psicologo, psicoterapeuta, consulente tecnico di parte, consulente stalking, mediatore
Ansia sociale
Vorrei raccontare più nel dettaglio la mia vita. I miei genitori sono stati e sono dei genitori fantastici, mio padre lavoratore e mia madre molto affettuosa. Forse quest'affettuosità mi ha portata già da appena nata a voler stare solo e unicamente con mia madre, non volevo nessun altro nemmeno mio padre che povero quando mi veniva a prendere a scuola alle elementari io lo guardavo male e gli chiedevo dove fosse mamma. È stato un padre meraviglioso, siamo tre figli e non ha mai alzato un dito a nessuno ne tanto meno urlato, nulla di nulla. Sin dall'asilo avevo la fobia sociale mi mettevo dietro la sedia per non approcciarmi con nessuno. Avevo solo un amica fino alle medie e mi sceglievo amici con " problemi " perché almeno con loro non mi sentivo giudicata. Poi c'è l'altra parte della mia vita in ambito sessuale. Ero una bambina molto attiva già verso gli 8/9 anni, a 12 anni ho iniziato a chiedere ai miei "fidanzatini" di toccarmi esternamente senza entrare dentro. Poi, non ricordo tanto bene se l'ho chiesto io oppure lo ha fatto lui di sua iniziativa, mio zio acquisito mi iniziò a toccare quelle poche volte all'anno che ci vedevamo, all'epoca aveva 27 anni. Tutto questo, come dicevo nell'altro post, è continuato per almeno 10 anni (fino ai 22 anni, ad oggi ne ho 30)..poi a un certo punto ho capito la gravità non solo perché marito di mia zia, ma perché io ero molto piccola (anche se mentalmente e fisicamente sembravo molto più grande). Si è approfittato di me e questa cosa mi fa tanto rabbia, anche perché la mia famiglia non sa niente e quelle poche volte all'anno che ci vediamo devo fare finta di nulla. Inoltre all'età di 13 anni mi fidanzai per la prima volta con una ragazza, pensavo inizialmente di essere bisessuale ma poi ho capito di amare solo le donne. Dico che ero molto attiva sessualmente perche mi piacevano tante ragazze, e se avessi potuto sarei stata con tutte senza pormi limiti, ma chiaramente me li sono posti. Tornando a prima, soffro di ansia sociale, sono sempre stata una persona timida anche se questa timidezza non mi ha impedito di andare a ballare, di uscire, di diplomarmi, di lavorare a contatto con le persone. Due anni fa ho deciso di iscrivermi alla facoltà di economia e sono prossima alla laurea, cosa che mi mette un enorme terrore perché l'idea di discutere la tesi davanti alla commissione mi manda in tilt. Ogni volta che sostengo un esame mi sudano le mani, mi viene la tachicardia e ho la voce tremolante. Il problema di per sé non è fare le cose, ma l'ansia arriva quando devo aprire bocca. Ho sempre paura di sbagliare a parlare, di sbagliare frase o tempi verbali. Potrei fare qualsiasi cosa ma basta che ciò non implichi il parlare. A 21 anni iniziai un percorso con una psicologa che non si soffermò al mio attaccamento con mia madre oppure all'abuso (perché anche se consenziente è un abuso) da parte di mio zio acquisito, ma ha dato più peso al fatto che non accettassi il mio orientamento sessuale. Quindi ora desidererei solo avere più stima di me stessa, di riuscire a parlare davanti a più persone e affrontare tutto.
Salve cara lettrice le suggerirei di riprendere il percorso con la psicologa che l'ha già seguita, se questo fosse possibile.
Le sue esperienze da ragazza hanno bisogno ancora di un'elaborazione. Mi dispiace che non sia stata mai protetta.
Mi faccia sapere se vuole riprendere un percorso di psicoterapia