Rompere con l' immagine che hai di te stesso
Buongiorno. Sto attraversando un periodo molto disturbato, tra ansia e panico e continuo rimugino. Rabbia, tristezza, colpe, vergogna, senso di sporcizia e falsità ....sono costanti. Sto facendo un percorso da mesi di psicoterapia supportata da EMDR...confido di uscirne, anche se sembra un percorso lungo Gli ultimi 9 anni della mai vita sono stati equilibrati, sereni, nutrienti...belli ! nonostante le difficoltà che ogni giorno la vita possa presentare., li ho vissuti con cuore pieno e atteggiamento positivo. Purtroppo però, causa di un evento scatenante che ha risvegliato un mio periodo di "perdizione" nel passato, sto facendo i conti con un' immagine di me che oggi proprio non mi appartiene. Da 10 anni ho fatto gran lavoro su me stessa, ho intrapreso percorsi olistici e altro...e ho maturato una nuova consapevolezza. Grazie a questo, sono riuscita a darmi nuove letture di vita del mio passato... Mi sono resa conto che sono sempre stata una donna controllata, impacchettata, sempre attenta a non uscire dai limiti, dalla morale, dall' etica... tutto doveva essere giusto, meritevole, appropriato.....e quando non lo era (secondo il mio parametro), mi infuriavo, arrabbiavo, lamentavo, criticavo...ero sempre delusa, arrabbiata ,frustarta...vedevo e vivevo spesso le situazioni come ingiuste, non appropriate , non corrispondenti a quel che pensavo di meritarmi... Sono stata educata in modo molto rigido, famiglia molto critica, giudicante..regole, regole, regole. Sono cresciuta non con un mio pensiero, ma con il loro. Ripetevo e mi comportavo secondo i loro pensieri, schemi, mentalità. Così tanto da non sentire la vera me. Le mie pulsioni, le mie emozioni, pensieri....ero un clone perfetto! Finchè inizia a non essere più la brava "ragazza" : ho iniziato a rompere schemi. Lo studio? ero sempre stata eccellente, ma università ferma a 3 anni, non 5 (di cui la loro delusione perchè sembrava che lo studio fosse la chiave della realizzazione) In amore? ...spesso c' era bisogno della loro approvazione su chi frequantavo..ho avuto invece una storia piuttosto tormentata (incubo) perchè lui era un ragazzo padre e loro non riuscivano a mandare giù questo boccone, dicendo che meritavo di più, che non mi avrebbe reso felice e molto altro. Io non mollavo la presa a quel tempo, hanno sofferto, ma pure io...non volevo arrivare a scegliere tra loro e lui...non era giusto. Io provavo qualcosa di forte e volevo capire da me. Storia tormentata a cui ho dato un fine dopo un anno...era troppo logorata...e cmq mi resi conto che non era una situazione per me. L' ho chiusa- Arriva un altro ragazzo, che poi è diventato mio marito. 4 anni di fidanzamento e poi...nozze. Purtroppo poco prima delle nozze, un collega di lavoro (lavoro in cui vivevo forte situazione di mobbing ma che non potevo cambiare perchè da poco iniziato e avevo il mutuo da gestire) inizia ad entrare nella mia vita. Prima come amico (mi era molto vicino e di sostegno per il lavoro, quasi l' unico con cui parlavo) e poi...inizia a stuzzicarmi con messaggi, frasi...corteggiamenti...che non mi lasciano indifferenti, anzi. Dopo le nozze ahimè io casco come un pero...e inizia una relazione per ben 5 anni. In quel periodo era la cosa più naturale del mondo, non avevo sensi di colpa, mi aveva stare bene, mi faceva ridere, mi dava leggerezza in un periodo così pesante e infelice (il lavoro per me era davvero tutto...un modo di farmi apprezzare, di darmi valore, secondo le mie aspettative...o meglio...secondo lo schema dei miei genitori - l' ho capito tardi che non era mio il bisogno di fare carriera, di essere una donna importante...) Dopo 5 anni chiudo la storia. rivedo mio marito e mi innamoro una seconda volta. Lui era diverso (o io lo percepivo diverso, non so, forse qualcosa in me era cambiato, stava cambiando)...e dopo 2 anni