Dott.ssa Elisa Pappacena

Dott.ssa Elisa Pappacena

psicologo, psicoterapeuta, consulente tecnico di parte, consulente stalking, mediatore

Non ce la faccio più

Buonasera, sono una ragazza di 22 anni e da tempo soffro di molti disturbi che credo siano legati all'ansia, negli ultimi anni sono peggiorati e mi ritrovo spesso in uno stato di confusione mentale in cui vedo la mia vita come un continuo fallimento che peggiorerà inevitabilmente col passare degli anni. I miei problemi riguardano principalmente le relazioni, all'età di 15 anni ho iniziato un percorso di psicoterapia (che non ho mai abbandonato), perché una serie di eventi mi avevano scatenato la fobia di arrossire in pubblico. Con gli anni ho superato questa fobia, tuttavia si sono manifestate altre problematiche. Quelle che mi creano più sofferenza e che mi fanno vivere una vita completamente passiva e al 10% delle mie capacità sono principalmente una fobia che porto dietro da quando ho memoria, ovvero il non riuscire ad espletare i miei bisogni se non quando sono completamente sola (ad eccezione della mia famiglia), questo mi porta ad evitare tutte quelle situazioni che mi portano a stare fuori casa per più di mezza giornata e l'inibizione emotiva/sessuale, ho avuto un solo ragazzo nella mia vita con cui non sono mai riuscita ad avere un rapporto sessuale completo per la forte vergogna. Ora cerco di evitare ogni ragazzo che mi chiede di uscire o che prova interesse nei miei confronti perché so che per un ragazzo sarei solo un peso. Questa è la cosa che mi fa soffrire di più perché sento il forte bisogno di dare e ricevere affetto, sono una persona che si interessa molto e credo di avere alcune potenzialità, adoro ogni forma d'arte e mi piace dipingere, tuttavia non posso condividere questi miei interessi con nessuno. Sono sempre stata una persona molto ansiosa e timida, il mio vero problema credo sia l'inibizione e la scarsissima autostima. La mia ansia si manifesta in situazioni sociali, ho 6/7 amici con cui esco spesso e mi diverto, tuttavia al di fuori della mia famiglia (sono figlia unica) non ho legami profondi ed intimi. Inconsciamente vedo tutti i miei amici e le persone che conosco più felici di me, con problematiche diverse dalle mie e non riesco ad esprimere tutto il mio disagio interiore con loro per paura di non essere compresa o essere derisa, è come se mi sentissi sempre sola anche tra tante persone. La psicoterapia mi aiuta ma non al 100%, questo credo sia dovuto al fatto che sono molto frenata anche con la psicologa e non riesco a spiegare a fondo tutto il mio disagio interiore, ne rimango solo in superficie spiegando le mie paure in modo vago e senza mostrare tutta la sofferenza che c'è dietro. Nonostante la fortissima ansia prima di interrogazioni ed esami sono riuscita ad intraprendere un percorso di studi che mi ha portato a laurearmi in infermieristica con il massimo dei voti, questa è una delle pochissime soddisfazioni della mia vita, tuttavia ora ho molta paura di lavorare perché non mi sento all'altezza di fare un lavoro con così tante responsabilità, ho paura di essere umiliata dai colleghi se si accorgono che non sono realmente competente o di fare gravi errori e arrecare lesioni o morte alle persone. Ho sofferto per un breve periodo di autolesionismo e spesso provo il forte desiderio di voler morire o sparire dalla faccia della terra perché vedo la mia esistenza inutile e ho paura di non riuscire mai a risolvere i miei problemi e di dover vivere una vita sempre ritirata. Voglio cambiare la mia vita, voglio migliorare ed arrivare ad essere perlomeno una persona normale, ma non so da dove iniziare. Ogni volta che tento di superare le mie paure e mi sforzo di non evitare le situazioni che mi provocano disagio sembra andare sempre peggio. Cosa posso fare? Grazie.

Salve Elisa 

Mi dispiace molto per il suo disagio, ma credo che lei ne debba parlare in modo approfondito soprattutto con la sua Psicoterapeuta. Può anche partire proprio da questo suggerimento. Non possiamo dare noi dei consigli scavalcando la sua psicoterapia o non prendendo in considerazione che lei ha una relazione terapeutica a cui non si affida.

Perché?

Peccato sta perdendo un'occasione

Buon pomeriggio