psicoterapeuta, ipnologo, conduttrice di Biocostellazioni individuali e di gruppo
Attaccamento e Perdita
ATTACCAMENTO E PERDITA
Ciò che più fa faticare nella vita è lasciare andare.
L'attaccamento che sviluppiamo per cose e persone ci introduce nel campo della paura: la paura di perdere le persone care, di perdere il lavoro, di perdere le comodità, di perdere oggetti che riteniamo indispensabili, addirittura di perdere abitudini di cui siamo dipendenti.
Eppure dal momento della nascita la nostra vita dipende da un costante equilibrio fra un movimento di prendere e uno di lasciare, fra l'inspiro e l'espiro.
Allora perchè risulta così difficile lasciare andare? Perchè tendiamo ad affezionarci a cose e persone al punto da diventarne dipendenti? Associamo il lasciare andare a perdere, che ha una connotazione di deprivazione, e ci opponiamo. Un po' come nuotare contro corrente, la direzione del fiume non può essere cambiata, e non seguirla può volere dire soccombere, eppure la tendenza ad opporci è sempre presente. Come il bambino che dice no per dimostrare la sua forza, per distinguersi, per individuarsi.
Mi chiedo se tutto questo possa avere a che fare con un' ambivalenza, con un dubbio, un'incertezza riguardante la scelta originaria, quella di esserci, rispetto al non esserci, la scelta della vita, così come noi la intendiamo rispetto ad altre forme di vita. Le esperienze intrauterine possono avere grande importanza nel rafforzamento di questa ambivalenza: dubbi, incertezze, rifiuti vissuti dalla madre, possono arrivare all'embrione facendolo sentire non desiderato. Così come la perdita di uno o più gemelli può essere un'esperienza così traumatica da lasciare un segno indelebile, una ferita che tenderà a riaprirsi in occasione di ogni abbandono, di ogni perdita e separazione. Sia che si tratti di una persona, di un animale, di un lavoro o di una qualsiasi condizione esistenziale. L'esperienza della nascita è un altro fattore che condiziona tutta la vita successiva. Lo scenario di nascita è uno schema, un vero e proprio copione che verrà ripetuto in occasione di una partenza, di un nuovo inizio, di ogni importante cambiamento. Il senso di mancanza innesca meccanismi atti a difendersi, la mente entra in azione per proteggere, per rassicurare, per dare certezze. Così inizia la costruzione di una realtà alternativa, consolatoria, oggi diremmo virtuale, ma fondamentalmente falsa.
Ecco quindi farsi centrale l'eterna ricerca, che accompagna l'uomo da tempi immemorabili, la ricerca della Verità: Chi sono? Dove vado? Perchè sono qui?
psicoterapeuta, ipnologo, conduttrice di Biocostellazioni individuali e di gruppo - Forlì-Cesena
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