Soffro di qualcosa, ma nessuno riesce a rispondermi...
Questo... Sarà un post, commento o come viene chiamato, molto, tanto, troppo lungo. Volevo solo avvertire (anche perché sono parecchio imbarazzata e a disagio a scrivere queste cose, dato che è facile dirmi "eh, non fare la vittima". Davvero, per favore basta.)
Allora, ho un problema che mi attanaglia da ormai diversi anni... Ogni volta che entro in un stato di profondo stress, finisco per svenire.
Ho consultato dottori, psicologi, psichiatri... I risultati cambiano sempre. In continuazione.
Una volta soffro di sincope, un'altra di depressione, un'altra volta ancora di ansia a livello patologico. Altre volte mi è semplicemente stato detto "sei in adolescenza, è normale" e altre volte che soffrivo di PTSD. Ho a malapena 18 anni e gli ultimi 7/8 anni li ho vissuti male. Troppo male e attualmente, sono in uno di quei momenti orribili, dove ho delle crisi di pianto che mi fanno venir voglia di spaccarmi la testa al muro.
Sono davvero molto giovane e io, il mio corpo e tutte le persone a me care stanno patendo tutto questo, e vorrebbero davvero tentare di aiutarmi, ma le sedute costano. Non siamo messi bene economicamente e già adesso, con la pandemia di mezzo se mangiamo è già un miracolo.
Ho problemi a gestirmi. Me, le mie emozioni, le mie azioni... Non me ne rendo conto e ho già fatto una stupidaggine. Altre volte invece, non riesco proprio a sentire nulla, come se non avessi nessuna percezione di me o della mia esistenza. Sto distruggendo la mia vita e la mia famiglia e la cosa che mi fa stare peggio è che in qualche modo ne sono consapevole. Che sbaglio, intendo.
Purtroppo, tutti questi brutti attacchi stanno peggiorando con il tempo, ed adesso che sono in pandemia sono a dir poco aumentati. Qualche mese fa ho anche tentato di uccidermi... Non ne vado fiera, ma non ce la facevo più. È stato il terzo tentativo, e a impedirmi di farla finita è sempre stata questa cosa dello svenire.
Il ricordo peggiore di quello che accadde quel giorno, è di quando mi ritrovai a terra e c'era mia madre che mi guardava come uno scarafaggio...
Da allora sto facendo di tutto per trattenermi dal fare cose del genere, ho sempre questa immobilizzante paura di essere abbandonata dalle persone che amo. Ma è difficile. Troppo difficile e non posso ricevere aiuto da nessuno. Mi sento un po' idiota a scrivere queste cose, dato che faccio fatica ad ammetterle io stessa...
Non so cosa dovrei fare, sono totalmente persa.
Ho tentato di parlarne con i miei: ma mio padre non è mai importato nulla della mia vita e a mia madre dispiace, ma non può fare nulla. Chi può diagnosticarmi qualcosa se non si hanno soldi? Nessuno fa niente per gratis. Nessuno.
Lei mi chiede sempre da quando ho iniziato a stare così, o perché. Ogni volta non so come risponderle, mi sono capitate tante cose che mi hanno segnata in questi ultimi anni.
Tra le prime, la perdita di una persona a me importantissima. Ai tempi avevo 9 anni, e questa persona era una mia parente. Lei aveva solo 16 anni, era una ragazzina e al giorno del suo compleanno, in un auto da cinque persone, lei fu l'unica a morire tra chissà quali sofferenze. Quando mi diedero la notizia ricordo di non aver pianto, anzi, non provavo niente di niente. Solo un profondo vuoto. Le parole, i pianti delle persone attorno a me erano come se fossi sott'acqua, una sensazione di irrealismo. Non so davvero come spiegarlo, ma dopo questo, questa sensazione di irrealismo ha sempre iniziato a perseguitarmi.
Da quello, è stato un susseguirsi di eventi orrendi. Bullismo a scuola, che inizialmente erano solo parole. Poi persi persone care, una dietro l'altra. Chi per morte, chi perché non voleva starmi più accanto. In più, non ho mai avuto un buon rapporto con mio padre. Mai. Ho sempre diviso i miei genitori come: genitore buono e genitore cattivo. Mia madre mi è sempre rimasta accanto e forse anche per questo, quando ha torto le do ragione. Non riesco a contraddirla.
Dall'altro lato c'è mio padre. È il classico uomo bigotto e ignorante, al quale non interessa della tua opinione. Ebbene, questo ha sempre incluso anche la mia. Dal temerlo, ho iniziato a odiarlo. Già quando ero piccola quando non c'era mia madre, mi faceva scherzi di pessimo gusto, ad esempio, una volta, ero davvero tanto piccola, eravamo in macchina solo noi due. Lui ha iniziato a dirmi che mi avrebbe lasciata in un orfanotrofio e che non voleva vedermi mai più. Poi, in un'altra m'inseguiva con una di quelle spade che si vincono tranquillamente alle fiere ed altre, per le minime cavolate si arrabbiava con me e se proprio gli girava, finiva per picchiarmi. Per fortuna mai con oggetti, se non con scarpe.
Mia madre ha sempre giustificato il suo "non capirmi" con "è stanco per via del lavoro" e cose simili. Perché sì, lo vedevo solo due volte a settimana, per via del suo lavoro e sul fatto che sia sempre rotto la schiena per la mia famiglia non ho mai osato mettere parola.
Ho anche una sorellina minore, e il mio unico rimpianto è il non essere riuscita a essere una brava sorella maggiore. È dovuta crescere troppo in fretta... E tutto questo per colpa mia.
