Da dove partire per cambiare?
Salve a tutti, ho 22 anni e mi sento molto sola.
Avverto una barriera tra me e gli altri, da cui mi sento diversa da sempre e spesso non apprezzata. Questa sensazione la porto dietro dall'infanzia: mi sentivo diversa e non legata a nessuno dei miei compagni delle elementari, provavo vergogna a giocare con loro e, trovandomi nella circostanza, tendevo ad assumere atteggiamenti aggressivi per allontanarli da me. Ritrovo questi miei atteggiamenti anche oggi, seppur in maniera sporadica e univocamente direzionati a persone che so che ci tengono a me (ossia il mio ragazzo, l'unico da cui mi sento effettivamente capita) . A questi episodi, tuttavia, seguono emozioni di sconforto e abbandono, cui non riesco a dare una spiegazione dato che ne sono io stessa l'artefice. Il risultato che si palesa è che riesco a deludere chi tiene a me per poi crogiolarmi nella solitudine interiore che avverto.
Questi sentimenti negativi mi accompagnano sempre più di frequente e penetrano in ogni sfera della mia vita. Sento di non avere più amici (i rapporti si sono allentati con i miei amici storici e ora frequento gli amici del mio ragazzo, da cui mi sento parimenti distante) e sento svanire, quasi al traguardo, anche la tanta motivazione che avevo di terminare in fretta gli esami dell'università e la mia voglia di vedere come andrà, di immaginare e proiettarmi nel futuro (magari anche con il mio ragazzo). In altre parole, mi sento distante da me stessa e dagli altri, non vedo futuro e non so come aggiustare il presente. Ho provato anche a intensificare le interazioni sociali, ma le situazioni restano statiche e io sento sempre più di essere fuoriluogo in situazioni precostituite in cui la mia presenza è tutt'altro che necessaria. Questa situazione incentiva il mio sentimento di auto disistima e rende flebile la mia voglia di uscire, interagire, divertirsi. Sento tutto in stand-by.
Salve Daria,
Dalle sue parole si avverte il peso, il disagio e la grande sofferenza che Le comporta il suo vissuto di isolamento e solitudine.
Al contempo mostra una buona capacità di riflessione su sé, sui suoi vissuti emozionali e sulle sue modalità relazionali. Ritengo che questa sia una grande risorsa interna su cui poter fare affidamento.
Un percorso di terapia potrebbe essere un valido e forte sostegno per poter intraprendere un percorso di autoconoscenza e di cambiamento di ciò che Le arreca dolore, per poter trovare quella che per Lei è la "giusta" distanza per porsi in connessione con l'altro.
Cordiali Saluti