un simile comportamento, non ricordo le parole precise.. ma ricordo il suo sguardo menefreghista e questo mi ha portato all'apice della sopportazione, a quel punto gli ho urlato che era una stronza e ho sbattuto forte la mia mano sulla sua coscia che si trovava davanti a me seduta sul divano. Lei con gli occhi ripieni d'odio mi ha intimato di andarmene via da questa casa e di non farmi piu vedere, a quel punto è stata un escalation di urla da parte mia e poi basta.. è finita in un silenzio. la cosa peggiore è che tutto questo è successo davanti agli occhi di nostra figlia, la quale ha imitato poi per gioco il mio comportamento e ha dato una botta sul fianco di sua madre ridendo e dicendo "stronza", questo ha propriamente segnato la mente di mia moglie. Mi sono scusato e da quel momento in poi non è più accaduto nulla di tutto questo, ho continuato ad essere un marito amorevole e dolce come lo sono sempre stato anche se non ricevevo le attenzioni che volevo.. e ho continuato ad essere sempre un padre amorevole e presente per nostra figlia. lei però continuava a logorarsi dentro per questo episodio perchè a suo dire dentro di lei si era rotto qualcosa, non provava piu gli stessi sentimenti per me e ha meditato e sofferto per mesi prima di arrivare a dirmi 30 giorni fa che era arrivato il momento di divorziare, non può perdonare il mio gesto e non mi ama più. Per quanto io stesso possa sentirmi pentito del mio gesto, per quanto io possa aver provato a ricongiungermi con lei non c'è niente da fare, lei non torna indietro sulla sua decisione, per lei tutto questo non doveva MAI succedere e ha evidenziato gli altri 3-5 episodi nell'arco di questi 15 anni dove ho esercitato anche sfoghi di violenza con i nostri animali (sfoghi durati pochi secondi dettati anche questi dalla massima esasperazione del momento.. ma comunque violenti). Ho lavorato anni a cercare di migliorare questo aspetto di me, ma non è bastato.. non mi considero una persona violenta ma ormai sono stato etichettato cosi nel suo cuore e non può più stare con me, questo mi addolora profondamente perchè è come se avessi distrutto tutto quello per cui faticosamente abbiamo costruito per 15 lunghi anni e.. non riesco ad accettarlo. La mia volontà di salvare il nostro matrimonio e la nostra storia c'è.. ho anche proposto di fare un percorso di terapia di coppia per cercare di risolvere i nostri problemi e ricominciare con basi più solide il nostro rapporto ma lei non vuole, non ci riesce dice e io.. dopo averle provate tutte ho accettato la separazione.. non potevo fare altro che questo. In questi giorni stiamo ancora definendo con l'avvocato e tutto.. ormai sarà questione di settimane e abbandonerò la nostra casa, è un momento terribile per entrambi.. e dio solo sa quanto sarà dura per nostra figlia.. ma io mi sento di dire che mi sento profondamente segnato da tutto questo perchè mi ritengo l'artefice di tutto questo dolore. Come dovrei affrontare tutto questo? per favore aiutatemi.
Buongiorno Emanuele,
mi dispiace per la difficile situazione che sta affrontando. In poche righe è riuscito a trasmettere la grande fatica che ha fatto in questi anni e che sta tuttora facendo in sede di separazione.
Anche se difficile, provi innanzitutto a lasciare da parte questo pesante giudizio che prova nei suoi confronti.
Tenga presente che i comportamenti che siamo soliti mettere in atto (come nel suo caso l’evitamento dei conflitti) li abbiamo imparati nel corso della nostra vita e, se esistono tutt’ora, evidentemente ci sono serviti. D’altronde, ciò che non ci è utile in termini evoluzionistici viene eliminato.
Nell’attuale presente (relazione sentimentale, lavoro, ecc.), tuttavia, a volte le strategie che abbiamo sempre messo in campo non risultano più così vantaggiose e ci possono portare in situazioni di difficile gestione.
Mi viene da pensare che, nell’accurata ricerca di evitare i conflitti, si è ritrovato nel tempo ad accumulare un groviglio di emozioni a cui, ad un certo punto, ha avuto la necessità di dare spazio.
Ad oggi, la totale assunzione di responsabilità da parte sua è come se arrivasse in protezione di quel grado di tristezza e di impotenza in cui si sta trovando. Se ci pensa, se “è stata solo colpa nostra” significa che abbiamo avuto un ruolo attivo all’interno di una dinamica in cui il pezzo dell’altra persona in realtà non è dipeso da noi.
In certe situazioni purtroppo possiamo fare anche 9, ma se l’altro (per mille ragioni) non mette quell’1 mancante, noi non possiamo chiudere il cerchio. E questo diventa il fulcro della nostra sofferenza perché si fatica ad accettare di trovarsi senza soluzione.
Trattandosi di un lutto, sicuramente ci vorrà un tempo fisiologico al fine di elaborarlo.
Tuttavia, sarebbe importante per lei cogliere questa occasione per lavorare su di sé, al fine di elaborare in modo funzionale ciò che è accaduto e per imparare strategie nuove che possano aiutarla a trovare una maggiore serenità e ad affrontare in modo sempre più efficace le diverse situazioni della sua vita.
Cordialmente,
Dott.ssa Elena Ostani
Psicologa, Psicoterapeuta - Pavia