Attacco di panico: sintomi e cura
L’attacco di panico è definito come la paura di aver paura, la paura di morire, la paura di impazzire: ogni paziente che ha vissuto un attacco di panico lo descrive come una fortissima paura di essere gravemente malato o morire; spesso i pazienti accedono al pronto soccorso per la sintomatologia presente o richiedono esami approfonditi al medico di base per ricercare una spiegazione delle sensazioni provate. Solo dopo aver escluso un disturbo fisico prendono in considerazione la possibilità che i sintomi siano associati a forti stati ansiosi.
Spesso l’attacco di panico si manifesta quando il paziente si sente “limitato” in una certa situazione come un mezzo di trasporto, la metropolitana, l’aereo, la macchina, o situazioni che sembrano costringere in una posizione senza via di uscita e di grande affollamento come il cinema, un ingorgo, un centro commerciale o, al contrario, in ambienti aperti in cui ci si sente persi. Chi soffre di attacchi di panico tende ad associarlo con il luogo e le condizioni in cui si è verificato l’episodio: “ero in macchina, da allora ho paura di guidare, cerco di non guidare mai da solo o altrimenti rinuncio”.
Per il paziente, l’associazione dell’attacco di panico e l’ambiente in cui questo si manifesta, diventa patologico: infatti, evitando il luogo o la situazione in cui si è sentito male, egli cerca di controllare e di allontanare la paura: “se evito di guidare, non proverò ansia”.
L’evitamento, inizialmente, sembra funzionale in quanto la persona vive l’illusione di poter controllare il problema. In un breve periodo però si instaura un circolo vizioso in cui progressivamente le situazioni “pericolose” aumentano fino a limitare in maniera significativa la vita della persona che può, in alcuni casi, giungere a chiudersi in casa per evitare le sensazioni ansiose. Anche recarsi al lavoro, uscire con gli amici o fare una passeggiata diventano azioni faticose e quando la persona si costringe a compierle i pensieri di paura e le sensazioni rovinano il piacere di vivere la quotidianità.
Apparentemente il paziente partecipa alla vita quotidiana ma in realtà è immerso in un proprio mondo parallelo che solo lui conosce in cui si affollano molti pensieri negativi come: “ mi sento male, ho paura, mi scoppia il cuore, mi verrà un infarto, voglio tornare a casa, dov’è l’ospedale più vicino, chi mi può aiutare”.
Nella cura degli attacchi di panico e dei disturbi d’ansia in generale, la forma di psicoterapia che la ricerca scientifica ha dimostrato essere più efficace e in tempi solitamente brevi è quella cognitivo-comportamentale. Si tratta di una psicoterapia in cui il paziente svolge un ruolo attivo nella soluzione del proprio problema e, insieme al terapeuta, si concentra sull’apprendimento di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali alla cura degli attacchi di panico, nell’intento di spezzare i circoli viziosi del disturbo.
Il paziente impara a stare con le sensazioni fobiche, che una volta accettate, diminuiscono in intensità e non catturano più completamente l'attenzione impedendo di godersi attimo per attimo le proprie esperienze. Pertanto è possibile affrontare anche le situazioni in cui solitamente si scatenavano attacchi di panico o forte ansia senza ricorrere all'evitamento esperienziale, cioè la fuga dalle emozioni e dalle sensazioni interne.
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