Come reagire all'ansia ?
Salve sono un ragazzo di 23 anni. Ho incominciato ad andare da una psicologa all'età di 19 anni per via della costante paura di morire. Da lì in poi la mia vita è cambiata molto interiormente e di conseguenza la mia quotidianità, riuscendo a superare ostacoli e raggiungere traguardi importanti, primo fra tutti entrare all'università di Medicina dopo svariati anni di tentavi e buoni risultati ottenuti frequentando l'università di Farmacia. Una volta entrato però l'entusiasmo ha fatto spazio all'angoscia e tantissima ansia, così ho deciso di affidarmi di nuovo alla mia psicologa, la quale dopo un sostegno iniziale mi ha indirizzato verso uno specialista per approfondire e fare psicoterapia. Dopo 20 sedute mi ritrovo a scrivere qui, avrei continuato il percorso ma per non chiedere soldi ai miei ho dovuto porgli termine ( la psicoterapia l'ho pagata personalmente ), ho capito molte cose su di me e le dinamiche familiari che ho vissuto con i miei genitori ( in particolare mia madre ) sono sempre stati oppressivi, molto esigenti e spesso irrispettosi con me e non mi hanno mai sostenuto emotivamente, il mio malessere nasce da questo: finché faccio tutto ciò che vogliono loro e nel modo in cui dicono loro va bene ma nel momento in cui ciò non accade mi distruggono psicologicamente e mentalmente. Io non voglio odiarli e vendicarmi, ho capito che questo non mi porterà mai da nessuna parte anche se i traumi e i dolori che mi hanno fatto vivere sono tanti . Voglio andarmene di casa e continuare a studiare con serenità e con i miei tempi, i loro comportamenti oramai sono sempre gli stessi e io sono stanco e non ancora pronto per affrontare mia madre quotidianamente visto che ho riconosciuto in me una dipendenza affettiva verso di lei e non ho avuto modo di lavorarci abbastanza perché ho dovuto porre fine prematuramente alla psicoterapia. In questo contesto qui nasce un problema economico dove dovrei continuare a dipendere da loro finanziariamente qualora volessi andare via, ciò mi toglierebbe serenità perché si sentirebbero sempre in diritto di giudicarmi e farmi sentire una persona manchevole. Non so se sia fattibile lavorare e studiare visto che la mia università richiede molto impegno e soprattutto una costante frequenza alle lezioni e dall'anno prossimo ai tirocini. Mi sento combattuto sebbene questa sia l'unica strada praticabile per ritrovare un po' di serenità e energia visto che stando a casa aumenta solo l'ansia e diminuiscono le energie. Vorrei sfruttare questa quarantena per progettare il mio futuro visto che non riesco a studiare come vorrei stando con loro 24 ore su 24. La mia domanda a questo punto è questa : Sto ragionando in modo troppo impulsivo in un momento di debolezza o si tratta di un modo di reagire concreto all'ansia? E se dovesse essere un modo di reagire all'ansia non avrò ancora più ansia nell'intraprendere una strada molto difficile?
In caso di risposta vi sono molto grato !
Buongiorno Giuseppe
Lei ha già compreso di sè molte cose, date dai percorsi precedenti, che l'hanno messa di fronte ad alcuni aspetti di sè e relazionali/familiari importanti. L'impegno che la sua università le richiede, è sicuramente molto importante, ma se è ciò che vuole non si arrenda. Non rinunci a ciò che potrebbe essere per lei un futuro migliore, nonostante le difficoltà e i possibili o probabili scontri con i suoi. Provi nuovamente a parlare coi suoi genitori, trovando un compromesso e cercando da loro una comunicazione e un parziale aiuto (che magari le potrà essere negato), dove mostra loro che desidera impegnarsi e realizzarsi nella vita. Se sarà necessario provi a fare sacrifici, ma non abbandoni il suo desiderio e cerchi di realizzarlo.
Auguro buona fortuna