Vorrei diventare invisibile
Sono Giulia, ho 20 anni e sono in crisi da troppo tempo ormai. Non riesco più a trovare un senso nella vita.
Ogni giorno mi sento soffocare e non so come calmare queste emozioni che mi stanno schiacciando. Ho continui sbalzi d'umore, nel giro di pochi secondi passo da una totale euforia a momenti in cui potrei aprire la finestra e saltare giù. Ultimamente trovo sollievo nell'autolesionismo e nel non mangiare, mi sento più forte e vivo solo per questo: digiunare, mangiare e vomitare, dimagrire e farmi del male.
Non riesco ad avere relazioni, sia d'amicizia perché mi sento inferiore in ogni cosa, né dal punto di vista amoroso, perché sono terrorizzata dal fatto di legarmi ad una persona ed ogni volta che qualcuno prova a dimostrare il suo affetto nei miei confronti lo respingo.
Ho provato ad affidarmi ad un professionista, ma lui ha approfittato e abusato di me, motivo per cui sono molto restia nell'iniziare un nuovo percorso psicologico.
Vorrei solo sparire, mi sento un peso per tutti e sono fermamente convinta che se sparissi, farei un piacere a molte persone, familiari compresi. Non so nemmeno il motivo per cui sto scrivendo questa domanda, ma è a questa flebile speranza che mi aggrappo, sperando di riuscire a tornare a vivere.
Buongiorno Giulia
le sue parole sono molto importanti e toccano chi legge. È difficile non consigliarle un percorso con una psicologa, anche se la sua precedente esperienza è stata fallimentare e iatrogena. Di solito a chi scrivo non consiglio immediatamente una consultazione psicologica, perché la persona interessata può farsi delle domande ed esplorare le proprie risorse per fronteggiare il problema e successivamente, se è necessario, porre una domanda d' aiuto; essa sarà più precisa e definita nel suo significato.
Per lei il discorso è diverso; perché sembra aver intrapreso un percorso regressivo con la sua sofferenza.
Le sue prime parole esprimono un tempo lungo, in cui sta male psicologicamente e un' esistenza senza motivazione, in cui sembra aver perso il "proprio senso d' esistere"; poi l' ansia e gli sbalzi d' umore intensi, con pensieri anticonservativi.
Forse la pace che trova nel non mangiare e farsi del male fisicamente è la migliore soluzione che ha trovato per la sofferenza complessa e disgregante che si trova dentro.
il corpo e ciò che può fare a esso, sembra la sua migliore soluzione. Nell' illusione di avere potere nel fronteggiare questo malessere imponente.
Paradossalmente non nutrendosi e procurandosi dolore fisico trova pace. Questo paradosso è come una forbice che si sta sempre più allargando tra il suo dolore e le sue soluzioni distruttive. Questa distanza va accorciata, ristretta non estesa o amplificata.
per fare ciò è necessario un percorso con un professionista serio e preparato ( e ce ne sono molti!) che l' aiuti e dire e dirsi, rendere pensabile e mettendo in parole la sofferenza che mette nelle azioni lesive verso il suo corpo e se stessa.
Lei sta facendo la funambola, mentre cammina su una linea borderline tra due universi intensi come le emozioni che priva. Può decidere da che parte vuole saltare.
condivido con lei: la speranza è un fattore terapeutico. L' alimenti.
Un cordiale saluto e augurio