Cosa puoi dire a tua sorella di 15 anni, mentre piangi con il braccio sinistro bendato per nascondere la cosa al padre, che ti avrebbe massacrato di botte se avesse capito cosa avevi combinato? Nonostante la rabbia di mia madre, è riuscita a nasconderglielo a lui.
Mia sorella, quella fredda che non piange mai, quella che mi tratta sempre con indifferenza, ha pianto come una bambina. E solo al raccontarlo, mi sento solo peggio.
E poi, quasi due anni fa, capitò il primo atto di bullismo pesante nei miei confronti. Questo dopo che qualcuno capì del mio... Essere gay. Già, questa grandissima sfigata è pure gay.
Mi attesero in cortile e... Il resto è intuibile. Smisi di andare a scuola per un anno, avevo troppa paura delle persone attorno a me. Tutte. A scuola non mi sono mai trovata bene, ho sempre avuto la pesante sensazione che tutti mi odiassero a morte. E a volte me lo facevano anche capire.
E tutto questo è solo una parte di tutte le cose che mi sono capitate, e se mi mettessi a scriverle tutte questo messaggio sarebbe più immenso dell'Odissea e compagnia e sembrerei una di quelle persone, quelle che si contano precisamente tutte le loro tragedie sulle dita delle mani. Ho raccontato le cose precedenti, per far capire che forse, per essere diventata così problematica c'è un motivo. In realtà, non so neanche io da cosa sia partito tutto questo, so solo che ogni giorno sto male. Ogni singolo giorno e non ce la faccio più. Sono al mio limite.
Ho deciso di provare a scrivere qui perché voglio capire cosa devo fare ed è la prima volta che provo a sfogarmi su internet, e per questo ho un po' paura. Purtroppo come già detto non sono messa affatto bene economicamente. Non posso davvero più continuare così. Tutto questo mi sta uccidendo e per via dei miei recenti comportamenti anche la mia migliore amica si sta allontanando. Se perdessi anche lei, che per me è come una sorella...
So che molte persone preferirebbero non avere a che fare con i problematici come me, me lo ha detto anche una mia precedente psicologa... Ma io voglio solo una vita normale.
Voglio potermi svegliare il mattino e poter vivere al momento. Ma non ci riesco più, è tutto cento volte più pesante.
Sto scrivendo tutto quanto in totale sincerità, forse spinta dalla disperazione del momento... So che rimpiangerò tutto tra qualche minuto. È sempre così. Ho paura di quello che le persone pensano, sono sempre stata soggetta a disapprovazione altrui. Le parole degli altri mi feriscono così facilmente e lo detesto. Ho sempre quest'impressione di sentire tutto con un'intensità differente dagli altri.
Forse penso troppo, forse esagero... Non ne ho più idea. Non so davvero cosa ho o perché provo tutte queste cose. Mi sento come se fossi travolta da qualcosa, ben peggiore di un "semplice" attacco di panico. Non ho controllo della mia vita e questo mi devasta. Ho provato di tutto ma... Da come avrete letto, non sono riuscita a ottenere una diagnosi accurata e peggio di tutto, faccio schifo ad esprimermi.
Mi dispiace sprecare così il vostro tempo e grazie di cuore a chi ha avuto la pazienza di leggere... Questo.
So che è un papiro pieno di cose inutili, ma avevo bisogno di liberarmi da questo peso enorme che mi sta sempre attaccato. E mi scuso, se ci saranno errori di battitura o di ortografia, ma ho scritto velocemente perché voglio essere sicura che questo arrivi a qualcuno senza che io mi me me penta. Non posso sempre tornare indietro a rimpiangere tutti i miei mali, ho bisogno di accettarlo.
Buongiorno Sasha
Leggere le sue parole così sincere e sentite mi fa pensare ad una ragazza estremamente sensibile, e con una grande difficoltà nel poter vedere le enormi risorse che possiede. Sasha, ovviamente, non le nego che se ci fosse la possibilità per lei di intraprendere un percorso personale, sarebbe magnifico. Ha molto da raccontare e sicuramente molto da elaborare. Purtroppo in un'unica risposta, diventa molto complicato poterla aiutare veramente. Vorrei potesse, però, "riflettere" su alcuni punti. Innanzitutto non pensi di "non valere", di non avere diritto "alla vita". I gesti estremi che descrive preoccupano, e non porterebbero alla risoluzione dei suoi problemi ma solo alla "fine", che lei non merita assolutamente di raggiungere all'alba dei suoi 18 anni. Ha una vita davanti! I lutti subiti nel corso di questo periodo della sua vita, l'hanno gettata nello sconforto e nella disperazione, purtroppo non trovando supporto emotivo nemmeno dalla sua famiglia, che sembrerebbe essere poco incline a comprendere totalmente la sua sofferenza. Ricordi che merita una chance. Merita si poter essere più sicura della persona che è, di vivere la sua vita come preferisce (la sua omosessualità non deve diventare un problema). Inizi a valorizzare i suoi punti di forza. Provi attraverso il dialogo, seppur complicato, a parlare con la sua mamma di tutto ciò che la opprime. I sintomi, tra cui lo svenire, la tutelano dall'"agire", dal poter mettere in atto gesti estremi. Inoltre, il vuoto che descrive, insieme al sintomo appena citato, le permettono di evitare di soffrire troppo e di entrare in contatto con aspetti "più depressivi" e sofferenti. Ha fatto bene a sfogarsi, ad esprimere tutto ciò che ha scritto. Non si tenga tutto dentro. Provi a capire se esistono servizi territoriali che possono aiutarla dal punto di vista psicologico, in forma gratuita. Ha bisogno di elaborare i suoi traumi. Ha diritto di avere una vita, pressoché, serena. Ha diritto di "fare" la ragazza di 18 anni, senza sentirsi sbagliata.
La saluto con estremo affetto e le auguro buona fortuna