Fiducia e Relazione terapeutica
Buongiorno,
Il tema che portò in evidenza è “La relazione terapeutica”. Non capisco perché la mia terapeuta mi metta in difficoltà volontariamente. Mi parla che devo avere fiducia nella relazione in lei che devo aprirmi che la terapia si fa in presenza (è una fissa sta cosa della presenza) ma poi mi mette all’angolo del ring e mi colpisce. Sento il lei una totale rigidità e silenzio. Mancanza di confronto e dialogo. Io sono il paziente io sono colui che ha bisogno e son fatto male è chiaro il messaggio. Lei lavora così per cui o mi adeguo o mi cerco un altro terapeuta. Ma dico non è che perché una cosa è difficile si molla. Ma scherziamo.... e poi la stimo è una professionista de coccio!!!!! E io non sono da meno.
Mi sono aperto evidenziando gli aspetti che non so gestire. I miei limiti e difficoltà. E lei mi sta mettendo in difficoltà proprio su tali aspetti. Sono incazzato con i miei limiti frustrato dalle regole imposte dal setting ma determinato a non mollare.
Non critico le regole del setting, della relazione ma voglio capirne il motivo perché agisce così.
Sono consapevole che già di mio faccio una fatica enorme nel dare fiducia nell’aprirmi. La terapista ai miei occhi si sta dando da fare per mettermi in ginocchio. Mi fa star male. Non mi ascolta per per nulla e va dritta per la sua strada.
Non capisco il perché agisce così è cosa posso fare per creare la fiducia. Sono io che non sono capace di stare nella relazione terapeutica? Sono io che sbaglio approccio nei confronti della terapeuta? Mi domando sono un pessimo paziente perché non riesco a fidarmi della terapeuta e non comprendo le sue azioni?
Di mio ho un grosso difetto, non riesco a essere statico nella relazione con la terapeuta; sbaglio faccio errori ma voglio essere parte attiva nella relazione. Meglio chiedere perdono che permesso.
Ringrazio coloro che vorranno rispondere.
Buongiorno
Tutto ciò che ha scritto, sarebbe meraviglioso riuscisse ad esprimerlo alla sua psicoterapeuta. Io non posso entrare in merito sulle dinamiche relazionali del vostro percorso psicoterapico, ma credo che, se un mio paziente riportasse in seduta tutti i dubbi che lei esplicita, ne sarei più che soddisfatta. Mi spiego; la relazione terapeutica non sempre ha "un'unica direzione" e, soprattutto, ognuna è a sé. Con ogni paziente siamo differenti, ma non per questo meno predisposti all'aiuto, alla comprensione e all'empatia. Parli con la sua dottoressa, esprima il suo punto di vista, il suo "disagio", forse attraverso la comunicazione terapeutica di "transfert", si potrà riuscire ad avere un "significato". Lei esprime stima nei confronti della collega, quindi, in fondo,credo si fidi; chissà che possa arrivare anche ad affidarsi. Parli alla sua dottoressa in modo trasparente e sincero. Vedrà che ne trarrà solo vantaggi.
Auguro buona fortuna