lascio anche il lavoro. Cambio vita! Inizio a prendere diplomi sportivi, olistici...e mi tuffo nella nuova avventura. Tutto questo, spiegato in poche righe, sembra un processo veloce...ma mi ha portato sofferenze, delusioni, emicranie, tonsilliti plurime...notti insonne. Tirando le somme, la mia vita cambia. Oggi sono una donna diversa, che non giudica come un tempo situazioni e persone, m cerca di cogliere il significato delle cose. Le vive. Provo ad usare l' accoglienza, a trasmetterla, la comprensione. Ma, per quanto in questi anni io abbia fatto tanto lavoro su di me e di cui vado fiera, fatico, OGGI, a fare i conti con quella parte di me che proprio non accetto: quei 5 anni di relazione parallela. Vedo una giovane donna insicura, infedele, falsa, doppia, che ha rotto con la sua moralità, con la sua onestà, con la sua integrità. In quegli anni ero "pulsante", trasgessiva, egoista...prendevo ciò che mi dava piacere, senza pensare a chi avevo accanto. Sono stata coinvolta emotivamente . So che non posso controllare la vita e le emozioni, ma...condanno il modo in cui mi sono comportata. Sono passati molti anni, ma io continuo a guardare quella ragazza e oggi non riesco a trovare una spiegazione per darmi pace. Quando chiusi la storia ero felice perchè avevo capito che amavo mio marito. e a lui infatti mi sono dedicata in toto. Abbiamo anche preso una nuova casa due anni fa, che stiamo sistemando. Ma...lui di tutto questo non sa nulla...e io oggi mi sento un verme. Avevo lasciato alle spalle questa storia, perchè sentivo che non mi apparteneva più, era passato...e mi aveva fatto crescere, mi aveva fatto capire. Oggi però penso ai miei, a cosa direbbero se sapessero, a lui, a quanto lo feirei se glielo dicessi, a me..che fatico a guardare quello scempio... Con lo psicoterapeuta siamo arrivati al punto di parlare dei miei abusi sessuali infantili da parte di mio nonno...lui parla di imprinting...dice che avevo associato l' erotismo al voler bene (ne parlai a mia madre al tempo e mi disse che lui aveva fatto quel che ha fatto perchè mi voleva bene...risposta che non mi ha mai convinta) Oggi sono ossessionata da quei 5 anni...dall' immagine che ho di me...un lutto! chi ero? chi sono? non so come uscirne... grazie
Buongiorno Michelle, sono il Dott. Fabrizio Capra, ho letto il suo dettagliato messaggio e sono rimasto colpito dalla descrizione della sua storia.
Vorrei dirle due cose. Leggo che è in terapia da 5 anni, mi domando quale sia il motivo per cui ha sentito il bisogno di utilizzare questo strumento. Credo che lo il confronto terapeutico dovrebbe avere la funzione di affrontare le sue domande e i dubbi che le vengono. Forse non trova le risposte che desidera nella relazione terapeutica. Le suggerisco di affrontare il tema in seduta. Immagino che in questi anni si sia creato un rapporto di fiducia. Quindi le suggerisco di riflettere se trova nella relazione terapeutica lo stimolo per continuare oppure è arrivato il momento di cambiare prospettiva e quindi terapeuta. Non c'è nulla di male in ciò.
L'altra cosa importante che desidero dirle, per la quale mi sono deciso a risponderle è relativa all'abuso. Con fermezza mi sento di esprimerle la mia contrarietà e solidarieta. Credo che definire un abuso, un gesto di affetto, sia profondamente sbagliato e offensivo verso la persona che lo ha subito. Si tratta di una forma di violenza messa in atto da una persona affetta da pedofilia. Questa è la verità!
E' possibile che questo trauma relazionale abbia avuto delle conseguenze sulla sua vita. In questa sede non è possibile dire di più. Per cui non è possibile dare risposta alle sue domande. Occorre un approfondimento che renda merito della sua persona in relazione a quanto sta sperimentando attualmente. Ritengo quindi che sia positivo la prosecuzione del percorso terapeutico.
Le auguro serenità.
Dott. Fabrizio Capra