specialista in psicologia clinica e psicoterapeuta
Impegno simmetrico
Il mio terapeuta da 3 anni, ieri non si è presentato alla seduta prefissata!
E non mi ha neppure telefonato, preventivamente, per avvertirmi, facendomi spostare in un’altra località e differire impegni che avevo preso ecc.
Ho atteso, invano, per mezz’ora davanti al suo portone, poi me ne sono andato. Oggi mi ha telefonato per scusarsi e candidamente mi ha detto “La nostra seduta mi era del tutto passata di mente…” Ma si può? Quando mi ha salutato dicendomi “vabbè ci vediamo mercoledì prossimo” gli ho risposto “per posizione simmetrica alle condizioni di dover pagare comunque l'eventuale seduta mancata senza un minimo di 24 ore di preavviso, condizioni che Lei aveva stabilito tre anni fa (io non ho mai saltato né rinviato neppure una seduta), mercoledì prossimo io non le pagherò la seduta”.
Prima è rimasto in silenzio per alcuni secondi e poi è nata un’accesa discussione e polemica durata vari minuti.
Risultato?
Ho interrotto e concluso definitivamente via telefono la mia psicoterapia con quel “professionista”!
Ecco, la faccenda dell'”impegno simmetrico” la trovo già più ragionevole, rispetto all’obbligo solo unilaterale da parte del paziente-utente.
Ovvero: se io non mi presento alla seduta e non avverto, la prossima volta avrò l'obbligo di pagare due sedute, quindi anche quella mancata. Se invece non si presenta lo psicoterapeuta, senza aver avvertito, la seduta seguente non verrà pagata dal paziente. Personalmente la trovo un "impegno" molto sensato e ragionevole. Perchè di cialtroni totali, credetemi, è pieno anche il "vostro mondo"!
Salve,
Comprendo la sua frustrazione ed il disagio vissuto, la questione non è semplice, può capitare che il professionista per svariate ragioni si trovi impossibilitato a presentarsi all'appuntamento, per ragioni urgenti o imprevisti. Ogni collega ha il suo modo di gestire questo tipo di imprevisti, Di certo non è chiaro quali sono stati gli accordi nel contratto stipulato all'inizio del rapporto professionale, anche in casi di forza maggiore. Ritengo che un modo intelligente, senza entrare nel merito delle ragioni e dei torti, sia confrontarsi col suo terapeuta, nel cercare di capire meglio la situazione e trovare assieme una soluzione adeguata, anche magari a beneficio del percorso già intrapreso.